La passione ha il tuo nome. Capitolo 28

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Eric.

La vedo dietro il vetro della finestra tra Carl e l'arpia che la circonda con un braccio, cogliendo l'occasione di sussurrarmi <<puoi ingannare chiunque con le tue frottole ma non me. E nemmeno lei ti crede tanto da non volerti sposare. Tu nel frattempo, continua così, stai facendo un ottimo lavoro con lei cherie>> e con una collera omicida nei confronti di quella megera e della sua discendente, me ne torno a casa. Al buio, seduto nella poltrona davanti al camino, fisso le fiamme. Ardono come la mia ira. Nessuno doveva osare umiliarmi e soprattutto contrastarmi nei miei progetti. Non esiste che io non vincessi con quella strega. Per dignità, giuro sul mio sangue, fosse l'ultima cosa che farò, lei mi sposerà a qualsiasi costo. Rientra, dopo aver cenato, scortata da Alex, che lei ringrazia, poi chiude la porta e si dirige in camera, ignorandomi. Questo è un altro atteggiamento maleducato di lei che non tollero, ma non sarò io a fare il primo passo. Deve essere lei, perché sono stato io quello rifiutato e diciamo ferito nei sentimenti, alla luce dei fatti. E poi io non supplico nessuna donna sono loro a implorare me, com'è sempre stato. Eccola che ritorna dalla camera, probabilmente vuole tornarsene a casa di Carl per sentirsi al riparo da me, invece s'inginocchia davanti alla mia poltrona sedendosi sui talloni poi abbassa lo sguardo e il capo, da vera sottomessa a un Vampiro, e resta così. Nessuno le ha suggerito una cosa simile per placarmi, altrimenti li avrei sentiti, ma non nego che la sua sottomissione sia un'affascinante visione per il mio orgoglio. Restiamo in silenzio per diversi minuti, chiedendomi cosa voglia dire o fare. Tanto posso attendere, ho l'eternità a disposizione. Col passare dei minuti il suo cuore batte come fossero mille in un solo petto e mi chiedo se sia davvero io l'emblema della sua paura, sono tentato di urlarle di parlarmi, ma in questo modo rischia un infarto e sarebbe la rovina di entrambi. E così, cedo. Indifferente, ma con calma, le domando <<vuoi chiedermi perdono per avermi accusato di poligamia o magari per avermi dato del cretino?>>. Trasale al suono della mia voce, poi scuote la testa e poggia la fronte sul mio ginocchio dicendomi <<devo confessarti una cosa, ma non ci riesco>> <<non sono in vena d'indovinelli, perciò parla>> <<io sarò la tua disfatta>> <<ah, sì?>>. Mi guarda tormentata e in lacrime <<credimi. Sarà così>> poi si butta sul mio torace singhiozzando. Ecco una mente umana, in piena crisi emozionale! Avverto la presenza di Rose che ultimamente vive solo per spiarmi in attesa di un altro mio errore per prendersi la sua discendente. Infida arpia, guarda come mi faccio dire ciò che voglio. Mostrando un briciolo d'indulgenza per la sua disperazione, le accarezzo i capelli chiedendole, <<non lo trovi più vomitevole il mio odore?>>. Lei tira su col naso poi solleva la testa e guardandomi <<solo quando puzzi di massaggiatrice>> <<Hajira è una guardia del corpo e oggi ho avuto a che fare con lei solo per lavoro>> <<quindi per mestiere non fa i massaggi?>> <<No, ma è un'arte, in cui eccelle, che pratica solo se glielo chiedo per te>>. Prendo il telefono dalla tasca del pantalone e porgendoglielo <<tieni, avrei dovuto pensarci prima! Chiama la tua socia>> fa un'alzata di spalle e poggiandolo per terra dice <<è tardi! Lo farò domani>>. Piegandosi le cade dalla spalla la bretella di raso rosso della camicia da notte, scoprendole parte del seno. Approfittandone gliela sistemo accarezzandole la spalla nuda con il dorso delle dita guardandola con desiderio, ma lei rabbrividendo e tentata di ritrarsi <<che fai mi guardi le tette>> mi dice. <<Sì! Non ne posso fare a meno>> <<ma non avevi detto che non ti piacciono le bionde?>> <<C'è sempre l'eccezione alla regola>> <<mi dispiace per prima e per le mie paure, però magari potresti dirmi quella cosa del tempo>>. Io sono una delle sue paure, la conferma è il ritrarsi al mio tocco ma so anche cosa vuole. Cosa mi costringi a fare maledizione, ma devo assolutamente ottenere un suo sì. Un giorno mi ripagherà con il suo sangue per tutto quello che sto sopportando. Mi alzo e le porgo le mani per aiutarla a mettersi in piedi, poi senza toccarla le dico <<verresti a letto con me? Voglio mostrarti una cosa>>. Resta per qualche secondo sconcertata e le si triplica il battito per la paura della mia proposta ma senza parlare, con un briciolo di coraggio fa il primo passo verso la camera ed io la seguo. Tiro le tende nere oscurando la stanza dal chiarore della luna e per gli occhi indiscreti di Rose. Deve rodersi nel dubbio che io stia usando l'asservimento sulla sua parente. Standole alle spalle mi tolgo la camicia, la attorciglio poi la poggio sui suoi occhi, gliela annodo dietro la testa e ammaliante le dico <<fidati dell'ignoto>>. In questo modo ha il mio odore costantemente a portata di naso per plagiarla naturalmente e serve a me per agire liberamente da Vampiro. Sento la sua ansia crescere e finendo di spogliarmi le do un bacio sul collo, poi la sollevo tra le braccia e la distendo sul letto. Prendendole un piede lo bacio poi risalgo lungo la gamba soffermandomi con una leccata nei punti dove desidero morderla. Arrivato all'interno coscia, vicino all'inguine, dove ha un grosso livido, dovuto allo strappo del flebo, inspiro forte il suo possente odore e tra me inveisco trattenendo la mia sete. Infliggendo una tortura al mio dolore, le tolgo lentamente le mutandine e lei si copre con la camicia da notte, un gesto pudico, con un gemito di disagio che mi accende di desiderio. Rassicurante, poggio le mie mani sulle sue e suadentemente le dico <<tranquilla. Non temere, confida nella sessualità>> e le bacio le labbra con sincero desiderio. In verità, desidero baciare questa strega, ogni momento, anche quando le urlo contro, e mi concentro sulla sua bocca, portandola a un livello alto di eccitazione e quando la denudo senza spostarmi dal suo corpo le sussurro <<affidati a me Emily! Apri le gambe per me>>. Lo fa lentamente ed io scivolo piano in lei, completamente trasformato e il Vampiro immagina il suo corpo, che vibra sotto di me alle mie carezze, percorso da fiumi di sangue. Contengo la mia forza sovrumana, la mia sete e le lambisco la pelle con la lingua, baciandola lievemente, con una tremenda voglia di affondare i canini nella sua carne, ma soffrendo mi concentro su pensieri umani e sprofondando sempre più in lei, le dico <<ti ho mentito. Le affinità ci sono, solo che divampano in emozioni violente che a stento riesco a frenare>> e lei m'implora <<stringimi forte ti prego>>. Siamo, incastrati uno nell'altro, ma lei è inconsapevole di stringere a se un Vampiro che quando non ne può più di resistere alla sete del suo sangue, cambia più posizioni possibili per distrarsi e che all'alba le sussurra <<Dracula aveva scelto già allora! Ti tengo oltre il tempo Emily>> e come suggello alle mie parole esplodo, abbandonandomi su e in lei, senza respiro sentendo tramite il legame di sangue, di secondo grado, con Rose la sua gioia credendo che la sto trasformando. Imponendo al Vampiro ancora un altro atto di tortura, la raccolgo tra le braccia le libero gli occhi e stando dietro di lei le dico, <<da qui a un mese e poi sarai mia in eterno>> <<mi conosci così poco! Non ti sembra di correre troppo?>> <<No! Di te, ne so quanto ne basta. Un mese solo Emily e se oserai rifiutarmi ancora, io t'incanterò e tu mi dirai di sì comunque>>. Lei stringendomi una mano la bacia, <<l'hai già fatto>> afferma insonnolita. Sorrido con il volto nei suoi capelli, sono riuscito in due cose, a convincerla e a sopportare il suo odore, ma è meglio non sfidare la sorte poiché non riesco a riprendere il mio volto umano. Mentre sono in cucina a bere sento la presenza di Rose in casa mia e mi precipito in camera. È afflitta vicino al letto e c'è anche mio padre che con severità se la porta via.

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