Emily.
Albert e Rose aprono il corteo, seguiti dalla donna dai capelli rossi, che se ricordo bene si chiama Sara, dietro di lei Nilde e Sofia, poi io. Alle mie spalle, Miriam e Ohama. Dalla scala, noto che dal salone sono stati spostati i mobili per fare spazio a un grande cerchio di polvere nera, il resto della stanza è buia e piena di sagome incappucciate e con mantelli neri. Arriviamo davanti al cerchio e Rose mi fa segno con la mano di entrare. Sollevo un po' il vestito, per non distruggere quel cerchio perfetto e a piedi nudi, oltrepasso la linea e mi metto al centro. Le cinque streghe a quel punto occupano posto tra le candele, che hanno poggiato sul bordo della polvere, allargano le braccia e iniziano un nuovo rito sussurrando parole e ondeggiando. Rose, tiene aperto, tra le mani, un libro, di pelle scura anticata, dalle pagine ingiallite dal tempo e leggendo sussurra con le streghe e la polvere diventa lucente. La donna dai capelli rossi va da Albert che tenendo un calice color oro, le porge un pugnale. Lei lo prende, si taglia il polso e facendo cadere il suo sangue nel calice, <<da me Sara, ricevi il più antico sangue di strega dell'oracolo, avrai tutto il nostro sapere sulla magia>>. Passa il pugnale a Leonardo, <<da me capo del branco dei mutaforme, avrai il potere di essere ciò che vuoi>>. Poi è il turno di un altro uomo, anziano, con la pelle rugosa segnata dal sole e dal tempo, che apre una bottiglina argentata e versando del liquido nel calice, <<da me Paul, capo branco della Norvegia, dono il più antico veleno di lupo mannaro>>. Passa il pugnale a Rose, <<da me ricevi il primo sangue strega-Vampiro>>. Albert, si avvicina al cerchio e porgendomelo, <<ora bevi Emily>>. Prendo il calice con mani esitanti, guardo il suo contenuto rosso e lo stomaco mi si contorce. Alzando gli occhi, incontro quelli di Eric e resto incantata dal suo sguardo di una fredda calma mortale, <<Emily, bevi>> ordina nuovamente Albert. Nessuno mi aveva detto che avrei dovuto bere del sangue, non sono pronta per una cosa simile, ma non posso più tirarmi indietro, non era da me farlo e col cuore in tumulto mi faccio coraggio e lo butto giù, tutto in un fiato. Il sapore del sangue in bocca è orrendo. Sa di ruggine, sale, misto a una vena amarognola e puzza di cane randagio. Le viscere mi si attorcigliano doloranti e arriva la nausea. Lasciando cadere il calice, poggio una mano sullo stomaco, l'altra sulla bocca, e casco in ginocchio. Cullandomi m'incoraggio: fatti forza! Fatti forza, non vomitare. Man mano, le contrazioni e la nausea passano e alzo lo sguardo verso Albert, le streghe intorno al cerchio, sussurrano altre parole e la polvere lucente diventa accecante. Il mio corpo va in fiamme e le mie ossa sono attraversate da stilettate dolorose ed io stringo i denti non lasciando uscire nessun lamento dalla bocca. Una mi attraversa la spina dorsale e il calore aumenta. Cado di lato ansimante e poggio la tempia sul pavimento in cerca di un po' di frescura. Il respiro accelera come il mio cuore, la stilettata dalla schiena si estende nelle ossa delle braccia e nelle gambe, tiro le ginocchia al petto e le stringo tra le mani credendo di morire, ma il dolore non mi permette di restare in quella posizione e mi metto seduta sulle ginocchia per prendere fiato. Ne arriva una fortissima nella testa che mi costringe a prenderla tra i palmi per paura che mi scoppiasse il cervello. Durano secondi, che a me sembrano ore, poi passano e arriva il caldo ustionante e il sudore. Tanto è il caldo che la vista si annebbia e cado ansante all'indietro come svenuta, ma sento le streghe che continuano a sussurrare e vedo, dalla polvere lucente alzarsi dei fasci di luce, staccarsi poi dal cerchio, spazzati via come una folata e ritrarsi in una sfera splendente sospesa sulla mia testa. Lentamente la sfera si abbassa e si ferma sul mio petto, poi entra in me scoppiando in un milione di spine taglienti e il mio corpo si contorce. Inarco la schiena in un'impennata di sofferenza atroce credendo di non riuscire a superare il rito e che sarei morta in quell'istante, ma d'improvviso passa e lentamente, poggio di nuovo la schiena sul pavimento. È finito, il caldo, le fitte, è tutto finito. Metto una mano sul mio cuore e sorrido a me stessa. Tremante, lentamente mi alzo e soddisfatta guardo Albert, <<brava, Emily. Ora chiama il tuo signore e i guardiani>>. Conto i dodici Vampiri in fila, solo uno è tra di essi, mentre gli altri due no, ma non ha importanza e con fermezza dico, <<i fratelli Bilmar e Albert>>. Credo che Albert intendesse loro tre per guardiani, poiché sono le loro nomine e sorvegliano la mia nazione dal male.
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La Passione ha il tuo nome
VampireLa notte di San. Valentino, Emily, una giovane libraia, non sapeva che grazie a un'aggressione incontrava l'uomo che avrebbe stravolto il suo modo di amare. Perché a causa della maledizione, l'amore per lei era un sogno che non poteva permettersi, m...