La passione ha il tuo nome. Capitolo 67

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Emily.

Nel pomeriggio a casa di Carl, arrivano i genitori di Adriana. Vederli mi sconvolge, e sentire lei che mi dice, con tono accusatorio <<è normale che abbiamo saputo della morte di mia figlia dal Tg? Voglio conoscere la bambina. Siccome è tutto ciò che mi rimane di Adriana>> mi nausea. Letizia vedendo i nonni, a lei estranei, si nasconde dietro le gambe di Tanya, ma loro non le danno peso e invitati da Felicia si accomodano sul divano, dicendomi che avrebbero portato la bambina via con loro, poiché sono gli unici parenti che lei avesse, ma che l'avrebbero messa in un istituto, perché non possono badare a lei. Letizia ascoltando, inizia a piangere e a dire che lei vuole restare con zia Emy e con Tanya. Diego infuriato li attacca, <<ma come vi permettete di dire una cosa simile? Voi non siete nessuno. Siete venuti fin qui senza versare una lacrima per vostra figlia. Voi siete qui solo per ricavarne qualcosa>>. Diego livido per la rabbia urla, <<cosa volete? La sua casa? I suoi soldi? Vi dovreste vergognare di voi stessi solo per il fatto di essere qui>> Katya tenta di calmarlo portandolo fuori dalla stanza, Tanya stringe i pugni, poi mi afferra per il braccio trascinandomi nello studio. Chiude la porta e incrociando le braccia sul petto, <<Emy io mi prendo la bambina>>. Attende la mia reazione, ma muovo solo la testa non riuscendo a capire cosa intendesse. <<Lei non vuole andare via, con me e Tom starà bene, vivrà una vita meravigliosa, non si ammalerà mai, potrà crescere forte e sana. E nella peggiore delle ipotesi, io potrò darle l'immortalità e lei vivrà per sempre>>. Scuoto ancora la testa, vorrei parlare, oppormi ma le parole non vengono fuori. <<Emy ascolta, tu sei umana, non potrai proteggerla. Tu non potrai mai farlo come me>>. Certo che posso! Appena arriva Eric, mi farò trasformare per amore di Letizia, decido mentre lei continua <<quell'uomo demoniaco voleva prendere il suo cuore. Un cuore puro. Un cuore innocente di bambino. Albert l'ha saputo dall'uomo catturato da Eric>>. Mi aggrappo al suo braccio con il respiro accelerato da quel ricordo orribile. <<Ora ti starai chiedendo se sia giusto il fatto che sto stendendo la mano e prendere una figlia. Una figlia che non potrò mai avere se non in questo modo. L'hai vista anche tu, ti sembra felice al pensiero di andare via? Pensi che sia al sicuro in un istituto o con loro? Li hai guardati bene? Lui a stento si regge in piedi tanto è consumato dall'alcol e lei che sembra una battona, che esempio potrà mai essere per la bambina? Tom ed io la proteggeremo da qualsiasi male, avrà tutto quello che può desiderare, crescerà con la consapevolezza della nostra presenza, potrà sempre contare su di noi. Lei mi vuole bene, ora ha il mio sangue dentro di lei. Io l'ho guarita adesso mi riconosce come una madre, lei è mia!>>. Qualcosa in quella frase m'infligge un colpo al cuore e blocca il mio cervello impedendomi di pensare e lei poggiandomi le mani sulle spalle, <<senti te lo sto dicendo perché non voglio usare i miei poteri su di te, e poi perché voglio che tu continui a fare parte della sua vita>> Tanya mi scuote per le spalle, <<parla! Dì qualcosa>>. La guardo spaventata per quello che vuole fare e piango perché non riesco a parlare. Tanya facendo un sospiro rassegnato <<vieni con me, continua a tenere la bocca chiusa, al resto ci penso io>>. Ritorniamo nel salone, lei fa cenno a Diego e a Katya, che erano rientrati, di seguirci in giardino, poi prende la bambina e dice, <<Letizia ti piacerebbe veramente rimanere con noi?>> <<Sì. Tanto>> <<bene! Oggi stesso, sarai adottata da me>>. Diego mi guarda perplesso, <<come farà? Io sono avvocato e so che è impossibile, c'è tutta una procedura da svolgere e poi dovremmo accertarci che ci siano i presupposti giusti>>. Tanya mi da Letizia, poi guarda Diego e con decisione dice, <<noi possiamo fare di tutto, per noi nulla è impossibile>>. Felicia manipola la mente di Diego, lui con voce atona e con lo sguardo assente asserisce <<lei lo voleva>> Katya risponde con lo stesso tono, <<sì, ho letto il testamento>>. Tanya porta i coniugi Gini nello studio, dove arriva un Vampiro con dei documenti presentandosi come <<William Yohrk! Avvocato di famiglia>> e chiude la porta. Dopo qualche minuto, Tanya ci raggiunge, mostrando un foglio a Letizia, <<da ora sei Letizia Bilmar de Fornier, figlia di Tanya e Tomas. Benvenuta nella mia famiglia>>. Lei la abbraccia forte dicendo, <<sei la mia nuova mamma?>> <<Sì e lo sarò per sempre>>. Rimango immobile e silenziosa davanti a quello spettacolo e Felicia, cingendomi le spalle, <<starà bene con lei. Vedrai Emy>>, poi mi desta Letizia che correndomi incontro urla <<zietta, Tanya è la mia mamma. Ho di nuovo la mamma!>>. Lei è felice. La felicità mista all'ingenuità di un bambino che si trova in una condizione d'incoscienza dopo l'incanto di Rose. Mi sforzo di sorriderle e la abbraccio. I genitori di Adriana vanno via senza rivolgerle nemmeno uno sguardo. Anche Diego parte, sostenendo che il giorno dopo dovesse sentenziare una causa. Mi siedo in giardino sul dondolo con Letizia tra le braccia che si sta addormentando e con Tanya al mio fianco. Dopo un po', grazie a Dio, arriva Eric con i fratelli e Rose. Adesso Eric sistemerà la cosa, penso mentre Tanya corre da Tom e gli racconta tutto. Carl ed Eric ascoltano e poi mi guardano. Tom bacia la moglie, poi viene da me e con tono rassicurante, <<Emy, lei sarà al sicuro con noi. Ne puoi essere certa>>. Accarezza la testa di Letizia, ed io pensando che la prendesse dalle mie braccia, con la sensazione di averla persa, la stringo di più e lei svegliandosi, prima mi rivolge uno sguardo, poi senza averlo visto ma con la certezza che lui fosse dietro di lei, si scioglie dalle mie braccia e si butta in quelle di Tom <<ciao, mia piccola. >> <<Ciao papà>>. Ed io resto a braccia vuote e piango. In questo momento, mentre Tom si allontana con la bambina, ho la tremenda certezza di aver perso anche lei. Eric lentamente prende le mie mani, <<Emily andrà tutto bene>> mi alzo dal dondolo, tirando le mani dalle sue e con tutta la rabbia che ho dentro, urlo, <<non va per niente bene. Avresti potuto fare tu quello che ha fatto lei. Avresti potuto guarirla tu, invece ci hai lasciato in quel macello>> <<io ho dovuto portare via quell'uomo>> <<lo poteva fare uno dei tuoi fratelli, ma no, hai scelto di farlo tu! Dovevi dimostrare quanto sei valoroso, abile, onnipotente>> <<questo non è vero>> <<stai zitto egoista! Per colpa tua, per colpa di persone come te, Adriana non c'è più. Per colpa di un essere malvagio della tua razza lei non c'è più>>. Eric inizia ad arrabbiarsi, <<non mi paragonare a loro>> <<hai ragione, tu sei peggiore. Tu uccidi lentamente, senza cuore, senza pietà>>. Mi afferra le braccia, il suo viso è una maschera di rabbia, gli occhi diventano di ghiaccio, poi tra i denti dice, <<ora ti lascio, poi scappa>>. Ignoro deliberatamente il suo avvertimento e guardandolo con disprezzo dico <<dei mostri come te, hanno preso la vita di Adriana, la tua famiglia ha preso Letizia. Tu hai preso il mio cuore, ci hai giocato a tuo piacimento, poi l'hai stretto e frantumato in mille pezzi ed io ti odio per questo, ti resta da prendere solo la mia vita. Avanti fallo cosa aspetti?>> Eric stringe di più le mie braccia, Carl corre al nostro fianco, mentre urlo, <<tu non sei capace d'amare, i mostri come te non sanno amare, tu un cuore non c'è l'hai, tu il coraggio non c'è l'hai>> e lui furioso <<Carl, apri quella dannata porta. Adesso>> urla. Carl non si muove ed Eric fuori di se, stringendomi, con una mano mi tiene la testa per i capelli e sento i suoi denti poggiati sul mio collo. Carl in un lampo mi tira dalle sue braccia spingendo via Eric con una mano, parandosi davanti al mio corpo. Mi porto la mano alla gola avvertendo un senso di bruciore, Eric fuori di se, parlando davanti alla faccia del fratello dice, <<spostati immediatamente>> Carl senza temerlo risponde <<no>> e si fissano negli occhi. Eric con uno scatto, velocemente afferra il mio braccio e in un batter di ciglio mi ritrovo davanti a Carl, col viso vicinissimo a quello di Eric, <<la morte te lo darò quando vorrò io, e non quando lo dici tu>> <<ti odio sparisci dalla mia vita>> urlo. Lui mi spinge via ma Carl mi afferra per non farmi cadere ed Eric puntandomi il dito e con furia, <<questo non è possibile, tu sei mia che ti piaccia o no>>. Lo guardo con spregio, <<preferisco andare all'inferno piuttosto che essere tua>> e sfilandomi l'anello, lo lancio contro di lui. <<Non c'è posto, dove tu potrai andare o dove nasconderti, perché io ti scoverò. Non potrai fare nulla che io non verrò a sapere. Quello che hai visto di me finora non è nulla, tu non sai di cosa sono capace>> <<dimostralo abbi il coraggio, fammi vedere>> grido. Eric stringendo i pugni, <<non è così che scatenerai la mia ira, vuoi la morte? Allora inginocchiati e implorami>> punta i suoi occhi nei miei e afferrando il mio viso con una mano, <<inginocchiati! Implorami pietà per ucciderti>> urla. <<Non lo farò mai. Io m'inginocchio solo davanti al mio Dio>> avvicina il viso al mio e quasi sulle mie labbra <<ricordalo sempre, sono io il più forte e il coraggio l'ho avuto a non ucciderti, strega>> poi Rose se lo porta via. Carl guardandomi in viso, <<ti senti bene? Fammi controllare il collo>> <<no! Voglio solo andare via da qui. >> <<Dove vuoi andare?>> <<A casa mia, puoi accompagnarmi?>> <<Certo! Chiudi gli occhi>>. Arrivata a casa, lo ringrazio <<adesso voglio restare da sola>>. Carl sparisce ed io mi tolgo le scarpe e le getto nella stanza poi camminando come un'autonoma mi siedo sul divano al buio e piango di dolore e delusione. Avevo creduto che lui avesse imparato ad apprezzare Adriana e che provasse dell'affetto ma non era così altrimenti avrebbe guarito lui la figlia, invece non l'aveva fatto perché Letizia e la madre non le erano mai piaciute e ora Tanya me l'ha rubata, e per questo li odio. E odio anche me stessa perché io ho amato un Vampiro egoista e l'ho portato nelle loro vite senza preoccuparsi di proteggerle dai suoi nemici. Ed è ancora più mia la colpa perché io amavo Adriana come una sorella e la mia maledizione l'ha strappata alla vita.


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