La passione ha il tuo nome. Capitolo 37

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Eric.

Sono tre giorni che attendo insonne, stravaccato sul divano, il suo ritorno. Butto giù l'ultimo sorso di sangue, con un'immagine ricorrente: mi pare di rivederla sotto di me, che ansima. Stizzito, lascio lo studio e vado in cucina per chiudere le vetrate che Olga aveva lasciato aperte ed anche lì la vedo, dove lei è solita sedersi per la colazione, leccandosi le dita sporche di cioccolato. Nel salone, a gambe incrociate, accanto al tavolino, che si dedica al suo hobby. Salendo la scala, mi sembra d'incrociarla mentre la scende. In camera, addirittura, mi appare sorridendo dal suo specchio. Esausto, mi distendo sul mio letto per cercare di svuotare il cervello, ma il suo odore mi pervade e volgendo la testa, al mio fianco mi pare di vederla dormire. Infuriato, prendo il cuscino e lo lancio contro la sua toilette, rompendo delle boccettine di profumo. Maledizione, lei è ovunque! Alzandomi, spalanco la finestra del balcone per prendere aria da quell'insostenibile miscuglio di odori: è notte e la brezza fresca m'investe smuovendo le tende, alzando gli occhi al cielo terso, ammiro la luna piena, è la serata adatta per una corsa al contatto con la natura ed è quello che mi ci vuole per sgranchirmi. Flettendo le ginocchia salto in aria spingendomi oltre il giardino. Atterro sulla strada, poi inizio a correre velocissimo, fermandomi su una scogliera. Sotto di me lo Ionio s'infrange violento contro gli scogli, portandomi al naso l'aria salmastra e schizzi d'acqua sul volto. In lontananza, una barca di pescatori sulla rotta per Scilla, resto a guardarli fino a quando non spariscono nel buio che mescola il mare al cielo e la calma non arriva. Traendo un respiro, corro ancora, fino a ritornare indietro, fermandomi nel bosco per cacciare e nutrirmi da fonte diretta, perché non c'è nulla che mi desse più soddisfazione che affondare i denti nella carne e sentire il sangue caldo scendere giù per la gola mentre le forze della tua preda scemano fino a non udire più il battito del cuore. Aggirandomi tra i sentieri e gli alberi, la vedo leggiadra, corrermi incontro, <<Emily>> esclamo e allargo le braccia per riceverla. La stringo, ma le mie braccia restano vuote, come il vuoto che avverto dentro di me. Abbassandole, do un pugno in un albero, spezzandolo, e mi teletrasporto a casa.

Si è fatto giorno e in camera, togliendomi i pantaloni, l'anello cade sul tappeto, lo raccolgo e guardandolo, sembra non avesse più la stessa luce. Lo poggio sul tavolino e ritorno a vestirmi. Prima di uscire, ordino a Olga di ripulire in camera, poi prendo la moto e vado a lavoro.

I miei fratelli sono già operativi. La mia segretaria, mi rincorre per il corridoio, rammentandomi gli impegni della giornata, tenendo la lista tra le mani e appena varco il mio ufficio, la azzittisco urlandole <<basta! Qui comando io e so quello che devo fare>> e lasciandola a bocca aperta, le sbatto la porta in faccia. Avvicinandomi alla scrivania, vedo la nostra foto in prima pagina della rivista mondana, una proprietà segreta di Rose, e leggo: Eric Bilmar, lo scapolo d'oro, presenta la sua fidanzata ufficiale. Facendone una palla, con rabbia, lo getto nel cestino. Quale fidanzata! Quella strega è sinonimo di fastidi e grattacapi. Infilando le mani nelle tasche, resto al centro della stanza, lasciando che il tempo scorra. Carl, nel pomeriggio viene personalmente a informarmi che la riunione sul bilancio bimestrale stava iniziando; lo seguo nella sala e invece di sedermi, mi metto davanti alla finestra dando le spalle a tutti, isolandomi anche dal loro parlare. Non riesco a concentrarmi perché nel mio cervello c'è solo la rabbia per lei. Rivolgo la mia attenzione a loro, solo quando Carl mi porge la penna e dei documenti, li firmo, senza nemmeno leggerli e ritorno nel mio ufficio trovando Sheila ad attendermi. Lei non fa parte del programma giornaliero. Sedendomi nella poltroncina di fronte a lei, poggio i gomiti sui braccioli e attendo. Accavallando con disinvoltura le gambe, coperte da una succinta gonna, fa la sua mossa, rivelandosi senza biancheria, sorridendomi con sensualità. Invece di sentirmi attratto dal suo invito né sono, sorprendentemente, indifferente e mi ritrovo a paragonarla con la strega, trovandola volgarmente inopportuna e lei accorgendosi della mia reazione dice <<se non oggi, tu tornerai tra le mie gambe! Nessuno ti appaga quanto me, nemmeno la tua concubina, a quanto mostri col tuo umore>>. Alzandomi e piegandomi su di lei faccio scorrere la mano sul suo collo: la colpa di quello che è successo tra me e la strega è solo sua! Tutto è scaturito da quel suo bacio e le mie dita si stringono intorno alla sua gola. In reazione le spuntano i canini, <<ritirali subito>> le ingiungo per farle capire chi avesse potere su chi e quale fosse il suo posto, stringendo le dita con l'intenzione di soffocarla, le dico <<i tuoi giochetti non mi scalfiscono. Preferisco scoparmi un zombie piuttosto che una serpe travestita da femmina. Tu per me non sei niente>>. Sheila non afferra il messaggio ed emette un sibilo animalesco, una mossa che mi spinge a torcerle il collo, ma in quell'istante appare Tom dicendo, con voce ferma <<Eric>> per non farmi commettere una sciocchezza. Le rivolgo un ultimo sguardo distaccato e offensivo <<torna tra i tuoi simili, i topi di laboratorio>> poi a mio fratello, con rabbia ordino <<rimettila in riga tu! Fa rispettare le gerarchie!>> e le spezzo il collo, poi me ne vado sbattendo la porta.

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