La passione ha il tuo nome. Capitolo 50

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Emily.

John, la guardia del corpo del turno pomeridiano, entra nel mio ufficio sentendosi libero di non bussare nemmeno ed io arrabbiata, chiudendo il cassetto della scrivania con un tonfo, gli chiedo <<cosa vuoi?>> <<Datti una calmata! Ti devo portare casa. Eric ti sta aspettando>>. Quel vigliacco di Eric presto mi sentirà! John, non apre bocca durante il tragitto, non che avessi voglia di fare una conversazione spicciola con lui, già m'irritano i taciturni, figuriamoci quelli con una personalità da essere superiore, come la sua, accentuata anche da quei suoi occhi glaciali che non tentano di nascondere per niente che non gli vado a genio. Appena parcheggia l'auto nel giardino di casa, mi dirigo direttamente nello studio. Spalanco la porta e lui è lì con Alex, Nico, Rose e Albert e tralasciando le maniere, arrabbiata gli urlo, <<dimmi perché l'hai fatto? Ti sembra giusto? Si può sapere come agisci? Cosa cavolo ti passa per la testa, e non guardarmi con quell'aria accigliata!>>. Eric continua a fissarmi senza parlare, facendomi arrabbiare ancora di più e stringendo i pugni, <<rispondimi, prima che ti arrivino tante di quelle imprecazioni che tu nemmeno conosci>>. Mette le mani nelle tasche e parlandomi serenamente, <<si può sapere di cosa diamine stai parlando? Sono dotato di un'intelligenza superiore, ma sinceramente faccio fatica a capirti. Avverto la tua rabbia e non né comprendo il motivo>> poi velocemente afferrandomi per le braccia, cambia tono, e innervosito <<dimmi, chiaramente, perché c'è l'hai con me!>> <<Ti reputi superiore e non capisci?>> <<No!>> risponde fissandomi a occhi stretti. Imitando il suo stesso sguardo, gli spiego <<ho atteso sveglia una tua chiamata tutta la notte, fino a pochi minuti fa, ti sembra normale che tu non l'abbia fatto?>>. Mi lascia e ritornando calmo, <<non ho potuto perché sono stato impegnato in cose da Vampiro da Albert>>. L'incidente al cantiere era una bugia, lui era andato a combattere qualche demone e spaventata, esclamo <<tu mi hai mentito e questo è peggio>> <<e come potevo dirtelo? Hai dimenticato, dove stavamo ieri sera? Se tu fossi come me, l'avresti saputo. Mentalmente ti avrei detto tutto>> <<poiché non lo sono, potevi comportarti da umano e mandarmi almeno un sms!>> <<Li trovo freddi e impersonali>> si giustifica in modo semplice, ed esasperata rispondo <<io li trovo utili e rassicuranti>>. Gli giro le spalle e faccio per andarmene, ma lui mi blocca parandosi davanti, <<dove vai?>> <<Io a dormire tu al diavolo!>> e piantandolo nello studio, corro in camera e mi lascio cadere pesantemente sul letto, con i nervi a pezzi.

Eric.

Per un secondo, ho creduto che, i sussurri, le avessero fatto scoprire, quello che era accaduto tra me e Adriana, ma fortunatamente la sua rabbia è solo dovuta alla preoccupazione per non avermi sentito. Io odio parlare al telefono, preferisco guardarle in faccia le persone. Ascoltando i rumori provenienti dal piano superiore dico, <<vi consiglio di coprirvi le orecchie>>. Non hanno il tempo di capire il mio avviso, che la voce di Eminem, rimbomba a tutto volume in casa, facendoli trasalire. Nico, tenendo il ritmo, con la testa, dice <<questa musica spacca>>. Uno di questi giorni gli taglio la lingua a quell'Eminem! Così non avrebbe più avuto modo di cantare, se si poteva definire tale il suo stile da strada che Emily apprezza. Guardando Albert, che è sconvolto, per il suo udito fine, mi dice, <<devi educarla alla vera arte musicale, figliolo. Un sonetto di Mozart, ad esempio>>. Mi viene da ridere pensando all'espressione annoiata di Emily, mentre ascoltava un concerto, le Quattro stagioni di Vivaldi, mormorando, continuamente "che palle" a Tom. John, invece mi domanda <<ma come fai a sopportarla?>> mentre Alex, dice <<io continuo a non capirlo>> <<non è sempre così>> la difendo. Rose, infilandosi il soprabito, <<Albert ed io c'e ne andiamo, perché credo che Emily non abbia voglia di conversare>>. Prendo tre fogli con le liste dei Preti esorcisti morti e le consegno a John <<accertati che lo siano veramente>>. Rimasto solo, faccio i conti con Eminem. Afferro il cd dallo stereo e lo polverizzo frantumandolo con una mano.

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