La passione ha il tuo nome. Capitolo 15

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Eric.

Durante la riunione, a riguardo del centro commerciale, mi arriva un messaggio da parte sua: Sto tornando a casa. Carl mi guarda incuriosito mentre fisso il cellulare e facendogli cenno che non è nulla di preoccupante, lo ripongo. Continuo a discutere di strategie di mercato, ma il mio cervello in contemporanea pensa anche che fosse strano il suo messaggio perché non era il solito orario il quale rincasasse. Un'altra stranezza l'ho colta nel suo atteggiamento di questa mattina, inquieto e misterioso; quella ragazza certe volte, è davvero imprevedibile. Trovati gli accordi finanziari e decise le nuove assunzioni, la riunione finisce e ritorno nel mio ufficio. Togliendomi la giacca per stare più comodo, mi dedico al mio progetto e sentendo la porta aprirsi alzo gli occhi, mentre Sheila la richiude dicendo <<se la montagna non va a Maometto... >> e avvicinandosi si siede a gambe accavallate sulla scrivania di fronte a me. Sorridendole le domando <<a cosa devo questa visita?>> <<Ti ho portato personalmente l'invito per l'evento dell'anno>> e mi bacia sulla bocca <<mi farai da cavaliere, vero?>> <<Dovrai trovartene un altro perché non parteciperò>> <<non puoi mancare, senza di te non sarebbe la stessa cosa>> e mi bacia ancora. Nulla la fermava e sapeva sempre come prendersi ciò che voleva, un po' come me, e così comincia la sua tattica di persuasione. Scende dalla scrivania scivolandomi addosso e con un tono ammaliatore <<ti farò cambiare idea>>. Preso dalla sua avvenenza, mi alzo e sedendola nuovamente sulla scrivania comincio a sbottonarle la camicetta, dicendole <<mi hai quasi convinto>> agendo per confermare a me stesso che in me non è cambiato nulla. Sono quello di sempre. Quando a un tratto appare sulla porta mio fratello, <<scusate, non pensavo>> <<Carl non pensare. Sbrigati a parlare!>> <<È arrivato un messaggio urlante sul mio telefono per te!>> e lo poggia sulla scrivania accanto a noi in modo che potessi leggerlo, poi se ne va: Dove cavolo è finito tuo fratellooooo, se lo vedi, digli che lo sto cercando. Il messaggio non l'ho letto solo io, e notando l'incupimento nello sguardo di Sheila la distolgo baciandola e riprendendo ciò che è stato interrotto, ma dopo poco ancora una seccatura. Il telefono squilla insistentemente. Afferrandolo, senza interrompere il nostro amplesso e senza guardare chi fosse, nervoso, dico <<chi parla!>> <<Ehi, rilassati! Per caso ti ho disturbato?>> Emily! Per un istante mi blocco pensando: tempismo perfetto strega. <<Che cosa vuoi?>> <<Hai letto il messaggio? Torna a casa c'è una sorpresa per te!>> <<Tra un po' arrivo>> e riattacco. Sheila mi afferra per la camicia e con rabbia, <<chi è questa che ti aspetta a casa? >> e nel tentativo di distoglierla per portarla al mio volere le dico <<è un'organizzatrice>> e la bacio sul collo, ma lei respingendomi iraconda <<non mentire! Sento che c'è dell'altro. Che cos'ha lei più di me?>>. Nessuno doveva permettersi di parlarmi in quel modo, nemmeno lei, e alzandomi la cerniera dei pantaloni, guardandola con durezza, <<io non ti devo alcuna spiegazione, faccio ciò che mi pare, come, quando e soprattutto con chi dico io! E se ci tieni tanto a saperlo, lei è il tuo esatto contrario! Soddisfatta adesso?>> <<Fa pure, tanto sappiamo già come va a finire, ti stanchi presto delle altre e torni da me come la pecora all'ovile>>. Rimettendomi la giacca, <<invece, potrei brucare tutta la vita felice nel mio orticello>> e lasciandola con il suo tormento vado via. Attraversando veloce l'ufficio m'imbatto in Carl che afferrandomi per le braccia mi dice rimproverante, <<che combini, ti stai ficcando in un groviglio spinoso che potrebbe essere difficile da districare. >> <<Difficile ma non impossibile! Non preoccuparti fratello>>.

Anche lei, finalmente si è arresa al mio fascino d'altronde come resistermi, il mio odore per lei è un afrodisiaco; magari avrà indossato uno di quei completini oppure la troverò nel mio letto, completamente nuda. Penso mentre guido.

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