La passione ha il tuo nome. Capitolo 45

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Mi sveglio e sono sola nel letto; mi trattengo pensando a tutto quello che è successo e quello che ho scoperto fa cadere tutte le mie assurde supposizioni. Ho saputo di un mondo che prima di ieri non credevo che esistesse se non nella fantasia, ma quello che mi ha raccontato Eric, è notevolmente diverso. Un po' mi sconvolge, un po' mi affascina, un po' m'incuriosisce. Dentro di me si affollano sensazioni e sentimenti contrastanti: la gioia di sapere che l'avrò sempre al mio fianco, la paura di ritrovarmi in un mondo che avrebbe potuto rivelarsi troppo complicato, la curiosità di scoprire cose nuove, sensazioni che solo lui avrebbe potuto farmi provare e l'ansia d'imparare a convivere con fenomeni eccezionali. Quello che più scalpita dentro di me, però, è il mio amore per lui che non importa cosa fosse, un Vampiro, un mostro o chi altro.

Lui è Eric! Eric e basta. Ed è immortale.

Come tutte le mattine, apro le tende e spalanco la finestra per soleggiare la camera, poi mi affaccio al balcone e lo vedo che passeggia nervoso in giardino! Oh, no! Riconosco quell'atteggiamento. È arrivato uno dei suoi momenti peggiori e adesso che so chi fosse, temo nell'affrontarlo, ma non posso rimanere per sempre chiusa in camera.

Angosciata, mi vesto e quando mi avvicino alla scala, lui è ai suoi piedi, che mi aspetta fermo con le mani nelle tasche ed è arrabbiato, poi la sua un'espressione cambia, diventa seria e attenta. Questo significa che si sta trattenendo finché non mi avrà dinanzi o forse, che sta aspettando la mia reazione verso di lui? Penso con ansia fermandomi a metà della scala e per capirlo, non perdo tempo e guardandolo negli occhi, <<avanti dillo che è tutto sbagliato e che stai per cacciarmi via>> <<ti sbagli! Mai come adesso tutto sta diventando più giusto>>. Dal mio petto sparisce quel mattone d'ansia e le mie guance si sollevano in un sorriso, ma poiché lui continua a guardarmi in quel modo senza muovere un muscolo, gli dico <<allora se mi lancio verso di te, mi prendi o mi farai cadere?>> <<Provaci e vedrai>>. Prendendo uno slancio, salto a braccia aperte verso di lui. Eric mi appare davanti e nello stesso tempo mi stringe le braccia intorno al corpo: libriamo per qualche secondo in aria, come se stessimo danzando, poi atterriamo lentamente sul pavimento ed io affermo, <<lo sapevo che mi prendevi>>. Mi sorride, il primo della giornata, e a me sembra che la luce del sole è più splendente, poi poggia appena le labbra sulle mie ed io lo incoraggio <<impegnati, sai fare molto meglio>>. Lui stringendomi ancora di più, mi dà uno dei suoi baci e in reazione il mio battito aumenta, il fuoco divampa nel mio corpo e le gambe tremano ed Eric, poggiando la fronte sulla mia, <<oggi niente lavoro. Ho detto alla tua socia che forse tornavi domani. >> <<Perché forse?>> <<Perché non ero sicuro di come avresti reagito stamattina, ai fatti di ieri. >> <<Sei rimasto deluso?>> <<Per niente. Anzi sono felicissimo>> e portandomi in cucina <<la colazione è pronta>>. Come sempre è esagerata. Lo guardo avvilita e gli chiedo, <<viene anche la tua famiglia a colazione? Perché se non è così, allora sono nei guai>>. Eric scoppia a ridere. <<Non ridere tu non hai il senso della misura! Esageri in tutto>> <<sono fatto così, ti conviene rassegnarti>>. Facendo un sospiro arrendevole, mi siedo al tavolo e mentre inzuppo i biscotti nel latte, gli chiedo, <<Eric, perché ieri sera qualcuno ti ha sparato? Sono, forse stati mandati da chi ha commesso il furto nella tua azienda?>> <<Non credo, ma ti assicuro che quando lo scoprirò faranno una brutta fine. >> <<Come farai? Intendo, a scoprirlo>> <<ho i miei metodi, non ti preoccupare. E per quanto riguarda te, dovrai attenerti a delle regole, poiché sei umana e quindi mortale. Niente uscite serali senza di me o con qualcuno della mia famiglia. Niente serate con amici in mia assenza. Insomma di giorno puoi vivere da umana, ovviamente con la scorta, ma dal tramonto in poi, sei nel mio mondo e tu dovrai darmi ascolto, perché ti assicuro che io non sono l'essere più temibile in circolazione>> <<esiste qualcuno più pericoloso dei Vampiri?>> <<Sì, i demoni. E ti giuro che questa volta ucciderò chiunque oserà toccarti, compresi gli umani!>> <<Non sarebbe il caso>> <<invece lo farò. E tu devi aiutarmi a proteggerti>> <<da cosa?>> <<Dalla morte, perché non voglio perderti>>. L'intensità con cui l'ha detto, mi fa sentire talmente fortunata ad aver trovato un amore così. Un amore pronto a confrontarsi con la morte fino a sfidarla per me e mi commuovo sentendo i miei occhi colmarsi di lacrime. Eric prende il mio viso tra le mani e guardandomi <<ora Tom direbbe lo sapevo, questa volta non mi ha deluso, e dice anche che hai due rubinetti al posto degli occhi>> <<ah! Bene è questo che pensa di me?>> dico asciugandomi le lacrime, che nel frattempo sono scese, <<sì! Ora però, finisci di fare colazione>>. Scuoto la testa, perché la mia misera fame è passata del tutto, lui si acciglia, poi dice che posso fare ciò che voglio perché lui ha delle cose da sbrigare. Arriva Olga con dei sacchetti della spesa e mentre sistema, le propongo di aiutarla nelle pulizie, con suo stupore. Eric esce dallo studio lanciandomi uno sguardo di disapprovazione. Oddio mi ha sentito! Poi ritorna a chiudersi nella stanza. Olga accortasi del suo sguardo, rifiuta garbatamente il mio aiuto. Se fossi certa che stesse solo lavorando, andrei nello studio e mi siederei a guadarlo, ma nel dubbio che potessi trovarlo a bere una sacca di sangue, il solo pensiero mi disgusta, decido di andarmene in giardino. Fa caldo oggi e togliendomi le scarpe, attraverso il prato e mi siedo all'ombra sotto a un albero. Ancora non mi sembra vero che esistano i Vampiri. Quante volte ho criticato e riso delle loro storie scritte e adesso mi ritrovo ad amarne uno. Santi numi! Eric è un Vampiro ed io devo mantenere il segreto anche con Adriana alla quale racconto sempre tutto. Sospirando chiudo gli occhi sentendo il profumo dei fiori e il mio cervello si libera di tutto. Mi sono sempre piaciuti certi odori e quelli dei fiori li apprezzo in particolar modo, <<camelia, peonia, rosa, bella di notte, begonia, dalia, narciso>> <<che cosa stai facendo?>> apro gli occhi ed Eric è piegato sulle gambe al mio fianco con un'espressione incuriosita sul viso. Cazzo, dallo studio ha sentito il mio sussurrare, ma senza mostrargli il mio sgomento, sorrido, dicendogli <<elencavo i tuoi fiori>> <<ho visto, ma mi chiedo secondo quale ordine>> <<di profumo>>. Il suo sguardo si fa interessato, poi sedendosi dietro di me cingendomi con le braccia e accostando il viso al mio <<continua a farlo, io controllo se sbagli>> chiudo di nuovo gli occhi e ricomincio a elencarli. Poi li riapro girandomi a guardarlo. Eric accarezzandomi il viso con le dita <<le voci e ora questo! E poi dici che quello strano sono io>>. Lo bacio sulle labbra dicendo <<tu sei solo un po' pazzo>> <<ti sbagli, lo sono completamente poiché sono inumano>> e restando stretta a lui, <<non devi dirlo perché il fatto che il tuo sangue possa guarire le persone, lo trovo eccezionale. Lo fai spesso?>> <<No. Mai>> <<perché no? Immagina quante persone potresti aiutare>> tenendo il viso accostato al mio, <<perché dovrei farlo?>> <<Perché non farlo?>> <<Sarebbe troppo rischioso per noi>> <<ma tu hai detto che puoi guarirmi, perché io sì e un altro no?>> <<Perché tu m'interessi, mentre degli altri non m'importa>>. Scostandomi da lui giro un po' il corpo in modo da guardarlo bene in viso <<non credo che tu sia così indifferente agli umani, altrimenti, che senso abbia fare delle donazioni per la ricerca sul cancro?>> <<Non credere che io sia così generoso, contribuisco solo perché scarico la somma dalle tasse e perché il sangue guasto non è buono per noi>> scuoto leggermente la testa, <<non è vero. Io penso che tu lo faccia perché sei una persona buona e perché il cancro è l'unica cosa che non puoi sconfiggere>>. Eric mi stringe di nuovo a se e con le labbra al mio orecchio dice <<tu mi sopravvaluti>> poi mi bacia il collo, <<non dovresti farlo. >> <<Lo faccio perché veramente lo penso>>. Strofinando il naso sul mio collo, <<e se ti avessi mentito stanotte, facendo promesse da marinaio, prendendo adesso quello che desidero. Proprio in questo punto>> e preme le labbra sulla mia giugulare. Trattengo il respiro rabbrividendo, mi sta mettendo alla prova, per vedere se lo temo e girandomi, <<sono sicura che se tu volessi, l'avresti già fatto. Oppure mi sbaglio e l'hai preso, ogni volta che ti andava, a mia insaputa, iniziando dalla notte che ci siamo incontrati dopo aver perso i sensi!>>. Eric, sorride e distendendomi sul prato, <<ne ho sentito appena l'aroma quella notte, mentre in seguito ti assicuro che non ti ho mai usato per dissetarmi, anche se ne sono stato tentato>> poi poggiandosi su di me, mi sfiora con un dito, il bordo della scollatura sul seno e cambia abilmente discorso, cosa che, questa volta, apprezzo. <<Vuoi sapere come si chiamava la tua antenata?>> <<Quella della foto?>> domando. Lui annuisce e rimettendosi seduto sul prato <<si chiamava Annie>> <<e tu come l'hai saputo?>> Eric inarca le sopracciglia all'insù dicendomi <<indovina!>> e sedendomi a mia volta, facendo un rapido calcolo dei suoi anni da Vampiro e ricordando di essere stata chiamata con quel nome da Felicia e la sua reazione quando vide la foto, esclamo incredula <<l'hai conosciuta!>> <<Non solo. Diciamo che per un periodo ci siamo frequentati e>> alzo una mano davanti alla sua faccia e con espressione seria, <<alt! Fermo lì. Non dirmi che lei era il tuo amore e che il fascicolo che hai su di me era per capire se fossi una specie di mutante alieno. Oppure che stai con me perché sono identica?>> <<L'altra era Margaret ma è morta tragicamente prima che arrivassi da lei e questo molti anni fa. Riguardo ad Annie, in principio ho creduto possibile che fossi tu e per capirlo stavo impazzendo, e in tutta sincerità non provavo niente per lei e ti assicuro che se ora potesse, tornerebbe in vita solo per uccidermi>> <<lo farò io se mi confessi che ti sei portato a letto anche mia nonna e mia madre>> <<no. Loro no, ma tante altre sì>>. Non mi fa rabbia scoprire il vero motivo di quelle indagini su di me, ma mi sorge una sorta di ferocia gelosia, pensandolo, nei secoli, tra le braccia di altre, e gli dico <<Dio mi perdonerà per aver eliminato un Don Giovanni come te>> e mi scaglio su di lui iniziando a colpirlo con i pugni. Per Eric non è difficile difendersi, perché al confronto di forze, sembro una mosca che stesse infastidendo un elefante e la sua aria divertita m'innervosisce di più e lo chiamo usando termini impronunciabili. Eric, però con un'unica mossa mi blocca sotto di lui e mentre prendo fiato sentendomi il viso in fiamme, <<sboccata>> dice con tono divertito, poi mi azzittisce con un bacio che ha la capacità di farmi perdere anche le forze fino al punto che credo di svenire ma a un tratto lui volgendo gli occhi fulminei verso la casa <<abbiamo visite>>. E mi tira su nel momento in cui vedo uscire dalla porta la giovane, apparente ventenne, e bellissima Rose. Eric, teso mi cinge in vita con un braccio tenendo lo sguardo fisso in quello di Rose che con un mezzo sorriso stampato sul viso sembra volesse sfidare Eric. Il loro strano comportamento mi è incomprensibile eppure avevano fatto pace, ma la tensione che percepisco da Eric mi preoccupa, però vedendo anche Albert, fermo all'ingresso come una statua, illuminato dagli ultimi raggi di sole del pomeriggio, che fanno apparire i suoi capelli brizzolati più lucenti, e che rendono il colore blu dei suoi occhi, quasi identico al mio, molto più intenso, sbianco perché capisco che la situazione è seria. Poggiato, con entrambe le mani al suo bastone, il mento alto e fiero, le spalle larghe, Albert emana potere e fascino assoluto, ma io non mi sento per niente intimorita da quel Vampiro, che mostra simpatia nei miei confronti, nemmeno quando lancia uno sguardo severo a Eric e poi rientra in casa. Anzi per lui provo attrazione. Non quel tipo di attrazione che nasce alla vista di un bell'uomo ma quello paterno data l'età umana che dimostra. Rose, buttandosi i capelli del colore del grano, che le arrivano alla schiena, all'indietro, con un gesto da fotomodella, ci volge le spalle e segue Albert. Io mi sento le ginocchia tremare e mi stringo al torace di Eric che è diventato di marmo e lui lanciandomi un fugace sguardo <<va tutto bene! Non temere>>. Sembra quasi che volesse convincere se stesso, più che me, che fosse così e mentre tenendomi per mano, rincasiamo, mi domando il perché lui reagisce in quel modo alla presenza di Albert e il perché della mia strana reazione. Appena entriamo nel salone, rimango sorpresa di trovare anche altre persone, ma educatamente mormoro <<salve a tutti>>. Oltre ai fratelli di Eric con le loro mogli, ci sono anche i nipoti, Nico e Irma che salutano agitando una mano, poi Alex l'amico di Eric addetto alla sicurezza, dice <<splendore>> a modo di saluto facendomi sorridere, ma un brivido freddo mi corre lungo la schiena quando riconosco, John Nowak, l'uomo che pilotava l'elicottero che ci prelevò dal teatro e scorta fissa nei giorni successivi. Una personalità dall'aria glaciale, forse dovuta ai suoi occhi azzurri e freddi come il ghiaccio e ai suoi capelli corti di uno strano biondo che davano dei riflessi rossicci, tenuti in modo scompigliato come se si fosse appena svegliato e uscito senza pettinarli. John fa un cenno della testa come saluto, restando immobile al centro della stanza ed io mi aggrappo al braccio di Eric. Prendendo coscienza che sono l'unica umana in mezzo a loro, sotto voce dico <<sono tutti Vampiri!>> la mia è più un'affermazione che una domanda e per un secondo ho paura, perché mi guardano come se fossi il loro dessert, ma dandomi della stupida, mi riprendo perché sono certa che Eric non avrebbe permesso a nessuno di farmi del male. Rose rivolgendosi a Eric, <<mon cher, sono lieta di vederti in salute>> poi elargendomi un sorriso, talmente caloroso che avrebbe liquefatto l'acciaio, dice <<Emily, come sei pallida! Spero che la presenza di Vampiri come noi, non ti abbia turbato>>. Notando i loro sguardi attenti su di me, adesso ho la sensazione di essere sotto esame da esseri soprannaturali che attendono la mia reazione. La reazione di un'umana insignificante al confronto che avrebbe dovuto costantemente dimostrare di non aver paura di loro. Vampiri! Strane creature, penso e mi domando cosa accadrebbe se lanciassi un urlo di terrore. Reprimendo una risata, <<ma dai! Sono perfettamente a mio agio>> e lei sganciandomi da Eric, mi cinge le spalle portandomi al divano dove ci accomodiamo. Rose sciogliendo i nastri di una scatola poggiata sul tavolino, <<che ne dici di assaggiarli? Io adoro i bon-bon francesi>> e portandone uno alla bocca, con grazia regale, <<questo è al melone. Il mio preferito>>. Conosce la mia debolezza al cacao, ero stata io a dirglielo e imitandola, per non essere scortese, nonostante avessi lo stomaco chiuso per la tensione, che provo stando lontana da Eric, dico <<anch'io li adoro>>.

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