La passione ha il tuo nome. Capitolo 34

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Emily.

Mi aggiusto il rossetto sbavato, ripromettendomi di non provocare mai più la curiosità di Eric.Con le mani che mi tremano ancora, vado a scegliere l'abito: di seta nera, lungo, con una profonda scollatura sulla schiena e uno spacco vertiginoso su un lato. Lui è nella cabina armadio, che si abbottona, i gemelli alla camicia nera. Abbasso lo sguardo avvilita dal suo umore accigliato e capisco dalla lentezza con cui si muove, che non è intenzionato a lasciarmi la privacy. Dandogli le spalle, lo ignoro e mi sfilo la vestaglia, e sento i suoi occhi ardenti addosso: goditi lo spettacolo Bilmar! Così impari a provocarmi gli ormoni. Elettrizzata da questa piccola vendetta, m'infilo l'abito e torno in camera. Prendendo un profumo con una fragranza muschiata, ne metto due gocce dietro alle orecchie, poi mi guardo allo specchio, controllando che il vestito scenda perfetto, poiché ho leggermente il ventre gonfio: dovrò decidermi a parlarne con lui, ma prima comprerò e farò un test di gravidanza per essere sicura che fosse solo un ritardo, come spero che sia. E lui avvicinandosi al mio fianco, <<ruberesti la scena persino a una diva>> ed io rimango incantata da quel tono così inaspettatamente carezzevole. Non mi sono mai mancati dei complimenti, ma nessuno ha sortito un tal effetto su di me ed è anche la prima volta che ne ricevo uno spontaneo da parte sua. E il suo umore è di nuovo cambiato e questo mi fa girare la testa. Traggo un respiro di sollievo e fingendo di raddrizzargli il papillon e sistemandogli la giacca dello smoking nero, dal taglio perfetto, esclamo <<anche tu non sei male!>>. Eric rigirandomi verso lo specchio, stando alle mie spalle, <<a quest'abito manca qualcosa>> e mi avvolge al collo, come se fosse una sciarpa, un lungo filo di diamanti in un intreccio di foglie, lasciandolo pendere sulla mia schiena nuda, poi ne mette un altro uguale al mio polso affermando <<adesso è perfetto>>. Portando la mano alla collana e sfiorandola, con un tono, però, che non svelasse il mio essere sorpreso, <<ma... perché?>> <<Un'altra mi sarebbe saltata al collo per ringraziarmi, tu invece sembri quasi offesa>> <<alquanto, perché penso che tu faccia così con tutte>>. Da dove è venuta fuori questa frase! Io volevo dirgli che non ho bisogno di regali simili, per essere perdonato. <<Tutte chi? Tu sei visionaria, ma adesso sorridi e abbracciami>>. Oddio, come m'indispettisce il suo tono autoritario, ma questa pretesa non gliela do vinta e voltandomi mi stringo a lui dandogli delle pacche amichevoli e incoraggianti sulla schiena <<va bene così?>> domando, sapendo di deludere le sue aspettative. <<No! Ci vorrebbe anche altro>> e mi porge il braccio con un sorriso abbacinante. Lo prendo e afferrando la pochette poggiata sul letto, gli chiedo, scherzando <<Bilmar per caso, stai cercando di sedurmi con i diamanti?>> <<No, io miro a molto di più! Desidero conquistare una cosa tua, vitale per entrambi>>. Si riferisce al mio cuore: oh, quello è già tuo, vorrei dirti che ti amo, ma non posso per il tuo bene. Usciamo da casa, e subito mi assale un senso d'ansia.

Eric mi apre lo sportello, suscitando il mio stupore poiché non lo fa mai, poi parte spedito per la statale facendo aumentare la mia ansia per come corre sulla strada. Dal finestrino guardo il cielo e provo a distrarmi dal senso d'oppressione, contando quante più stelle posso. Per me, il cielo stellato è uno dei doni più belli che Dio abbia fatto all'uomo. A un tratto lui, mi poggia la mano sul ginocchio, scoperto dallo spacco, ed io quasi sussulto avendo la sensazione che mi avesse marchiato a fuoco e accarezzandolo con il pollice, <<perché sei così silenziosa?>> <<Mi stavo chiedendo, perché siamo usciti senza la scorta>> rispondo prontamente per non innervosirlo lamentandomi della sua guida, <<non mi piace averli tra i piedi. Con me sei al sicuro>> <<se lo dici tu>> <<certo! Rilassati>>. Arriviamo all'ingresso del Royal hotel. Eric consegna le chiavi dell'auto a un facchino e poi l'invito a una hostess. Cammino, sul red carpet, con lui che mi tiene per mano e mi sento veramente una diva ammirata, anche se so che gli sguardi d'ammirazione della gente, sono per lo più rivolti ai gioielli che indosso e al mio accompagnatore, che stasera è più affascinante del solito. Appena oltrepassiamo la hall dell'hotel, lui mi dice, con aria divertita <<Emily, solo per curiosità, ma poi dopo indossato l'abito, le mutandine le hai messe?>>. Quasi inciampo nei miei piedi, mentre mi tasto il fianco per accertarmene <<oh mio Dio!>> esclamo sentendomi il volto in fiamme. Eric scoppia a ridere <<deduco di no, dalla tua reazione!>>. I tessuti delicati e sottili della mia biancheria, comprata da lui, difficilmente si avvertono addosso, ma questa mia dimenticanza era solo colpa sua. Se non mi avesse sconvolto con quel bacio, intimorita con i suoi cambi d'umore e per finire rimbambita con complimento e diamanti, me ne sarei ricordata! Imbarazzata, gli dico <<e adesso come faccio? Dobbiamo tornare a casa>> <<oh non se ne parla! Mi piace troppo saperti nuda, sotto quell'abito. Apre prospettive per del sesso trasgressivo>> mi dice, lasciandomi senza parole mentre entriamo in una sala d'epoca ricca di volte e di affreschi, affollata da gente elegante, tutte appartenenti a un certo rango, e riconosco diverse persone importanti, della politica e dello spettacolo: l'élite. Oddio, che agitazione! E l'imbarazzo per la mancanza di mutandine è sostituito dallo stupore per tanta fastosità.

Molti gli si avvicinano creando una piccola folla, quasi come se fosse lui la star della serata ed Eric stringe mani agli uomini che non mancano di fare a me un baciamano e che lui altrettanto rivolge alle signore, ingioiellate che restano ammaliate dal suo fascino. D'altronde in qualsiasi posto ci rechiamo, lui riscuote sempre attenzioni speciali, come il resto dei Bilmar, che sono già presenti, insieme ad Albert e Rose, belli ugualmente nei loro smoking. La cugina anch'essa in un abito nero sfavillante di pietre luccicanti, fissa Eric con aria superba poi sospira e gli tende la mano <<tregua?>> propone. Lui ci riflette a lungo senza mascherare l'ostinazione, ed io nella speranza che mi desse ascolto, accarezzandogli un braccio <<fate la pace, dai!>> lo incoraggio. Cede, gliela stringe e si sorridono. Meno male, così non sarà una serata tesa ed io non mi sentirò più in colpa. Me lo mangerei di baci quando fa così, penso, spostando lo sguardo su Felicia per complimentarmi del suo abito da sera stile sirena. In quell'attimo vedo Pietro che si muove nella sala facendo parte del servizio di sicurezza e mi sento gelare. Eric, che sta discutendo di finanza internazionale con Albert e un gruppetto di uomini, si accorge del mio viso preoccupato e defilandosi con educazione dalla discussione mi tira in disparte chiedendomi <<cosa c'è?>> <<Lui è qui!>> dico con tono terrorizzato e prendendomi la mano <<vieni, balla con me!>>. Tenendomi tra le braccia, e con gli occhi fissi nei miei, <<l'ho visto, ma lui è l'ultimo dei miei pensieri in questo momento. Ti assicuro che non farà nulla che possa peggiorare la sua situazione>> <<io non ne sono tanto sicura! E se avesse ancora una di quelle foto e la tirasse fuori proprio stasera per vendicarsi?>> rispondo con crescente ansia. <<Fidati, non accadrà nulla del genere! So quello che dico. Adesso, fossi in te, mi preoccuperei solo della cena che sarà servita e di Rose>>. Al suo tentativo di cambiarmi d'umore, gli sorrido e terminato il brano musicale, Eric mi guida al tavolo riservato ai Bilmar ed io mi fingo calma. Ovviamente siedo tra lui e sua cugina che fortunatamente parla di tutto tranne che fare domande personali. Finita la quarta, elaborata portata, che mi sforzo di mandare giù, per le continue occhiatacce di Eric, un uomo, abbastanza giovane, in divisa decorata da diverse medaglie, si avvicina al tavolo e m'invita a ballare, ed io, anche se non ne ho voglia, accetto per non essere scortese.

Eric.

La seguo con gli occhi in ogni suo movimento, mentre balla, con la mano di quell'uomo sulla sua schiena nuda che la riempie di complimenti corteggiativi e la sensazione del serpente nello stomaco s'impadronisce di me, così sospirando dico ai miei fratelli, <<uno di voi due, andrebbe a togliermi Emily dalle braccia di Miguel, prima che lo faccia io, strappandogliele a morsi>> <<Carl, vedi anche tu quello che vedo io?>> <<Più che vedere sento puzza di gelosia>> <<Già! Per la prima volta nostro fratello è geloso. Eric, ci siamo forse sbagliati?>>. La loro, è proprio una fissa, punzecchiarmi sulla gelosia, ma questo scambio di battute mi è utile per le orecchie di mio padre e di Rose. Voltandomi verso di loro e con espressione seria, <<i gesti di quell'uomo, su di lei, non sono difficili da decifrare. E come voi sapete, non sopporto che le mie cose siano toccate>> e finito il ballo, Miguel mi riporta Emily. Alzandomi le metto un braccio sul fianco e la stringo a me in modo possessivo: è mia! Gli faccio capire sorridendo al caro Ambasciatore spagnolo che ritorna al suo tavolo.

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