Capitolo 11

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Sua madre era invecchiata, penso Damiano, ma la vedeva una donna più matura e forse un po autoritaria o forse provava a essere un po meno emotiva. Da piccolo era la sua Dea, non riusciva a capire perché dava ragione sempre a suo padre e mai a lui, anche se suo padre sbagliava lei lo copriva sempre. A volte il padre non si rivolgeva a lei in maniera garbata, era un uomo pieno di se, e pure lei stava lì zitta come una geisha. Questa cosa lo mandava fuori di testa. Così per non soffrire più nel vedere sua mamma che non reagiva a quel uomo che  neanche la considerava, comincio a prendere le distanze. Perché non si faceva rispettare? Si chiedeva. Si è vero che non sopportava suo padre sempre pronto a paragonarlo con gli altri della famiglia, lo faceva sentire una nullità. Pensava che con i soldi poteva comprare tutto, l'affetto il rispetto. Faceva dei regali a sua mamma molto costosi , in casa avevano tutto ogni ben di Dio.
Ma era molto restio nel dispensare una carezza un gesto d'affetto. Quel pomeriggio era in casa e nel suo studio li vide, suo padre e una donna di spalle che facevano sesso lì sul suo divano. Lui scappo via e quando torno lei se ne era andata, torno nello studio è quello che trovò sul divano era un orecchino caduto a quella donna.
La sera a cena ci fu la solita diatriba sulla scuola, il padre comincio con i soliti rimproveri, la mamma seduta a tavolo zitta ascoltava con occhi bassi.
Fu un attimo la vista gli si annebbiò al ricordo di loro che facevano sesso, si alzò e prese il padre per il colletto e prima che questo potesse capire qualcosa si ritrovò al muro sotto una scarica di pugni sulla faccia, Damiano glieli sferrava senza sosta, urlando <<Bastardo !!!Bastardo !!! Con chi cazzo eri oggi pomeriggio!!!>> la servitù dovette intervenire e ci vollero 2 donne comprese sua mamma per tenerlo. Il padre si accovacciò a terra pieno di sangue e tutto tumefatto.
<< Cosa hai fatto ??!Sei impazzito !>> urlava la mamma tra i singhiozzi, e stringeva a se Diana che era impaurita.
Damiano si guardò intorno, il sangue ancora gli ribolliva in testa, si sedette e disse
<<Ora voglio vedere se starai ancora zitta a subire le sue angherie, o se lui parlerà ancora di me come un fallito, oggi pomeriggio nel suo studio scopava con una donna. >>e indicò il padre, per poi riprendere:
<<Vero papà ? Vero uomo tutto di un pezzo con una grande integrità e di famiglia nobile ! Vero uomo perfetto. >>
Detto ciò se ne andò nella sua stanza. Sua mamma non parlo per due giorni si chiuse in camera sua. Suo padre si fece medicare, si trasferì per qualche giorno da sua nonna in campagna, almeno il tempo di rendersi presentabile.
La mamma lo rimproverò e gli disse che doveva riconquistare sua moglie con ogni mezzo. Dopo una settimana la mamma di Damiano lo chiamo <<Damiano ho pensato che torniamo a Madrid, finirai il liceo lì, ci faremo una nuova vita sarà difficile, piano piano metterò le cose apposto. Te lo prometto>> disse abbracciando suo figlio<<Ho sbagliato a non impormi devi essere quello che vuoi! Che sia pittore o no, non importa basta che tu sia libero.>>
Damiano si avviò dai nonni a Madrid, aspettó invano la mamma e sua sorelle che lo raggiungessero.
Resto a Madrid tre anni fini il liceo fece due anni di accademia , e vinse una borsa di studio per Parigi, dove completo gli studi. Non volle più né vedere né sentire sua madre e suo padre. Si sentì tradito da lei, ancora una volta aveva scelto quell'uomo al posto di suo figlio. Con i suoi nonni e sua sorella era in ottimi rapporti, erano le uniche persone che lo facevano sentire amato e protetto. Non c'era spazio per l'amore aveva paura di non essere un buon padre, o di trovare una donna che lo tradisse, non lo avrebbe sopportato.

Nelle mani di un pittore ( #Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora