Capitolo 49

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"Che jurnat di merda che aggià passat!!!" La giornata di Rossella era incominciata male, prima l'aspro confronto con Ludovico, poi le rivelazioni che le aveva fatte suo padre ed infine la catastrofe che si era scatenata con sua madre dopo che aveva appreso della sua rottura con Ludovico. La sua unica consolazione era poter stare con Damiano. Non vedeva l'ora di vederlo, così ingrano accelerò la sua vespa, cerco di scansare il traffico di Napoli. Saettava con il suo mezzo tra le macchine.                
Suo padre l'aveva invitata a pranzo a casa sua, aveva deciso che voleva esporre a Rossella i propri dubbi e le sue preoccupazioni. Secondo lui erano in grave deficit economico, a giorni voleva convocare un incontro con tutti  i dirigenti. Voleva parlare con la figlia lontano da occhi e orecchie indiscrete. Rossella vedendo suo padre così preoccupato accetto l'invito.    Il turbamento di suo padre la fece desistere, al momento, dal parlargli di Ludovico. Quando raggiunsero la loro casa, sua madre aveva già preparato il pranzo. Sua madre fu molto contenta di vederla, si complimentò con sua figlia perché la trovava in splendida forma. Rossella e suo padre iniziarono a parlare di lavoro. Arturo spiegò a sua figlia tutto ciò che aveva scoperto.         Lei lo ascoltava attentamente, era molto preoccupata. Se i riscontri di suo padre erano giusti di questo passo sarebbero andati in fallimento. Non poteva succedere una cosa del genere.                   <<Papà ma come è possibile?>>chiese Rossella. <<Secondo te gli interventi non vengono eseguiti correttamente?.>>             <<Il problema non è la procedura Rossella, io non penso che i miei collaboratori si siano dimenticati come si opera una semplice ernia, per me il problema è un altro....>> fece Arturo passandosi una mano in faccia. Aveva paura di dire cosa pensava fini in fondo.          << Allora ?>> incalzò Rossella. <<Le forniture del materiale usato, le reti i fili le suture secondo me sono di pessima qualità. Qualcuno ci vuole vedere in bancarotta!.>>                  Ma chi poteva volere una cosa del genere? Si chiese Rossella. Forse suo padre stava un tantino esagerando, e vedeva nemici ovunque.          << Papà ho verificato io tutte le ditte che si sono presentate per la gara d'appalto, mentre tu non eri ancora tornato a lavoro. Ho scelto quella con le referenze migliori. Insomma come è possibile?. Sarà meglio convocare una riunione straordinaria, possiamo sempre interrompere l'acquisto da questa ditta fargli causa.>> Era molto arrabbiata, aveva controllato tutto scrupolosamente non poteva essersi sbagliata. Nel caso in cui avesse valutato male la colpa di tutto quel disastro era sua.                             <<Sempre a parlare di lavoro voi!. E' pronto il caffé.>> Sua mamma interruppe la loro conversazione, poi si girò verso il marito e gli faceva degli strani cenni cercando di attirare invano la sua attenzione.                    <<Ma che hai mamma?>> chiese Rossella notando il comportamento bizzarro della madre. <<Niente figliola... Arturo ti ricordi cosa dovevi fare oggi?>> si rivolse al marito facendo ancora strani cenni con il viso. <<Ah!!!>>  esclamò Arturo alzandosi di scatto dalla sedia.              Rossella li guardava pensando che i suoi genitori erano proprio strani e parlavano una lingua incomprensibile. Dopo poco arrivo suo padre, rivelando il motivo della loro stranezza. Aveva tra le mani una piccola scatola che porse a sua figlia, sotto lo sguardo commosso di sua moglie. Anche lui era emozionato. Rossella afferrò la scatola e l'apri. Sgranò gli occhi per la sorpresa. Erano gli orecchini di sua mamma, gioielli di famiglia, appartenuti a tutte le donne della famiglia di sua mamma che si sposavano per prima. Adesso erano nelle sue mani, era un privilegio nonché  un onore ricevere quel dono. Anche i suoi occhi si inumidirono di piccole lacrime, tra le mani aveva non un semplice paio di orecchini, tra l'altro molto belli e antichi, aveva un testamento.  
Era una tradizione che si tramandava da anni e ora toccava a lei tramandare un domani alle sue future figlie o figli maschi.  Allo stesso tempo era un peso troppo grande da portare, lei non si sarebbe sposata con Ludovico, non si aspettava quel regalo così importante. Non sapeva come uscire da quella situazione, non voleva deludere i suoi genitori che riponevano in lei grandi aspettative per il futuro. Il problema era sempre lo stesso, vivere per essere all'altezza di quello che gli altri si aspettano da te. Vivere per non deludere nessuno. Aveva ragione Damiano quando diceva che viveva in una gabbia dorata! Con stizza e impeto  richiuse la scatola che  provocò un rumore forte. Il silenzio che era calato nella stanza fu rotto da sua madre.  Vide la figlia molto turbata, in realtà sapeva già dei problemi che aveva con Ludovico, ma faceva finta di niente. Era stato lo stesso Ludovico a parlare con sua suocera chiedendo di intercedere a suo favore. Così la madre aveva pensato di anticipare i tempi del regalo proprio per mettere alle strette sua figlia. Secondo lei quelli erano piccoli litigi e incomprensioni tra fidanzati che si sarebbero presto risolti. Era conscia del fatto che i due non erano innamorati gli uni degli altri, ma in ballo c'erano cose più importanti. L'amore era una sciocchezza da ragazzini, sua figlia aveva quasi trent'anni e doveva prendersi delle responsabilità.  Anche la Signora Sofia aveva provato il vero amore, non con Arturo il suo marito. Arturo l'amava alla follia, negli anni quest'amore era bastato spesso per entrambi. Con lui aveva trovato la stabilità e la sicurezza di un uomo per bene e con dei principi.  <<Che c'è tesoro? Non ti piacciono?>> Il suo tono era quasi dispiaciuto.               <<Io non posso accettare...!>> Pronunciò quelle parole senza guardarli negli occhi, non ne aveva il coraggio.       <<Cosa stai dicendo?>> le chiese suo padre in tono amorevole, vedendo che era in difficoltà. <<Io non sposerò Ludovico...>> rispose con un filo di voce.
Sua mamma si infiammò a quelle parole <<Che sciocchezza e mai questa!!!TU LO SPOSERAI.>> Rossella si stizzì udendo il tono della mamma già pronto a darle battaglia senza neanche sentire le sue ragioni.             <<NON LO AMO!>> urlò. Ecco lo aveva detto, si sentiva leggera.                  <<Ancora con queste stronzate dell'amore!!! Te ne accorgi solo adesso.>>      <<Meglio adesso che poi!>> esclamò Arturo guardando sua moglie, come chi è consapevole che per tutta la vita è stato solo un ripiego. La madre di Rossella lo sfidò, aveva capito che quelle parole erano dirette a lei.    <<Siete due sognatori!>> sputo acida. Poi si rivolse a sua figlia <<Se non lo sposi fai conto che sono morta!>> e si allontanò dalla stanza. Arturo si avvicinò a sua figlia, l'abbraccio dolcemente. <<Tesoro fa come ti dice il cuore, io sarò sempre dalla tua parte. Tua mamma ora è arrabbiata la conosci non farebbe mai una cosa del genere.>> asciugò una lacrima che le rigava il viso.

Quando arrivo vide Damiano, era in mezzo all'erba in colta davanti a lui una tela su cui il suo sguardo era fisso e concentrato.

Non lo raggiunse subito, si fermò ad ammirarlo, la luce del sole pomeridiano lo accarezzava

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Non lo raggiunse subito, si fermò ad ammirarlo, la luce del sole pomeridiano lo accarezzava. I capelli raccolti nel solito codino, la barba lunga. Indossava una semplice camicia di lino azzurrino e un jeans. Una mano teneva un pennello che scorreva sulla tela. Una leggera brezza si alzò facendo muovere dei fili d'erba nel prato. Era così bello pensò Rossella, ed era così sereno mentre era perso nel suo mondo inaccessibile a lei.
Che consolazione poter aver un mondo dove rifugiarti dalla realtà, lei una volta lo aveva ed era la chirurgia ma adesso non era più così. Realizzó che aveva solo lui. Non importava cosa provasse lui per lei, al momento c'era e lei lo sentiva scorrergli dentro come un fiume che spezza una diga e rompe gli argini. Aveva bisogno di essere ricoperta dalle sue braccia, dal suo corpo, dal suo odore. Così si avvicinò, lui la vide subito arrivare e gli andrò incontro. <<Portami via!>> gli disse Rossella stringendosi in quell'ampio torace. Il suo odore misto a tabacco e vernice gli pizzico gli occhi già arrossati per il pianto.
Lui gli sollevo il viso con le mani, guardò quegli occhi rossi, fece un espressione interrogativa. Voleva chiederle cosa era successo, ma non voleva forzare Rossella.
Aveva fatto una richiesta che sembrava una supplica.
Nella sua testa capì subito cosa doveva fare e dove doveva portarla. Lei si stava completamente affidando a lui. Così la strinse più forte a se, gli diede un bacio tra i capelli.                << Andiamo vieni con me ...Ci penso io a te !>>

Buona sera e buona festa delle donne!. Chissà dove porterà Rossella? Sarà un posto davvero speciale .... a presto 💕💕💕💕. Vi lascio con una delle più belle canzoni di Pino. Molto adatta a questa giornata.
E come sempre grazie ...

Nelle mani di un pittore ( #Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora