Capitolo 59

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Meno 5 giorni alle nozze
Primi di Agosto

Rossella aveva deciso di lavorare fino al giorno prima delle nozze.
Aveva pianificato di smettere di lavorare solo il giorno del matrimonio.
La sua priorità erano le persone che da anni erano con loro.
I dipendenti, che stavano lavorando senza percepire lo stipendio, videro di buon occhio la dedizione di Rossella, se c'era da dare di più era giusto che lo facessero tutti.

Ludovico invece voleva che fosse un vero e proprio matrimonio con tanto di viaggio di nozze.
Ma Rossella fu irremovibile. Come poteva pensare di andarsene in giro come se niente fosse? Ancora non gli era chiaro che il loro era un matrimonio di convenienza?
Cerco di avvallare la sua tesi, non andavano fatti sprechi il momento era troppo delicato. Bisogna rispettare il sacrificio che gli altri stavano facendo.
Alla fine dovette cedere, e lei ne fu sollevata.

Ma dopo poteva andarsene poi?
Non esisteva nessun posto in cui non avrebbe pensato a lui, se Ludovico l'avesse portata sulla luna lei avrebbe comunque pensato sempre e solo al pittore.

Stava lavorando di notte, vagava per i corridoi controllando che fosse tutto apposto. Si aggirava come un fantasma.
Le notte in ospedale sono lunghe per chi ci lavora.
Hai voglia a dire: " Adda passa a nuttata...."
Il silenzio delle notti in ospedale è un silenzio conciliante, forse è l unico momento delle giornata in cui veramente entri in contatto con te stesso, fai bilanci del tuo tempo, riaffiorano ricordi.
I battiti del tuo cuore si fondono con quelli dei malati.
L oscurità della notte ti avvolge, ma alcune volte ti soffoca.

Quella notte Rossella si sentiva un peso nell'animo.
Erano come avere tanti lacci, che si stringono in nodi sempre più stretti, si sentiva soffocare.
La soffocava il pensiero di unirsi con Ludovico.
La soffocava la sua famiglia tradizionale.
La soffocava questo suo essere mezzo medico, questa frustrazione personale, non l'abbandonava mai.
La soffocava il sentimento che provava per Damiano.
Troppo forte e viscerale.
La soffocava l'incostanza di lui, la sua propensione alla fuga.
La soffocava la voglia che il suo corpo aveva di lui, una dipendenza fisica per cui non c'è rimedio.
La soffocavano le sue amiche.

Prese un bel respiro, e si stese sul suo letto da lavoro.
Quella che andava in giro era il fantasma di se stessa, non riusciva più a manifestare nessuna emozione.
Un senso di apatia la dominava.
Damiano l'aveva spinta a sperare ancora nell'amore.
La aveva incendiata con la sua passione, e adesso si sentiva come una sigaretta fumata troppo in fretta, consumata dalle sue labbra.
Di lei restava solo la cenere.

Le immagini di loro due erano impossibili da dimenticare erano marchiate a fuoco sotto la sua pelle.
Prendeva sonno, così come tutte le sere, lasciandosi cullare dai ricordi.

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<< Dai lo so che vuoi stare con me!>> la sua voce di velluto era seducente.

Il cavallo dei suoi pantaloni mostrava già tutta la sua eccitazione. Lei era davanti a lui, bella e tremendamente sexy. Erano giorni che non aveva un rapporto, la sua promessa sposa lo trattava come un'appestato.
Aveva più volte tentato un approccio con lei, ma aveva sempre ricevuto solo rifiuti. Prima o poi avrebbe dovuto cedere. Cosa pensava di sposarsi e mandarlo in bianco tutte le sere?
Il suo orgoglio ferito da maschio che non accetta rifiuti o altri tradimenti, lo porto ad essere l ombra di Rossella.
La seguiva la pedinava.
Il pensiero che lei potesse vedersi ancora con Damiano lo faceva imbestialire.
Prima o poi suo cugino le avrebbe prese di santa ragione. Ogni tanto lui era venuto in clinica ad accompagnare sua nonna, e tra di loro c'erano state occhiate assassine.
Aveva notato che  Rossella evitava di incontrare il suo sguardo, invece Damiano la guardava con malinconia.
Ai suoi occhi erano patetici.

Era convinto di meritarsi una pausa.
Aveva bisogno di scaricare la tensione, ed Elisabetta sapeva perfettamente come farlo rilassare.
<< Va bene.....>> disse avvicinandosi pericolosamente alla sua bocca.
Lei si girò e iniziò a uscire dal locale dove si erano dati appuntamento.
Camminava ancheggiando, mettendo in risalto il suo sedere fasciato in un vestito a tubino blu che lasciava la schiena completamente nuda.
Ludovico era già al limite, solo al guardarla.
Avrebbe potuto appartarsi con lei sul ciglio della strada e consumare un rapporto veloce, ma poi pensò perché non approfittare dei suoi piaceri per tutta la notte?
Affrettò il passo, la prese da dietro e le sussurrò: << Andiamo a casa mia...>>

Lei sorrise soddisfatta.
Aveva ottenuto ciò che voleva.
Il ragno era caduto nella sua rete.
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<< Non puoi ridurti tutte le sere così! >> strillò Diana, verso suo fratello.
Erano giorni che Kevin e lei andavano recuperando Il Pittore nei bar ubriaco.

Provava un gran senso di impotenza, lo vedeva distruggersi senza poter fare niente.
Il teatrino si svolgeva così, Kevin lo caricava nella sua auto, lo riportava a casa. Il tempo di arrivare a casa che lui correva in bagno a vomitare pure l'anima.
<< Ma chi ti ha detto di venire? >> urlava lui contro la sorella.

Quella sera la situazione era veramente squallida, Diana aveva trovato suo fratello seduto su un divano con una ragazza mora a cavalcioni su di lui mezza nuda.
Le tizia infilava le sua mani da per tutto.
Era una scena al quanto volgare e pietosa.
Diana si era lanciata come una furia sulla povera malcapitata l'aveva presa per i capelli e l'aveva fatta allontanare con il terrore negli occhi.

<< Insomma che sei? Manco una sana scopata ...>> impreco lui contro Diana.
<< Stai gettando tutto all'aria! Cazzo Damiano guardati cosa stai diventando! Rossella ti aveva reso migliore di questo!>>

Quel nome lo torturava notte e giorno, i suoi pensieri che fossero o meno mescolati all alcool prendevano sempre la stessa piega, ricadevano sempre su di lei.
<< CAZZO!! non la nominare! >> impreco lanciando per aria un bicchiere. Questo cadde e si frantumò in mille pezzi.

A cosa era servito essere migliore? Ora si sentiva una nullità. Lei si era riuscito a cambiarlo, a farlo innamorare. Per la prima volta si era fidato di qualcuno.
Ma a cosa era servito?
Era servito a frantumarlo in mille pezzi.
Lo aveva spogliato di tutte le sue corazze, lo aveva lasciato esposto, e nonostante fuori fosse agosto e facesse caldo lui sentiva il gelo avvolgerlo dentro.

La detestava, ma più di ogni cosa detestava se stesso, non riusciva più a stare con nessuna, voleva solo coprirsi dei suoi abbracci.
Che doveva fare per farglielo capire? Si era presentato a quell' atelier, si era prostrato ai suoi piedi, avrebbe accettato anche sua madre....
Gli aveva anche proposto di aiutarla economicamente.
Ma a lei questo non bastava.
Voleva di più!
Lei stava andando avanti senza di lui, e anche lui a modo suo stava cercando di andare avanti.
"Fa come vuoi!"

Kevin, vide Diana tremare per la paura, suo cognato stava dando uno spettacolo pietoso.
Prese sua moglie e la trascino a casa.

Ciao a tutti, buona sera il prossimo capitolo sarà il giorno del matrimonio. Tirate fuori i vestiti ecc!! 😂😂😂. Mancano pochi capitoli alla fine. Questo è un capitolo di passaggio il prossimo sarà importante. Aspetto i vostri commenti.
Grazie a chi è arrivato fin qui, a chi è sempre presenta votando e commentando, e anche a chi legge soltanto. Tutti avete fatto crescere la voglia in me di andare oltre di mettermi alla prova. 😍😍😍😘😘😘😘

Nelle mani di un pittore ( #Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora