Capitolo 45

395 59 57
                                    

"Va a prenderti ciò che vuoi!" Quello di sua nonna era un ordine che non ammetteva repliche. Nei suoi trent'anni di vita si era sempre preso ciò che voleva.
Aveva lottato per la sua libertà, per la sua indipendenza.
Aveva lottato contro chi non avrebbe mai creduto nel suo talento.
Avevo lottato e imparato a vivere con la solitudine. 
Mai si era ritrovato a dover fare i conti con l'amore.
Come avrebbe fatto a prendere il cuore di quella donna?
A farle capire che era importante per lui?
L'acqua calda gli scorreva addosso, cercava di dare un senso a tutto ciò che nel ultimo mese gli era capitato.
In genere trovava risposte nei suoi colori, che riflettevano il suo stato d'animo. I suoi disegni riuscivano a mettere in ordine il caos che aveva dentro. Si fece la solita domanda che si faceva nei casi in cui il caos regnava sovrano. "Che colore sei oggi? No!!! Che colore è Rossella?."
Uscì dalla doccia. Si asciugò alla meglio maniera.
Una smania irrefrenabile gli prese le mani. Agguantò una matita, iniziò a disegnare.
Il rumore graffiante della matita rompeva il silenzio intorno a lui. Quel rumore irritante per un orecchio normale, su di lui aveva l'effetto contrario, il suo animo turbolento trovava pace.
Man mano che le sue idee prendevano forma una sensazione di pace e leggerezza avvolgeva la sua mente e il suo spirito.
Ultimamente anche un'altra persona aveva lo stesso effetto su di lui. Finito il disegno di base, mischio i colori, voleva crearne dei nuovi solo per lei. Colori accessi e abbiglianti come era la sua anima.
Aveva sempre giocato con i colori, eppure ora gli sembravano tutti sterili, incapaci di riempire le sue ore. Non era mai stato bravo con le parole. Era più facile racchiudere i pensieri in un quadro. Così la smania che lo aveva spinto a iniziare si affievolì. Aveva bisogno di altro. Si vestì. Diede un ultima occhiata al principio della sua opera. Non aveva mai creato qualcosa pensando a una donna.

" Nu cia facc chiu!vurria strillàr accussì tant da farmì sentì finò a Capodimònte!"
Rossella si era rintanata nel suo appartamento. Si era concessa una doccia.
Aveva pianto e imprecato contro tutti i santi che conosceva.
Il telefono continuava a vibrare, lei lo ignorava.
Come poteva essere stata così ingenua da cadere nella trappola di quel donnaiolo?
Percorreva senza sosta il corridoio di casa sua. Su e giù! Pensando e ripensando a un infinita di cose.
Quel uomo aveva sgretolato tutte le sue convinzioni, si era chiusa in muri di sicurezza e stabilità.
I mattoni di questi muri erano la famiglia, il lavoro, l'amicizia e Ludovico.
Adesso si sentiva insicura, ma la cosa peggiore fu vedere la sua vita da un altra prospettiva. Un pittore faceva anche questo creava nuovi scenari e apriva nuove  prospettive. Così aveva fatto lui con Rossella, e questa ora era obbligata a guardare la realtà.
Il dolore per la perdita era stato superato, anche se i sensi di colpa non la abbandonavano mai.
Aveva ripreso in mano la sua vita, apparentemente.
Infatti si sentiva legata da mille convenzioni. Se faceva un bilancio vedeva che: era tornata a lavorare in clinica perché dopo la disgrazia chi avrebbe assunto un chirurgo che non era in grado di operare?.
Non si era allontanata da Napoli, se non per brevi viaggi, perché si sentiva al sicuro tra quelle strade.
Aveva ceduto alle avance di Ludovico perché lui si era reso fondamentale per la sua famiglia ma soprattutto perché non avrebbe mai avuto il coraggio di raccontare il suo passato ad un altro uomo.
E poi la cosa che più la faceva andare di matto era la consapevolezza di aver messo la sua vita nelle mani di un pittore. Nelle mani di un vagabondo, che non aveva nessun vincolo familiare, nessuna responsabilità lavorativa, nessun tipo di impegni.
Tirando le somme il bilancio era fortemente un negativo. Dentro di lei, la voglia di liberarsi di tutto ciò saliva incessante come un onda che sbatte e ribatte su uno scoglio. Prese un oggetto da un tavolino e lo scagliò contro il pavimento. Ma non gli bastava, afferro un posacenere di cristallo bello grosso e pesante, con un forza mai avuta prima lo lanciò. Un botto forte e mille schegge si sparsero sul pavimento. Afferrò una cornice con una foto di lei insieme alla famiglia e Ludovico.
La guardò, ma dopo un nano secondo raggiunse gli altri cocci che erano già sul pavimento.
"A mò si ca Mi sento meglio !!" Guardò tutti resti in maniera soddisfatta.
" Se avessi sotto mano quella specie di pittore gli strapperei i capelli a uno a uno! Non lo farei più uscire di casa per un mese! Accussì verimm si tene ancora voglia i facen o farinella!"
Avrebbe continuato ma il rumore del campanello che suonava con insistenza la riportò alla realtà. Non aveva voglia di vedere nessuno.
Ma il campanello non smetteva di suonare alla fine andò ad aprire.

La porta fu spalancata mettendo in mostra una donna con i capelli mossi e gonfi.
Il viso rosso di rabbia. Indossava un pigiama di seta grigio. Non appena lo vide tentò di richiudere la porta, ma la sua stazza riuscì a impedirlo ed entrò in casa chiudendo la porta alle sue spalle. Notò i cocci alle spalle della donna, scintillavano alla luce del lampadario.
"Se è stato Ludovico giuro lo ammazzo." Pensò Damiano.
<< Che vuoi? VATTENE!>> urlò lei.
<< Chi è stato? >> chiese lui avvicinandosi, ignorando quello che le aveva detto.
<< Non sono fatti tuoi!>>
<< Rossella non mi fare incazzare...>> ribatté Damiano che odiava quando lei non gli rispondeva.
<< Io sono già incazzata ..>> affermò alzando il tono della voce <<SONO STATA IO!>>urlò.
Damiano non replicò, si vedeva che era sconvolta e agitata. Si avvicinò la cinse per i fianchi e la bacio. Quanto gli era mancata quella bocca. Si stava gustando il bacio, quando lei si staccò in maniera brutale e gli diede uno schiaffo forte su viso.
<< Questo è perché mi hai preso un giro! Pensi di poter baciarmi a tuo piacimento? Tornate da quella bambola gonfiabile e non toccarmi mai più.>>
La voce di Rossella era dura.
<< Sei pazza per caso!>>
Si massaggiava la guancia, incredulo di quel gesto e di quelle accuse.
<< Susan è solo una mia amica.>>si difese.
<< Certo ... è solo una tua amica! >> gli fece il verso Rossella.
Lui la ignorò, si mosse in quel lungo corridoio a cercare la cucina. La trovo, prese la scopa con la paletta.
<< Che fai?>>
<< Raccolgo i cocci, sei scalza potresti farti male...>>
<< Che ti importa di me?>>
Lui non rispose, alzò semplicemente le spalle. Non aveva mai visto Rossella così turbata. Pensò che era meglio non continuare a farla indispettire. Raccolse ogni piccola scheggia, con cura.
Lei si stese sul divano, si accuccio in un angolo, e iniziò a guardare le televisione.
Dopo poco tornò lui, era così bello vederlo girare per casa sua, tra le sue cose. Si sedette vicino a lei. << Susan è solo un'amica, tra di noi non c'è stato mai niente! Lei è lesbica>> disse Damiano in un sussurro. Rossella si mise dritta sul divano << Ah>> fu tutto quello che riuscì a dire.
<< Ci vediamo domani..>> si avvicinò lasciandogli un bacio sulla fronte.
Rossella si aggrappò al collo delle sua giacca, non voleva restare sola. Si sentiva troppo giù di morale, e gli mancava il respiro al pensiero che andasse via. Non aveva fatto una figura  bellissima se ripensava a come aveva giudicato Susan senza conoscerla, ma a questo avrebbe rimediato in seguito.
" Eppure io non sono così dai giudizi facili, ma quando si tratta di lui non so essere lucida.."
<< Ti prego resta qui...>>
<< Potrebbe venire Ludovico..>>
<< Lui non dorme mai qui. Questa è una zona off limits per lui. Nessun uomo a parte Ciro ha mai dormito qui con me. Ti prego non voglio che vai via.>>
Gli occhi di lei erano pieni di lacrime, Damiano si sentì importante per Rossella, si senti completo.
<< Resterò, non andrò da nessuna parte. Neanche se mi caccerai andrò via! Starò sempre qui a raccogliere i tuoi cocci..tutto quello che un uomo può fare farò!>>
Rossella si avvicinò e iniziò a baciarlo.
Si sentiva protetta tra quelle braccia. Il suo mondo si stava sgretolando ma lei si sentiva al sicuro al riparo. Adesso capiva cosa provava Noe a stare sulla sua Arca durante il diluvio universale, si sentiva protetto dalla misericordia di Dio.
Anche a lei Dio stava dando una seconda possibilità. 
Si sentiva una privilegiata poteva di nuovo salvarsi grazie all'amore che provava per Damiano.

Nelle mani di un pittore ( #Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora