Capitolo 21

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Rossella era con le spalle al muro, Damiano era così vicino a lei i loro corpi si. sfioravano.
Lei poteva osservare bene il suo viso e quegli occhi molto scuri, cupi... imperscrutabili, si chiese se quegli occhi così neri potessero anche mostrare sentimenti che non fossero solo di: astio, rancore. Non era possibile essere sempre così in conflitto con tutto l'universo, e lei non voleva essere la sua pallina anti-stress. I suoi pensieri erano in contrasto con i segnali che le mandava il suo corpo, il cuore le batteva forte e una vampata di calore la stava incendiando dentro.
Così mise da parte i segnali, al momento, impuri che gli provocava la vicinanza di Damiano ed esplose:
<<Ma quale sceneggiata? Sei tu che hai usato un cognome falso! >> cercando di liberarsi dalla sua presa.
<<E poi di quali incontri stai parlando .... Sono state solo delle casualità... Non mi conosci ...per chi mi hai preso?E lasciami mi fai male!! >>
Damiano soffermò lo sguardo sui polsi di Rossella, si erano leggermente arrossati, noto una piccola cicatrice all' interno del polso destro, solo un occhio attento ai piccoli particolari, come il suo, avrebbe potuto  vederla, la percepiva sotto il suo pollice.  Lascio la presa, continuando a tenere il suo sguardo su quella piccola cicatrice a forma di mezza luna, e sul viso assunse  un espressione di stupore.
<<Come puoi rivolgerti a me in questo modo così barbaro, non mi conosci ...>> disse Rossella con il viso paonazzo di rabbia.
<<Non so che problemi hai tu con la tua famiglia o con le persone in generale, visto che ti comporti come un animale. Una cosa è certa non ti permettere di offendermi, non mi conosci e non puoi giudicarmi. >> Le sue labbra divennero  bianche, anche se erano colorate di un rossetto rosa che le mettevano in risalto. Si  era accorta che Damiano aveva visto la sua cicatrice, e si maledisse per aver dimenticato di indossare il suo bracciale che la nasconde.
<<Infatti !!...>> ribatte Damiano << per un attimo ho creduto che fossi una persona diversa, una persona che ha sofferto invece sei solo la figlia viziata di papà e snob come tua mamma. Chissà.... un po' troietta come tua sorella, e per chiudere il quadretto stai con quel bamboccio di Ludovico ! Che amarezza....>> concluse Damiano con un tono di scherno. Il viso di Rossella era in fiamme, come si permette di parlarmi così? Si chiedeva....
Lacrime di ira salirono nei suoi occhi ma le ricacciò indietro, atteggio la bocca come un animale che ringhia <<Forse non mi sono spiegata bene, non parlare male di me... Ma neanche di chi AMO! È sopratutto sta lontana da me. Sono una signora non mi abbasso ai tuoi livelli... Ma una cosa voglio dirtela... Sei una persona sgradevole forse è stato un bene che tu te ne sia andato via, e faresti bene a ritornare da dove sei venuto!>>
Detto ciò Rossella se ne andò sbattendo le ante del balcone. Damiano rimase lì qualche minuto, le ultime parole di Rossella bruciavano più di uno schiaffo in pieno viso.
Si riavvio anche lui in terrazza, mentre tutti gli invitati si spostavano nella sala al coperto, non faceva altro che pensare a quella piccola cicatrice sul polso di Rossella. La vide che camminava con Ludovico. Lui le cingeva la vita con un braccio, lei sembrava rilassata, al sicuro; come chi cerca un posto tra le braccia di qualcuno per non sgretolarsi in mille pezzi. E si disse che forse lui non sarebbe mai stato in grado di dargli una stabilità perché lui per primo era pieno di crepe e alla prima scossa si sarebbe sgretolato lasciando solo polvere e cenere intorno a se.

Nelle mani di un pittore ( #Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora