Capitolo 54

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Aveva ascoltato le sue parole, ma ovviamente non la prese in considerazione. Pensava davvero che lui avrebbe rispettato i patti?
Che ingenua, la sua buona fede non aveva limiti.

Iniziò a mettere le mani in mezzo ai suoi seni, palpeggiandola in maniera viscidamente.
<<Mi manchi .... facciamo pace!.>> il suo tono era ironico, non gli era mancata per niente, ma doveva fargli capire chi comandava.
Non gli bastava aver visto lei e suo padre in preda alla disperazione durante la riunione del CDA.
Arturo aveva accusato anche un leggero dolore al petto, a causa del carico di stress che subiva da giorni, e per tutta la situazione disastrosa che incombeva su di lui.
Ciò aveva indotto Rossella, a fare l'unica cosa che mai avrebbe voluto fare!.

Continuò spingendola al muro, il suo bacino la spingeva in maniera prepotente.
Si sentiva in trappola, il camice era già stato aperto in maniera brutale, e stava tentando di abbassarle i pantaloni.
<<Perché non tene vai da  quella che è mia sorella?>> chiese Rossella in preda alla rabbia, con una lacrima che le rigava il volto.
Per tutta risposta lui sfoggió un sorriso malefico, aveva una mano in mezzo alla sua intimità, e con l'altra gli teneva ferma i polsi sulla testa.
Lei sapeva di Elisabetta, ne fu soddisfatto, questo si aggiungeva alla lista delle cose che la facevano soffrire.

Avrebbe preferito morire anziché concedersi a quel uomo.
Chiamarlo tale era un eufemismo!.
Cercava di divincolarsi dalla sua presa senza alcun successo, ormai nè era certa lui l'avrebbe presa con la forza.
Iniziò a mettere la sua squallida bocca su quella di lei e con violenza vi entrò.
Un senso di disgusto le salì in gola.
Iniziò a scalciare e dimenarsi, ma era bloccata al muro e il fisico massiccio di lui non le  lasciava molto spazio.

Lui le tirò uno schiaffo.
<< Farai tutto quello che ti dirò, se mi farai arrabbiare ne pagherai le conseguenze. Puttana! Smettila di ribellarti e lavati dalla testa quello stronzo. Se ne è già andato si è solo divertito! Ora tocca a me!>>
Rossella si sentì trafitta da mille lame, del resto era vero Damiano se ne era andato e lei andava in contro al suo destino. Non era il finale che aveva previsto, ma la vita è questa! Tu fai dei piani, tracci traiettorie con righe dritte. Invece ti ritrovi in mezzo a un poligono pieno di spigoli, più ti muovi cercando una via d'uscita più sbatti con la fronte contro gli angoli.

Cercò di opporsi con le parole. Tutto lo ripudiava di quel l'essere che si stava rivelando un diavolo.
"Sono in trappola....non voglio mi fa schifo!" 
<<FAI SCHIFO!>>urlò, <<Solo con la forza puoi prendermi bastardo non mi avrai mai...>>
Lui si tirò giù i calzoni.
<<Adesso ti faccio vedere io... cosa fa un vero uomo...>>e gli tirò un'altro schiaffo.
Chiuse gli occhi per il dolore. Si stava arrendendo....

Ma forse qualcuno dal cielo si ricordo di lei.
Iniziarono a bussare con forza alla porta. Lui gli coprì la bocca con la mano, per evitare che potesse urlare. I suoi occhi verdi, la minacciavano non fiatare. E lei per la paura adesso era paralizzata.
Da fuori continuavano a bussare, con insistenza, e ora una voce familiare urlava il nome di Rossella.

Il giorno prima....

<< Mio Dio !! >> esclamò Marta, mentre entrava in casa di Rossella. Dopo giorni di telefonate senza risposte e di appostamenti finalmente era riuscita a entrare a casa dell'amica. Diana aveva informato Marta di tutto quello che era successo.

Questa ora avanzava nella penombra della casa.
Era luglio e fuori faceva caldo, ma in casa di Rossella la temperatura era ancora più alta, sembrava una camera a gas.
Si precipitò subito a tirare su le persiane e a spalancare le finestre per far cambiare l'aria. La luce del sole investi Rossella, che se ne stava rannicchiata sul divano.

Nelle mani di un pittore ( #Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora