Capitolo 88: La corte di Ludovico Sforza

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"Prima Chiara, ora Caterina..." stava dicendo Gian Piero, mettendosi gli stivali di cuoio: "Quante figlie in crisi..."

Lucrezia lo guardò un po' preoccupata. Quella mattina era arrivato un messo di Ludovico per convocare a corte sia Caterina sia Gian Piero.

Benché la donna fosse abbastanza sicura che il reggente del Duca non potesse far nulla di male né a suo marito né a sua figlia, non poteva non essere in pensiero per quell'evento inaspettato.

"Vi spiace avere qui le mie figlie?" chiese Lucrezia, a voce bassa.

Gian Piero diede un ultimo strattone allo stivale, che finalmente scivolò al suo posto, e rispose: "No, no... Mi fa piacere pensare che anche per loro casa mia è un posto sicuro. Dicevo per dire..." e con un largo sorriso dissipò anche gli ultimi dubbi della moglie.

"State attenti, con Ludovico. Non mi sono mai fidata di lui... Non cogliete le sue allusioni, né le sue provocazioni, se dovesse azzardarsi a farne. Siate entrambi rispettosi e vedrete che andrà tutto per il meglio." consigliò Lucrezia, aiutando il marito a infilarsi il mantello.

Gian Piero rise un momento e poi le fece notare: "Ho vissuto a corte per molto tempo anche io. So bene come vanno le cose a palazzo."

Lucrezia, allora, gli diede un veloce bacio sulla guancia e gli sorrise in segno di incoraggiamento.


Un uomo che Caterina non conosceva arrivò a chiamare lei e Gian Piero dopo quasi un'ora d'attesa.

Dopo aver detto: "Da questa parte." quell'uomo li scortò velocemente fino alla sala delle udienze, come se fossero questuanti qualunque.

"Gian Piero Landriani e la Contessa Caterina Riario." annunciò l'uomo, quando li fece entrare nella sala.

Dall'alto del suo scranno, Ludovico fece un ampio cenno al suo sottoposto affinché se ne andasse e disse: "Caterina, nipote adorata... Che piacere vedervi qui a Milano dopo così tanto tempo."

Caterina stava per rispondere in qualche modo, ma vide che Gian Piero chinava il capo in segno di rispetto e solo in quel momento notò che nella stanza erano presenti anche altre persone, una decina in tutto. Non ne riconosceva nemmeno una...

Sospettava che Ludovico si fosse liberato di gran parte degli uomini del vecchio Duca, ma non rivedere neanche un volto noto era davvero spiazzante.

"Mia nipote – riprese Ludovico, rivolgendosi ai presenti con voce alta e tonante – è qui perché io stesso le avevo scritto che sua madre, Lucrezia Landriani, non stava troppo bene. Come tutti voi sapete, mia nipote Caterina è una figlia illegittima del mio compianto fratello Galeazzo Maria e della moglie di quest'uomo, Gian Piero Landriani..."

Qualcuno dei presenti cominciò a parlottare e un paio di uomini si lasciarono sfuggire una risatina divertita e insinuante.

Il collo di Gian Piero Landriani si imporporò all'istante e il suo capo si fece ancora più chino, più per l'improvvisa vergogna nel sentirsi così dileggiato che non per rispetto verso il suo signore.

Caterina si sentì profondamente offesa dal tono di suo zio. Stava sbandierando senza motivo un dettaglio che tutti ricordavano e lo faceva in modo da screditarla davanti a tutte quelle persone che non l'avevano mai conosciuta di persona. Inoltre, tirando in ballo anche Gian Piero, stava offendendo un uomo che aveva sempre e solo fatto il suo dovere e anche di più, dimostrandosi comprensivo e di buon cuore.

"Dunque, mi è stato detto che il solo rivedere la figlia abbia già rinfrancato la nostra cara Lucrezia Landriani. È così, caro Gian Piero?" domandò Ludovico, con un sorriso falso e gli occhi stretti a fessura.

Se io potessi scrivere tutto, farei stupire il mondo (Parte I)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora