Capitolo 4. Gioco di sguardi...

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Salgo. La tessera  passa su quella tavoletta elettronica:
Lola
17 anni
matricola "5632autocar"
Non avrei mai pensato di essere rappresentata in sole 3 parole.
Penso che nessun essere vivente può essere descritto in sole 3 parole . Delusa. Amareggiata ma questa è la vita. La mia vita.

Sguardi su di me. Occhi su di me . Pensieri su di me . Perché?Perché?
Forse il trolley per l'ossigeno si nota molto. Prendo la tessera.

《Signorina,desidera una mano?》

《No!Grazie. Non desidero un bel niente. Non voglio la pietà delle persone》

《Acidella,la ragazza nuova!》

Tutti si mettono a ridere.

Siamo ancora fermi.  Perché non parte? Uff !! Troppi occhi su di me. Come se tutto quello che facessi è controllato, calcolato.

《Si! È il mondo che porta a questo !》

《Ahhaah! ! Che filosofa che abbiamo.Ora va,sbrigati! Sei come tutti gli altri, muoviti e prendi quel catorcio! 》

Mi guarda e sorrido.

Lo guardo e sorrido.

Passo uno-due- tre -quattro....
sedia libera,
la guardo e mi siedo.
Davanti a me ci sono  i miei Coetani . Tutti uguali. Tutti gelosi, ma di cosa? Di un polmone che presto non avrò più? Tutti felici. Si perché stanno bene.Non hanno un mostro dentro che li mangia ad ogni respiro.
Ogni secondo, minuto, ora, è prezioso. Potrebbe essere l'ultima parola, respiro, sorriso...potrebbe essere l'ora di morire.
Sistemo la bombola sul trolley. Sguardi su di me, sulla bombola .
Mi volto e vedo una bambina che si gira, si volta.

《mamma,mamma! !》

《Dimmi amore?》

《Lei è come la ragazza di "colpa delle stelle"?》

Stessa bombola.Stesso problema. Stessi tubi che ti feriscono l'anima e il naso.Stessa morte. Stessa vita.
La mamma turbata come se fosse lei la ragazza in questione.

《shh. .. ma che dici!!
zitta su!》

《 ma mamm......》

non riesce a terminare la frase che la mamma mi guarda,suona il campanello e scendono.
La bambina si volta.
mi saluta
mi guarda
Sorride.

Quel sorriso innocente mi ha dato  delle risposte a delle domande che molto spesso non possono  essere trasmesse  da parte di un  adulto ma serve l'innocenza di un bambino.

Perché è così che sono i bambini, non hanno paura di dire la verità, accettano la realtà per quella che è e sorridono alla vita, forse perché ancora non sanno che più si va avanti e più si soffre.

Un Dolore che sa d'AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora