Capitolo 26. L'inferno

190 39 17
                                    

Mi volto e non c'è più il mare, non c'è più il mio paradiso verde, non c'è più libertà, sorrisi, baci , abbracci.
Ora, non c'è più niente.

Ero immersa in un abbraccio vitale, fresco, protettivo quando subito dopo mi ritrovo qui.
Ma stavolta sarà difficile.
Sarà solo un' entrata.
Ospedale.
Odore nauseante che ti viene da rigettare, ma per quante volte ci sono stata ormai è un odore sopportabile. Sopportabile come questa vita.
Rumore?
Quello delle lacrime soffocate di tutte quei familiari che soffrono dentro, senza farsi notare, nascondendosi dietro ad un sorriso, un sorriso spento.
Ogni volta va così.
Ho paura adesso però.
La flebo mi inietta sostanze nutritive come se io non fossi più capace, capace di nutrirmi, capace di vivere.
I cibi quando sostituiscono l'eflebo sono patate lesse sparse nel piatto e quella minestrina fatta di brodaglia.
Ho paura
Ho paura di morire.
Questa volta non ci sarà un medico che mi dirà "Lola anche questa volta c'è l'hai fatta ", no! Stavolta sarà l'inferno.

Inferno perenne, inferno totale, inferno.

Si può vincere l'inferno? Un inferno differente da quello di Dante, l'inferno non penso che sia così, un luogo dove c'è la legge del contrappasso, no anche se mi piacerebbe conoscere le anime di Paolo e Francesca che si amavano e che sono stati avvolti in una tempesta d'amore, nell'inferno non ci sono regole, non ci sono divisioni c'è solo la morte ma essa non è la fine.

L'inferno non è come dice Dante, L'inferno è quando non si ama più, è quando la nostra mente pensa solo a se stessa e non al prossimo, quando si diventa egocentrici , quando c'è rabbia, avidità, egocentrismo, cattiveria, odio, disprezzo.Ecco questo è l'inferno. Il dolore sembra inferno. Sembra.

Non ho il coraggio di voltarmi, no, lì c'è la mia famiglia che mi aspetta, che aspetta una buona notizia, che aspetta una figlia intrappolata in un limbo. Un limbo misterioso, pauroso, pericoloso.
Gli occhi si oppongono di aprirsi. Sono stanchi di vivere, di vedere questo mondo, di vivere come una persona stanca, esausta da questa vita, da questo tumore.
C'è un limite a tutto, loro sono lì.
Proprio quando tutto stava andando per il verso giusto!
Perché?
Dio!
Odio quando è così, quando sei arrivato, manca poco, tutto è pronto e poi...
Boom!
Di nuovo all'ospedale.
Casa - ospedale, ospedale- casa, quando terminerà tutto questo.
Forse un giorno finirà ma sarà come volevo?
Finirà tutto.
Lacrime, sorrisi, abbracci, respiri ma sarò contententa?
contenta che tutto finisca?
Forse finirà il dolore e con esso le gioie.
Perché deve essere sempre così, gioia e dolore insieme, sorrisi e lacrime, amore e...
Ecco l'amore è l'unica via d'uscita ed io ci sono quasi, c'ero.

Ora basta attendere, due sono le scelte vivere o morire.

Ho paura, paura di morire e paura di continuare a vivere con il dolore che mi segue come la mia ombra. Ombra scura che ti perseguita sempre, in ogni momento, in ogni istante.
Ho paura.

Che sarà della scuola? La mia scuola, la mia vita, la mia cultura.

Dove andranno i miei sogni? Sogni di viaggiare il mondo, sogni di sposare un uomo che amerò per sempre, lui che mi accetterà per quello che sono, l'uomo che mi amerà nonostante tutto, nonostante un tumore, nonostante la mia vita. Sogni che tutte le ragazze hanno: amare, sorridere, piangere, studiare, uscire, respirare, insomma vivere.

Dove andrà tutto questo? Dove sarà Matteo? Dove andrà Marta e la mia famiglia?

Dio, perché? Perché questo a me?

Non apro gli occhi ma sento un calore, una mano che mi afferra, che si aggrappa e che mi strapperà da questo inferno, spero.



Un Dolore che sa d'AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora