Capitolo 43. Una Luce per Sperare ancora!

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Un rumore assordante invade il nostro silenzio.
Lele dorme.
La sua manina  piccola, fragile afferra la mia come io ho sempre afferrato  quella di Matteo.
Due ancora che hanno necessità di rimanere attaccate. Perché alcune volte mi sento trascinata via,  via da qualche parte dell'universo,  forse sono solo le mie emozioni che cercano di schiarirsi e di comprendere veramente ciò che voglio.
Come il mare in tempesta che mi scuote di qua e di là ed io  ho solamente bisogno di un'ancora per aggrapparmi a questa vita.
Lele stringe la mia mano...

Ormai siamo quasi arrivati al termine. Questa volta è per davvero.
Le fiamme ormai si sono cibbate di tutto quello che hanno trovato ed  ora siamo rimasti solamente noi, esche in un mondo fatto di squali.
Fragili.
Indifesi.

Vedo le fiamme che bruciano l'ospedale, tutto è una fiamma.
Come farò a far smettere tutto questo.
Chi ha incominciato?
Chi ha voluto questo?
Perché?
Ma so che non posso abbattermi.
Diamine!
Ci sarà pur qualcosa da fare.
Ci sarà una soluzione a tutta questa confusione.
A tutte queste fiamme.
A tutta questa vita.
Una soluzione chiedo. Urlo!
So che nessuno può sentirmi, nessuno. Forse solamente lui.

Dio, per favore,  per favore !! Ti prego...

Lacrime
Lacrime
Di nuovo lacrime.

Ci sarà un punto a tutto questo, un chiodo per terminare tutto questo.

Ti prego, Dio...
Lele ha bisogno di te!!

Non voglio solo sopravvivere.
Non possono scrivere la mia storia. Non possono!
Non voglio far parte soltanto di qualcosa, voglio essere quel qualcosa e non importa quanto mi servirà ma posso farcela.

Non dubito di te.

Lo so che devo combattere.
Devo rimanere salda alle radici di questa vita, non posso farmi prendere dal caos!
Posso farcela.
Possiamo farcela.
Dobbiamo combattere.
Soltanto così arriveranno gli angeli e ci salveranno.
Così vivremo.
Posso ancora vincere questa battaglia. Possiamo ancora.
Basta solo credere che tutto questo può cambiare.
Tutto può cambiare.
Solo noi possiamo scrivere la nostra storia,  prendiamo in mano la nostra vita, Lele.

Siamo sul letto, l'unico posto più alto per sfuggire dalle fiamme.
Lele è un fagotto che conservo dentro di me.
Lo stringo forte.
Non può morire così.
Bruceró io per lui.
Morirò io per lui.
È a questo che servono gli angeli, a salvarti la vita.
Sarò io il suo angelo.
Sarò io il suo scudo così da non poter far ferire anche lui.

Lo stringo più forte che posso.
Dormi sereno Lele. Le tue paure addormentale con me!

Sento il calore aggrapparsi alla mia pelle ed a non staccarsi più,  una morsa di fiamme,
una morsa di calore,
una morsa per vivere.

Le fiamme mi logorano i vestiti e  prima o poi arriveranno alla carne come ha fatto il tumore,  prima i polmoni e poi la mia vita.

Il rumore assordante cresce sempre di più.

Lele possiamo farcela,  puoi farcela!

Le fiamme avanzano come il rumore avanza sull'ospedale. Un mucchio di rottami e vite spente, senza respiri.

Forse sono loro ?
Forse ci salveranno davvero?

Un luce illumina la nostra stanza ormai distrutta.
Una luce forte , un faro forte.
Tutto viene spazzato via, il vento inonda la stanza e scaraventa tutto.
Cosa sta succedendo?
Io rimango aggrappata al letto e stringo Lele più forte che posso.

Noooo anche questo Noo !!

Con una mano stringo Lele con l'altra mi proteggo gli occhi da tutti questi detriti.

Mi sposto un pó...

Gli angeli sono venuti a prenderci.
Sorrido.

Un Dolore che sa d'AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora