... Quello che non ho mai detto di me, Chiarapathos..

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Parlare di dolore è difficile e drammatico.

Si rischia la retorica.

Forse è proprio questa la cosa bella !

Sono qui non per insegnare ma per comunicare.

Non vi ho detto mai nulla sul mio conto ma oggi sono qui.

Desidero che prima di leggere il mio racconto sappiate chi sono.

Sono una ragazza di 15 anni.

Amo le lingue, penso che siano l'unica via di uscita per cambiare il mondo: la comunicazione.

Oggi è molto sottovalutata, si pensa che ormai tutto è scontato o palese, si dimostra amore mettendo un cuoricino su whatsapp invece di andare dalla persona che si ama e dirle chiaramente "ti amo" oppure quando si è arrabbiati basta un emoticon con le lacrime e tutto passa, le emozioni non vanno celate dietro ad un emoticon, esigono di essere vissute.

Sono una persona che ama leggere e ascoltare la musica, il mio mondo è caratterizzato da loro, libri e note.

Sono qui non per diventare qualcuno, perché so già chi sono anche se non al cento per cento.

Sono qui per scrivere.

Perché scrivere "una storia" come la mia?

È un'ottima domanda.

È una storia di dolore dove per un momento ti senti morto ma poi vivo, passi in un secondo dall'inferno al paradiso.

Non è una storia vera ma è una storia viva.

È viva? Si, posso ritenermi fortunata perché nella mia vita pur breve perché ho solo 15 anni, per varie esperienze di volontariato ho avuto il piacere di incontrare persone che purtroppo non avranno il dono della vita per molto tempo. Ho amato ed amo quella semplicità con cui affrontano ogni giorno. Ho compreso che nella vita non ci sono solo sorrisi ma anche lacrime, lacrime di gioia o lacrime d'Amore. Ho compreso realmente ciò che tutti dobbiamo sapere prima o poi: NON sottovalutare nulla, ogni gesto, sorriso è qualcosa ma qualcosa di importante. Non si può continuare a vivere nell'ipocrisia ma bisogna vivere e non essere vissuti. Per un periodo pur breve sono stati loro il mio sorriso e le mie lacrime. Vedere qualcuno che soffre non è mai bello ma l'unica cosa vera che si può fare è abbracciarla in quel momento e dimostrare che ci sei nonostante tutto.

Hanno sofferto, stanno soffrendo e spero un giorno che leggeranno il mio racconto.

È una storia viva perché anche io sono una ragazza di 15 anni, forse tra me e Lola c'è solo un filo che ci separa: la malattia; ma questo non vuol dire niente, si ama, si odia, si piange anche quando si è in "salute". Lola rappresenta tutti quei giovani che soffrono ma che continuano a vivere, vivere nonostante tutto.

Vi chiederete: "ma come puoi tu descrivere il loro dolore?" Semplice, non mi delimiterò a descrivere il loro dolore ma mi esprimerò su cosa ho visto attraverso lenti diverse, occhi diversi, perché il mondo è pieno di testimonianze, fondamentali, ma voglio fare qualcosa di nuovo, voglio comunicare, voglio dire ciò che penso.

Non è un vorrei ma un voglio perché credo in queste persone.

Non voglio sfruttarle ma dar voce a ciò che può capitare nella vita, come per esempio una ragazza con un trolley sempre con se, con un dolore nel petto e con un amore nel cuore.

Dedico questa opera a quelle persone che hanno fatto parte del mio viaggio.

La dedico alla mia famiglia che mi ha dato la vita e che è la gioia di essa.

In fine una dedica importante a tutte quelle persone che hanno il coraggio di amare, piangere ma soprattutto di vivere nonostante tutto.

Vi voglio bene

Chiarapathos

Un Dolore che sa d'AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora