Capitolo 3

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"Elodie, il rosa a teatro porta sfiga, ma a noi non importa, MAGLIA!"
Sentendo pronunciare quelle parole da Maria De Filippi feci un salto di gioia e corsi subito da lei. Non potevo crederci, ero stata ammessa, poteva essere l'inizio di un lungo percorso. Erano stati ammessi anche tutti gli altri. Eravamo al settimo cielo.
"E stasera si festeggia!" disse Chiara battendo le mani tra le urla di tutti noi.
"Dove si va?" disse Gab.
"Discoteca! Devo trovare la ragazza!" rispose Michele provocando una risata generale.
"E se andassimo a cenare in pizzeria e poi andiamo in Discoteca?" aggiunse Gessica.
Le rispose Lele, dicendo "Oppure possiamo farcela portare la pizza. Scegliamo una stanza, come la mia, e mangiamo là"
Tutti annuirono.
"Come la mia", perché proprio la sua? Le altre cosa hanno che non vanno? Sembra un po' prepotente, spocchioso.
Ci dirigemmo verso la stanza di Gab, Alessio e di Lele e mangiammo le pizze calde appena arrivate.
In questo momento sono seduta accanto a Sergio e Chiara, con il cartone della pizza sulle gambe.
"Elodie, guarda di fronte a noi, Gessica...." mi disse Chiara piano, facendomi notare Gessica e Gabriele che ridevano. Lei aveva le guance rosse.
"Mmmh... Mi sa che nascerà qualche cosa... Poi, secondo me, lui è un bel ragazzo. Starebbe bene con lei."
"Concordo" aggiunse Chiara con uno sguardo malizioso.
Cominciai a guardare per la stanza e notai quel Lele, che si toccava quel maledetto ciuffo, ogni cinque secondi. Eh sì, è decisamente spocchioso. Non ci avevo fatto caso prima, visto che stava sempre zitto. Come fanno Gab e Alessio a stare in stanza con lui?
"Finitooo!" urlò Michele, aggiungendo poi "Ragazza futura, sto arrivando!"scatenando una risata generale. È troppo simpatico, la maggior parte di questo gruppo lo sono.
"Vai Michele il Conquistatore!" disse Chiara scherzando.
"Ragazzi organizziamoci per le macchine, nella mia posso portare quattro persone" disse Gabriele e poi aggiunse rivolgendosi verso Gessica, arrosendo leggermente "Vieni con me?". Lei annuì. Oddio, l'amore!
"Allora facciamo così, nella mia auto viene Gessica, Lele, Chiara ed Elodie. Nella auto di Michele va Alessio, Sergio e Arianna" disse Gab.
Tutti annuimmo.
"Noi donne ci dobbiamo preparare! O almeno io! In questa maniera io non esco!" disse Arianna. Sto zitta, meglio così.
"Tranquilla, ci dobbiamo cambiare anche noi" disse Chiara indicando me e Gessica.
Noi? Cosa? Ah, credevo andavamo così...
"Allora ci cambiamo anche noi ragazzi!" disse Alessio, e dopo un secondo aggiunse "Ragazzi, ma se c'è Elena?" con una faccia da bambino innamorato. Elena era una professionista, come Marcello. Alesso ci ha raccontato di essersi innamorato a prima vista di lei, quando lei gli diede le indicazioni per andare alla sala Relax, come fece Marcello con me.
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"Eccomi sono pronta" dissi indossando dei jeans attillati e una maglietta elegante bianca.
"No! Tu non vieni così! Non se ne parla! Elodie devi fare colpo! Vieni, ti dico io che metterti" mi disse Gessica con uno sguardo malizioso. Ora mi fa paura.
"Ma non voglio fare colpo! Specialmente ora, che è finita da poco una storia molto importante..." dissi pensando ad Andrea.
"Specialmente ora, infatti! Elodie, mi dispiace per la tua storia, poi ce la racconterai se ti va, ma ora devi andare avanti." disse Chiara accennando un sorriso, e poi aggiunse guardando Gessica con uno sguardo malizioso "Mh... A proposito di -fare colpo-, io e la signorina di Patrizi, abbiamo notato qualcosa prima... Tra te e un certo Esposito, Gabriele Esposito, per essere più precisi..." Gab non era l'unico ad avere il cognome Esposito, anche Lele aveva quel cognome. Entrambi vengono da Napoli, ma prima di arrivare qui non si conoscevano.
"Ma non so di cosa parli" rispose Gessica arrossendo.
"A me pare che sai di cosa parla, visto che sei rossa come un pomodoro, o peggio" dissi io ridendo.
"Dai ragazze! Va bene avete ragione, ora però vieni Elodie, ti faccio vedere cosa devi metterti." disse sorridendo Gessica.
Preferivo restare con i jeans, sono più comodi dei vestiti, o delle gonne.
"Oddio, è stupendo" dissi rimanendo a bocca aperta. Era un vestito nero che arrivava fino a metà ginocchio. Era senza maniche e dietro aveva uno scollo che scopriva la schiena. Anche davanti era un po' scollato.
"Bene, ora mettitelo. Te lo saresti messo anche se non ti sarebbe piaciuto" disse Gessica con un sorriso a trentadue denti.

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