Capitolo 32

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"Eccolo!" dice Gab.
"Ben tornato Lè!" aggiunge poi Chiara.
Sono appena entrato, con la mia nuova -sedia personale-, negli studi di Amici, con Elodie.
Mi hanno organizzato un bellissimo
-ben tornato-.
Sono tutti nella hall, con tanti palloncini e un dolce, sette veli. Amo 'sto dolce, e lo sa solo Elo. Gliel'avevo detto quando abbiamo fatto colazione insieme un mercoledì. Questa idea è sicuramente sua.
"Grazie a tutti ragazzi!" dico con un sorriso, poi mi giro verso Elo "Elo mi puoi spingere tu? Le braccia mi fanno male."
Annuisce.
Mi porta da tutti per abbracciarli, tranne che da Arianna.
"Lè!" sento gridare da quest'ultima.
"No Arianna ti prego. Non incominciare con quei discorsi falsi." dico chiudendo gli occhi e appoggiando la testa alla sedia.
"Arianna vai via." dice poi Elo.
"Tu ci stai godendo, eh?" Arianna inizia a guardare Elodie.
"Ma cosa stai dicendo? Invece di sparare cazzate, stai zitta. Non ti chiedo di dire una frase intelligente, perché è troppo difficile per te." dice sorridendo Elo, e poi spinge la sedia a rotelle per finire la conversazione.
"Devi stare zitta tu, hai capito?" Arianna le urla contro.
Gabriele interviene "Finitela."
Poi prende due pezzi di torta e li da a me ed Elo "Mangiate. È buonissima!"

Elodie's POV
Dopo aver mangiato la torta, io e Lele siamo andati fuori per prendere un po' d'aria.
"Facciamo un giro?" gli chiedo.
"Ma non preferisci stare qui?" risponde abbassando lo sguardo.
"In un parcheggio?" alzo un sopracciglio.
Annuisce sorridendo.
"Ma dai, andiamo piuttosto a fare un giro in centro." gli dico.
Non risponde. Sembra che voglia far finta di non aver sentito.
Perché?
"Lè." lo richiamo.
Lui mi guarda.
"Allora?" gli dico.
"Elo... So che non dovrei ma... mi vergogno."
Eh? Perché?
"Di cosa?"
"Mi vergogno di andare in giro con questa sedia a rotelle, con questo braccio e questa fronte quasi tutti fasciati, per le ferite dell'incidente." abbassa lo sguardo.
"Non puoi stare un mese dentro gli studi di Amici." dico sedendomi per terra di fronte a lui.
Lui mi guarda, ma non risponde.
"Non ti devi vergognare. Non ne hai motivi validi per farlo. Quindi ora andiamo." gli sorrido e lui ricambia.
"Di Patrizi, come fa a convincermi sempre?" dice sorridendo.
"Ho i miei metodi." sorrido e spingo la carrozzina verso il centro di Roma.
"Elo ma non abbiamo lezione? È lunedì!" urla poi.
"Tranquillo, dopo aver raccontato di ieri ci hanno dato giorno libero."
"Ah, menomale."

Sono ormai le sette. Siamo tornati dal centro. Questa volta non mi sono comprata niente. Non sono nemmeno entrata nei negozi: volevo solo far fare un giro a Lele. Ne aveva bisogno dopo ieri. Chissà che paura ha provato quando ha visto una macchina che si stava per schiantare verso la sua.
Siamo nella hall per mangiare. È appena arrivata la carne con le patatine fritte.
"Ahi!" sento dire a Lele, seduto vicino a me.
Mi volto verso di lui.
"Elo mi fa male il braccio. Come faccio a mangia'." mi dice posando il braccio sul tavolo, per farlo riposare.
"Ti aiuto?" dico avvicinandomi.
Mi sembra un bambino piccolo. Gli taglio la carne e gliela do un po' per volta.
Per scherzare dico spesso -arriva l'aeroplano!-, come fanno le mamme ai bambini piccoli. A quelle parole lui mi guarda male e poi scoppia a ridere. Adoro questi momenti divertenti.
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