Capitolo 80

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La mamma di Elodie è seduta a tavola, con un caffè in mano.
Gabriele è seduto di fronte a lei, ma non parlano. C'è silenzio.
Appena la donna mi vede, si alza subito, e mi saluta.
Sono freddo nei suoi confronti. Come dovrei essere?
"Tu sei il fidanzato di mia figlia, suppongo." sorride.
"Sì." dico sedendomi a tavola, e anche lei si siede, di nuovo.
"Senti, so che Elodie forse non vuole parlarmi. Io però ho bisogno di recuperare il tempo perso."
Come fa a dire una cosa del genere? Io penso che il tempo è prezioso, e va saputo dare alle persone giuste. La persona giusta era Elodie, e lei ha sbagliato. Non può recuperare quel tempo, lo ha già donato ad altri.
"Signora, con tutto il rispetto. Lei non può arrivare qui, d'improvviso, e dire a sua figlia queste cose. L'ha abbandonata, e adesso non c'è più legame tra voi." dico convinto. Gabriele mi fissa, e annuisce.
"Io voglio parlare con Elodie." ripete la donna.
Non può, basta. Se lei vedesse ancora Elodie, lei non ce la farebbe. È troppo per lei.
Scuoto la testa.
"Non può." mi limito a dire.
"Beh signorino." dice posando la tazza sul tavolo "Io parlerò con Elodie. Ci ho messo una settimana per cercarla, dopo che ci siamo incontrate l'ultima volta. Ora l'ho trovata. Voglio riavere mia figlia con me." dice convinta.
Potrebbe vincere il record di cazzate dette in fila...
"È questo il problema! Non va bene una settimana! Lei doveva cercare Elodie da subito. Anzi, non doveva nemmeno abbandonarla." alzo il tono della voce.
La donna prende la borsetta dorata, e si dirige verso la porta.
"Tu non sei nessuno per decidere con chi può e con chi non può parlare mia figlia." urla.
"Io sono più importante di lei per sua figlia. La amo, le sto accanto, sempre. Non la lascio neanche per tutto l'oro del mondo. Semmai lei non è nessuno per Elodie..."
Posso dire anche altre cose, ma lei se ne va, sbattendo la porta, e interrompendo il mio discorso.
"Mamma mia..." riesce a dire Gab, scosso dalla situazione.
Scuoto la testa, andando verso la mia stanza.
Quando apro la porta, Elodie sussulta.
"Pensavo fossi mia mamma." chiude gli occhi.
"No tranquilla."
Vado da lei, e la abbraccio.
"Che ti ha detto?" mi chiede con la voce roca per il pianto.
"Vuole parlare con te. Io gliel'ho impedito." le accarezzo i capelli.
Lei ricambia solo adesso l'abbraccio.
"Che giorno di merda." borbotta poggiando la testa sul mio petto.
"Menomale che ci sei tu. Senza di te non so cosa farei." aggiunge stringendomi più forte tra le sue braccia.
"Sempre con te." le bacio la fronte.
Accenna un sorriso.
E non ha fatto un vero sorriso, solo perché quella donna le ha procurato un problema. Come se già i problemi di questo mondo non fossero abbastanza.
Non doveva succedere questo. Sua madre non doveva presentarsi qui, nel luogo dove Elodie per ora si trova.
Ci sono tanti dubbi, in questo momento.
Ma una cosa è certa: aiuterò e difenderò Elodie.

Always, until the death.
(Sempre, fino alla morte.)

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Ehilà!
Vi piace il capitolo? Fatemelo sapere nei commenti.

Lele è tornato a casa, e Elodie ieri ha fatto un duetto meraviglioso con Moro. BRIVIDI.😍😍

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