Capitolo 85

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Elodie's POV
"Mamma mia! Ero orribile! Sembrava che avevo la testa deformata." ripete Gab.
Tutti noi ridiamo. È stato troppo buffo. Ieri, dopo che il parrucchiere gli ha fatto i capelli, Gabriele ha incominciato a gridare, dicendo che non gli piacevano per niente. E per questo, si è tagliato i capelli a zero.
Sono le otto e mezza di sera, e stiamo cenando. Domani è sabato, e ho molta paura. Sarò io ad andare via da Amici, concludendo così questo sogno?
"Che cena fantastica, complimenti cuoca." dice Lele baciandomi lo zigomo.
Tutti noi ci alziamo da tavola, avendo finito di mangiare, e ci sediamo sul divano.
"Lele, ma i tuoi genitori che lavoro fanno?" gli chiede Gab.
"Mia mamma non lavora, e mio papà lavora in ufficio."
"Mi fai vedere una foto di tuo padre? Perché mi ricordo qualcuno di cognome Esposito, oltre me ovviamente!" dice causando una risate generale.
"Certo." sorride Lele.
"Amò, mi fai un favore?" Lele si volta verso di me.
Io annuisco, posando una mano sulla sua spalla.
"Puoi prendere la foto della mia famiglia dal cassetto?"
"Il primo o il secondo cassetto?"
"Quello dove ci mettiamo i documenti, foto, e cose varie."
Annuisco, e mi alzo. Vado verso la nostra stanza, sbadigliando. Sono molto stanca. Oggi fatto tantissime lezioni con Emma, perché è l'ultimo giorno della settimana per preparare i brani per Sabato, domani. Apro il piccolo cassetto del comodino, e iniziò a cercare la foto.
"Non la trovo..." bisbiglio a me stessa.
Esco dal cassetto il libretto di Lele dove scrive le proprie canzoni, per cercare meglio.
Sotto ad esso... C'è... C'è la lettera. La lettera che mi scrisse mia madre. La sfioro con le dita.
'Leggi quella lettera.' mi implorava Lele. E se avesse ragione? Forse dovrei leggerla davvero.
Sbircio dalla porta semiaperta. Lele e gli altri stanno ridendo. Non penso che si accorgeranno se ritardo di un quarto d'ora.
Faccio un respiro profondo, e prendo la lettera.
"Okay, ce la posso fare." mormoro. Sfilo il foglio dalla busta, e faccio un'altro lungo respiro.

'So che non vuoi parlarmi, e per questo ho deciso di scrivere questa lettera, che spero leggerai...
Voglio partire dall'inizio, dall'inizio di tutto.
Il giorno più bello della mia vita è quello, il giorno in cui tu sei nata, ovvero il 3 maggio del 1990.
Tu eri nata. Il tuo viso indifeso e dolce... Non ho parole per descriverlo.
Singhiozzavi, e io sorridevo, mentre ti guardavo. Io e tuo padre eravamo molto felici, davvero. Ma con il passare del tempo, è tutto cambiato. Io ti ho amata molto, e lo sai. Anzi, ti amo ancora, uguale a prima se non di più. Però, è arrivato un giorno dove guardandomi allo specchio, ho capito che con tutti quei litigi, non ero la mamma giusta per te. Ho deciso quindi di andarmene. Ho abbandonato non solo voi, ma anche me. Perché tu sei la mia vita.
Quando sono andata via, non sapevo dove andare. Per fortuna ho conosciuto una ragazza, che si è rivelata molto ricca. Mi ha pagato un appartamento in affitto. Poi, mi ha offerto un lavoro. Ho comprato l'Hotel Stella, come puoi dedurre dalla lettera, che ti ho inviato a nome di esso perché sennò non l'avresti nemmeno aperta.
Insomma, con il passare del tempo sono diventata una donna benestante. Non mi sono risposata.
E credimi, Elodie, ti ho cercata. Una voce in me diceva di farlo, ma la parte di me che aveva la meglio, pensava sempre che non sono la mamma giusta per te.
Mi dispiace se ti ho abbandonata. Mi sei mancata sai? Quando ti ho rivista è stato un momento straordinario. Sei cresciuta tantissimo. Sei bellissima amore.

P.S.: Se vuoi, rispondimi.

Con amore,
La tua mamma.'

"Oh mio dio."
Poso una mano sulle mie labbra, lasciando scendere le lacrime.
Io... Io... Non ho parole.
"Elodie?" sento chiamare dal salotto.
Mi asciugo le lacrime con il dorso della mano, e poso la lettera nel comodino.
"Elo." Lele entra dentro la stanza, e mi guarda.
"Amore, che c'è?" viene verso me. Mi stringe tra le sue braccia.
"Ho letto la lettera di mia madre." dico tutto d'un fiato.
"È meraviglioso Elo. Sai che hai appena fatto un bel passo avanti?" mi sorride, stringendomi di più.
Annuisco, posando la mia testa sul suo petto.
"Vuoi dirmi cosa c'è scritto?" dice indicandomi la lettera nel cassetto.
"Preferisco che la leggi tu. Non voglio ripeterla."
"Ti capisco. Tranquilla amore."
Mi bacia la spalla, e poi le labbra.

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Eccomi!
Vi piace il capitolo?

(Fatemi sapere nei commenti se state bene, riguardo alla tragedia di stasera.
Sono vicina alle vittime, ai familiari e agli amici di esse, ai feriti. Tutti uniti.)

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