Settimana Quattro
Giorno 17; Domenica, 18 maggio, 2014.
Harry si sveglia a causa di qualcuno che bussa alla sua porta.
All'inizio, è confuso.
Poi un po' irritato perché è il suo giorno libero e nessuno ha ragione di disturbarlo fino ad almeno le cinque del pomeriggio.
Batte le palpebre in direzione dell'orologio su cui legge mezzogiorno e sospira, strofinandosi gli occhi prima di gettare le gambe a lato del letto e camminare fino alla porta. È leggermente instabile sui suoi piedi per qualche secondo ma riesce a compiere la camminata senza cadere, quindi lo considera un successo.
Dopo aver riflettuto per un attimo se debba davvero aprire la porta o soltanto tornare strisciando a letto, c'è un altro colpo. Fa sospirare Harry e raggiunge il pomello prima di girarlo.
La porta si apre di uno spiraglio e sbircia fuori con un occhio. C'è una guardia lì in piedi, che osserva confuso l'occhio di Harry. "Mr. Styles?"
"Sono io," concorda, aprendo di più la porta così da far sporgere l'intera testa fuori. "Posso aiutarla?"
L'uomo sembra a disagio ma annuisce. "Sua Altezza Reale ha richiesto la sua presenza sul tetto."
Harry è ancora stanco quindi gli serve un momento per esaminare ciò che la guardia sta dicendo ma quando lo fa, sospira ancora e rotea gli occhi. "Di quale Altezza Reale stiamo parlando?" Chiede, appoggiando un fianco allo stipite della porta, aprendola ancora di più.
L'espressione della guardia è ancora confusa ma alla fine risponde, "Il Principe."
Quello sveglia piuttosto rapidamente Harry. Batte più volte le palpebre dalla sorpresa prima di aprire la bocca e poi richiuderla, insicuro su cosa dire. "Il Principe?" Ripete prima che un altro pensiero s'introduca nella sua testa. "Il tetto? C'è un tetto?"
Questa volta, lo sguardo che la guardia gli lancia è dubbioso. "Sì, signore. C'è un tetto. Come nella gran parte degli edifici."
Harry arrossisce, grattandosi la nuca. "Giusto. Ovviamente, c'è un tetto. Ehm- non so come arrivarci?"
"Le mostrerò la strada, una volta che sarà pronto."
Harry batte le palpebre qualche altra volta prima di annuire e chiudere la porta.
Prepararsi. Deve prepararsi.
È un evento formale? Dovrebbe indossare un completo? O mettersi addosso di fretta un paio di jeans? Non deve piovere oggi? Harry sta ancora sognando?
Ha così tante domande ma non pensa nemmeno di porsele mentre infila un paio di jeans neri e una camicia di flanella. Esita un momento prima di afferrare un foulard che si abbina alla camicia e avvolgerlo attorno a collo.
È possibile batta un record con quanto rapidamente si veste e apre la porta. La guardia non dice nulla ma Harry può percepire il disprezzo sprizzare dai suoi pori.
Harry rimane lì goffamente per un momento ma finalmente, la guardia gira sui tacchi e inizia a camminare verso dovunque debbano andare. Harry lo segue e devono salire una rampa di scale che Harry non sapeva nemmeno esistesse prima di raggiungere un corridoio con una botola aperta sul soffitto.
Ovviamente, c'è qualcuno aggrappato al contrario sopra la botola e il suo sorriso è contagioso quando individua Harry.
Harry può cogliere un barlume del lato infantile di Louis mentre l'uomo con la pelle abbronzata lo guarda malizioso, con le rughette agli angoli degli occhi. I suoi capelli sono scompigliati, donandogli una certa aria giovanile di cui precedentemente scarseggiava. I suoi occhi cerulei sono fissi dritti in quelli verde menta di Harry, reggendo questo calore che brucia così intensamente da far sentire Harry come se potesse esplodere soltanto guardandolo.
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Feel The Chemicals Burn In My Bloodstream - Italian Translation
Fanfiction"Va bene, va bene. Non c'è bisogno di mordere," dice Harry, sollevando le mani sopra la testa in un comune gesto di resa. Louis inarca un sopracciglio e il suo piede colpisce quello di Harry mentre si muove per sedersi dritto. "Se pensi che quello f...