Giorno 46; lunedì, 16 giugno, 2014.
Harry ha appena terminato di revisionare l'introduzione del suo articolo quando qualcuno bussa alla porta. Quello sarebbe dovuto essere il primo indizio che qualcosa di brutto stava per accadere.
Non sa perché si siano disturbati a bussare dato che è seduto in salotto ma, quando alza lo sguardo e vede Louis lì con un sorriso imbarazzato, alza gli occhi al cielo e gli fa cenno di sedersi al suo fianco sul divano, senza fare domande come avrebbe dovuto.
"Cosa vi porta qui, vostra Altezza?" lo prende in giro, facendo scontrare il ginocchio contro quello di Louis che gli sorride, le rughette attorno agli occhi.
"Volevo soltanto vedere cosa stava facendo il mio ragazzo preferito, tutto qui," replica Louis, gli occhi che si spostano sulla porta prima di tornare a Harry. Cade di peso sul divano e appoggia i piedi sul tavolo, incrociando le caviglie.
Harry reprime una risatina prima di registrare le parole di Louis e si gira per guardarlo confuso. "Il tuo ragazzo preferito?"
Louis annuisce, prima di sollevare un braccio per giocare con un ricciolo ribelle che è scappato dal foulard che Harry si è avvolto attorno alla testa. Non l'ha mai fatto prima, rimanendo alla tradizionale sciarpa attorno al collo ma Louis sembra apprezzarlo con i capelli tirati indietro, così immagina di potergli dare una possibilità.
È piuttosto carino non doversi spingere indietro i capelli ogni cinque secondi.
"Il mio preferito tra i preferiti," mormora Louis, avvolgendosi il riccio attorno al dito e tirandolo delicatamente.
Harry sbuffa, spingendo scherzosamente via Louis. "Io sono un uomo," risponde a tono, cosa che fa tirare più forte Louis.
"Sei un ragazzo. Il mio ragazzo," lo informa Louis, la voce leggera e spiritosa e Harry fa il broncio, cosa che fa sorridere Louis prima che inizi ad aggiustare la sua bandana.
"Non sono un ragazzo, Louis," protesta e Louis mormora a labbra chiuse, chiaramente non prestando attenzione alle parole che escono dalla bocca di Harry, invece passa una mano tra i suoi ricci. "Mi stai almeno ascoltando?"
"Certo che ti ascolto, babycakes," replica Louis, le sopracciglia corrugate mentre rimuove un altro riccio dalla fronte di Harry che è pronto a morderlo per richiamare la sua attenzione ma viene fuori che non sia davvero necessario perché le gemelle entrano correndo e, improvvisamente, Harry sta indossando una maglia bagnata.
"Ah! Preso!" Grida Phoebe, alzando un pugno al cielo mentre l'altra mano è occupata da una pistola ad acqua. Daisy è al suo fianco e sta ancora spruzzando Harry, gli occhi illuminati di malizia infantile.
La prima cosa che Harry fa è chiudere il portatile, facendolo scivolare sotto il divano. Nel frattempo, al suo fianco, Louis strilla con tono drammatico, "Oi! Smettetela con le vostre cose, accidenti, sul mio ragazzo!" e poi tira fuori una pistola ad acqua da dietro la schiena, spruzzando Daisy che lo guarda incredula.
Harry sta facendo la stessa cosa, gli occhi spalancati per lo stupore perché, dove l'ha presa?
"Lo avevi organizzato!" lo accusa Harry dopo un momento, le braccia sollevate sopra la testa per bloccare l'acqua che sta ancora provenendo dalla pistola di Daisy e Louis si gira verso di lui con un luccichio nello sguardo.
"Forse l'ho fatto," concorda e poi in qualche modo esibisce un'altra pistola ad acqua da dietro la schiena. Harry sta iniziando a domandarsi se forse fossero nascoste sotto i cuscini del divano quando Felicite e Lottie appaiono sulla porta con le loro pistole.
"Che cosa diavolo sta succedendo?" Sibila Harry, prendendo la pistola di riserva dalla mano di Louis e sparando a Phoebe che sputacchia mentre l'acqua le colpisce il volto.
"È il sedici giugno," risponde Louis, senza girarsi per guardarlo. "Nessuno è al sicuro."
Poi Louis gli afferra il braccio e lo tira nella direzione opposta, verso la porta sull'altro lato della stanza anche mentre sta ancora sparando. Questa volta si gira verso Harry, mormorando un rapido, "Salvati," e lo spinge fuori dalla porta.
Harry fissa la sua schiena frastornato e poi la pistola ad acqua tra le sue mani. "Cosa c'è di sbagliato in questa famiglia?" Grugnisce tra sé prima di sollevare un braccio, afferrando la maglia di Louis e tirandolo fuori dalla stanza.
Chiude la porta dietro di loro e quando Louis incontra i suoi occhi, sembra che stiano brillando con tutte le stelle del cielo. "Forza," Dice, afferrando la mano di Harry e trascinandolo per il corridoio.
"Sei un idiota," se ne esce Harry cinque minuti dopo, piegandosi sotto il tavolo nella sala da pranzo mentre Louis lo zittisce, schiaffandogli una mano sopra la bocca.
"Il sedici giugno è sacro, Harry," lo informa, lo sguardo che guizza avanti e indietro tra le due entrate. "Questo è il giorno in cui la guerra ha avuto inizio."
"Che guerra?" Chiede Harry incredulo, le parole smorzate contro il palmo di Louis che però sembra capirlo perché si gira per guardarlo dritto negli occhi.
"Erano le quattro in punto e-"
"Louis."
"Va bene, va bene. Rilassati, Harold," lo prende in giro Louis, lanciandosi un altro sguardo distratto attorno mentre lascia cadere la mano. "Quando ero più piccolo, il sedici giugno. Ho mangiato per sbaglio il gelato di Lottie invece che il mio e da allora, ha dichiarato che avrebbe ottenuto la sua vendetta e in qualche modo si è trasformata in una guerra tra noi cinque. Nulla è proibito, dagli scherzi a pura ostilità. In questo momento ci troviamo nella fase delle pistole ad acqua," gli dice, sollevando apertamente la pistola e Harry lo fissa a bocca aperta.
I Tomlinson sono molto più di quanto si fosse mai immaginato e vorrebbe ci fosse un manuale su tutto questo così da essere più preparato.
Così come stanno le cose, con la maglietta bagnata che gli aderisce al petto, ha la sensazione che se Louis non avesse prestato particolare attenzione nel sistemare per bene la sua bandana prima, ora avrebbe capelli bagnati su tutto il viso.
"Voi siete pazzi," mormora e Louis fa un sorriso a trentadue denti, sollevando un braccio per passarsi una mano tra i capelli bagnati. Harry si prende un momento per fissarlo perché Louis è ingiustamente stupendo e pensa gli sia permesso apprezzarlo di tanto in tanto.
"Per quanto mi riguarda ne sono orgoglioso," dice Louis, risvegliando Harry dai suoi sogni ad occhi aperti. Sta sorridendo come se sapesse esattamente il motivo per cui Harry lo stava fissando e quello lo fa accigliare.
Apre la bocca per negare qualsiasi cosa Louis stia pensando ma prima che possa, Louis si piega in avanti e fa combaciare le labbra alle sue, la sua mano libera si sposta sul collo di Harry e lo preme più vicino.
Harry respira profondamente per la sorpresa ma poi ne viene assorbito, inclina la testa per dargli un accesso migliore e Louis sospira piano nella sua bocca.
È ovviamente un errore da principianti perché, improvvisamente, dell'acqua fredda lo sta colpendo alla schiena e sobbalza, sbattendo la testa contro il tavolo. "Cosa diav-" inizia ma Louis lo interrompe, premendo un dito sulle labbra di Harry prima di lasciare un bacio sulla sua fronte e precipitarsi fuori dal nascondiglio.
Lo sente, urlare, "Charlotte Elizabeth Tomlinson , come ti permetti!" e si trascina da sotto il tavolo in tempo per vedere Lottie ridere fragorosamente e spruzzare Louis al petto.
Harry guarda una volta la sua pistola e sospira, già sapendo che rimpiangerà tutto questo ma, alla fine, si alza e offre a Lottie uno sguardo di scuse prima di premere il grilletto e mirare.
Il sorriso che gli rivolge Louis ne vale completamente la pena.
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Feel The Chemicals Burn In My Bloodstream - Italian Translation
Fanfiction"Va bene, va bene. Non c'è bisogno di mordere," dice Harry, sollevando le mani sopra la testa in un comune gesto di resa. Louis inarca un sopracciglio e il suo piede colpisce quello di Harry mentre si muove per sedersi dritto. "Se pensi che quello f...