Feel The Chemicals Burn In My Bloodstream - Italian Translation

Day 58

Giorno 58; sabato, 28 giugno, 2014.

Poi mandano Daisy e Phoebe.

Harry sospira mentre lo superano per entrare nella sua stanza. Dovrebbe davvero smettere di alzarsi e aprire la porta. (Ha la sensazione che scardinerebbero la porta se non lo facesse, però, e non vuole dover spiegarlo a nessuno.)

Si gira per chiudere la porta, poi le fronteggia, solo per incontrare due gemelle espressioni deluse.

"Harry," inizia Phoebe e si gira per guardare Daisy prima di continuare, "Significhi molto per noi. A dire il vero, sei come un fratello per noi."

Daisy la interrompe, "Tu sei nostro fratello."

Phoebe annuisce d'accordo prima di continuare a parlare, "Esatto! Tu fai parte della famiglia adesso."

È tutto un po' sospettoso e Harry le osserva scettico, incerto su dove intendano andare a parare con questo perché sembra stranamente come un intervento.

Questa volta, è Daisy a prendere la parola, "Così, dal momento che tu sei di famiglia, significa che dobbiamo dirti la verità, non importa quanto possa far male."

Harry non menziona ci sia una pecca in quella logica, considerando il loro vero fratello, invece sceglie di tenere la bocca chiusa durante un breve momento di silenzio.

Poi, allo stesso tempo, annunciano entrambe, "Sei un idiota."

"Bene," mormora Harry tra sé e sé. Non è sorpreso- in realtà, era preparato ad una replica di ciò gli hanno detto che Lottie e Felicite e sembra essere proprio quello che riceverà.

"Louis ti ama, Harry! Ti ama davvero tanto e so che anche tu lo ami quindi come puoi semplicemente andartene?" Chiede Phoebe, un cipiglio sulle sue labbra che si abbina a quello sul volto della sorella al suo fianco.

"Amare qualcuno significa essere forti abbastanza da lasciarli quando devi," risponde Harry senza battere ciglio e Daisy si schiaffa sgomenta una mano sulla fronte.

Phoebe tiene la testa china e si sta pizzicando l'attaccatura del naso, sembrando sconfortata. Harry pensa abbia ragione di esserlo. È un po' una delusione.

Sembra che Phoebe abbia preso di più da suo fratello perché solleva la testa. "No," scatta. "Quello non è amare qualcuno. L'amore è quando sei disposto a fare le cose difficili con lui, non senza."

Come sempre, Daisy è sulla stessa sua lunghezza d'onda perché continua la frase di Phoebe senza esitazione. "Non combatti contro di lui, tu combatti per lui. Perché non ti stai battendo per Louis?"

"Perché non posso," mormora Harry. "Non sono qui per combattere per lui. Non così, in ogni caso. Sono qui per assicurarmi che lui diventi re e sarà così. Questo è tutto ciò che importa."

"Harry, no," protesta Phoebe, "Non è tutto ciò che importa. Non essere stupido."

"Non sono-" è inutile discutere perché Phoebe lo interrompe immediatamente con un'occhiataccia e lui chiude la bocca, non volendo prolungare ulteriormente il litigio.

"Lottie, Felicite, Phoebe ed io andremo a Windsor domani, Harry. Se non sistemi le cose, questa potrebbe essere l'ultima volta che ci vediamo," gli dice altezzosamente Daisy e la testa di Harry si solleva di scatto per la sorpresa.

È la prima volta che sente parlare del loro viaggio a Windsor Castle e, anche se sa Daisy lo stia usando come tattica per farlo sentire in colpa e sistemare le cose con Louis, si sente ancora orribile.

Vorrebbe fosse più semplice.

Magari non si sentirebbe così male tutto il tempo.

"Abbiamo domani mattina," offre debolmente e quello sembra funzionare su Daisy perché il suo labbro inferiore trema prima che lo sorpassi di corsa fino alla porta che apre, prima di sparire.

Phoebe scuote la testa nella sua direzione, la delusione scritta chiaramente sul suo viso mentre segue sua sorella, chiudendo la porta dietro di sé.

Harry fa un passo per seguirle prima di vacillare e finire poi per chiudere a chiave la porta e scivolare a terra. Lì, siede e desidera trovarsi in un universo parallelo dove amare Louis è più semplice.

Come viene fuori, è bloccato in questo attuale universo e desiderare non lo aiuta per niente.