Chicago la accolse con una gradevole giornata di calore, estremo colpo di coda di un'estate afosa cominciata tardi e che stentava ad andarsene. Persino il vento quella mattina era meno affilato del solito, per essere autunno da oltre due settimane il clima era eccezionalmente temperato.
La signora camminò con tranquillità verso la berlina con i vetri oscurati parcheggiata a bordo strada, fuori dalla quale sostava un autista in uniforme.
"Les Nomades."
"Sì, signora."
Il traffico dell'ora di punta fu clemente e presto l'auto accostò davanti ad un piccolo edificio bianco. Martha attese che le venisse aperta la portiera e con calma guadagnò l'ingresso del ristorante. Individuate le sue tre ospiti vicino alla finestra, attraversò la sala e si accomodò.
"E' stata una mattinata infernale", esordì senza che nessuna le avesse chiesto nulla. "Mille impegni."
La donna anziana che le sedeva a fianco fu la più comprensiva.
"Non affliggerti." "Tua madre ci stava raccontando la frenesia delle tue giornate, non era nemmeno certa che riuscissi ad unirti a noi."
Le giornate di Martha non erano così frenetiche, a dire il vero la sua unica incombenza da quindici anni a quella parte era ricordarsi di respirare. A quel pranzo la signora sarebbe potuta arrivare con comodo anticipo, d'altronde tutta la sua settimana era stata organizzata in funzione di quell'evento. Appena aveva scoperto che sabato la gioielleria le avrebbe consegnato il suo nuovo bambino, aveva prenotato il ristorante e chiamato la prima persona che era sicura sarebbe morta d'invidia.
La cugina Roseanne viveva in un sobborgo a ovest della città di cui Martha aveva scordato il nome un secondo dopo averlo sentito pronunciare. Aveva sposato il magazziniere di un supermercato e sfornato due figlie che le avevano lasciato addosso più grasso di quanto avrebbe mai potuto smaltirne.
La signora aveva calcolato ogni dettaglio. Si era fatta confezionare un attillato tubino di seta cremisi con le cuciture verticali che la facevano sembrare ancora più snella ed era salita su un paio di tacchi alti quindici centimetri per svettare sulla sciatta cugina che dal basso del suo metro e sessanta le sedeva di fronte infagottata nei suoi abiti contenitivi di nylon. Il ritardo completava lo spettacolo, le vere dame devono farsi desiderare e chissà quanta rabbia avrebbe schiumato Roseanne rimuginando sui mille impegni della cugina nell'alta società.
Nella mente di Martha la scena si era svolta senza intoppi, giunta al ristorante aveva posato la mano sul tavolo e tutte si erano profuse in elogi rendendo omaggio al suo sontuoso anello. A più di mezz'ora dal suo arrivo invece, dopo aver sorseggiato da sola mezza bottiglia di pinot grigio e aver chiesto tre volte il sale solo per avere la scusa di allungare il braccio, né la zia né soprattutto la cugina parevano essersi accorte dell'invitato d'onore che risplendeva al suo dito medio.
Soltanto uno scellerato avrebbe fatto incastonare un diamante di tre carati sopra un cerchio di platino perché passasse inosservato, così decise di agire. Verificò l'illuminazione della sala, lucidò il brillante con il bordo della tovaglia e si schermò gli occhi con la mano.
"Il sole mi sta accecando", si lagnò muovendo il retro dell'anello con il pollice per far riflettere meglio la luce sulla grossa pietra trasparente.
"Oggi sei radiosa", si complimentò la zia esaminando il diamante da lontano. "L'ultimo regalo di George?"
"Il penultimo."
"Anch'io mi farò regalare un brillantino dallo zio Frank."
La nipote avrebbe voluto spiegarle che neanche se lo zio Frank avesse venduto a peso d'oro ogni singolo capello che gli era avanzato sulla testa, avrebbe potuto permettersi un diamante simile. Era sinceramente indispettita per la piega assunta dalla conversazione, non le aveva chiesto la caratura, il grado di purezza e nemmeno quale posto detenesse nella scala di brillantezza!
(segue)
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Red Giant
General FictionDue uomini incompatibili che non si sopportano. Una figlia ancora bambina da crescere. Thomas, single impenitente allergico alla parola marito, e George, sposato e devoto al concetto stesso di matrimonio, sono i genitori della sedicenne Alexandra. V...