Capitolo 5.10 : I giganti dai piedi d'argilla

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"Papà?"

"Sì, amore?"

"Mi guardi?" "La cocaina fa male."

"No, Alex. La cocaina uccide." "Me l'ha offerta, cosa dovrei fare?"

"Rifiutare. Hai detto che uccide, potresti morire." "Adesso mi batte forte il cuore. Sei soddisfatto?"

"Senti il mio."

"Non mi succederà niente."

"Non mi succederà niente, io non morirò, io sono più forte", le fece eco il padre. "Sono tutte frasi che ripetono anche i tuoi zii."

"Non lo farò mai più. Dicono anche questo?"

"Spesso."

"Non dovresti essere tranquillo."

"Se George morisse mi risparmierei tante discussioni inutili, potrei uccidere tuo zio Philip senza rimorsi e i tulipani nell'aiuola crescerebbero alti e rigogliosi. Sarei l'invidia del vicinato e anche David smetterebbe di guardare storto il nostro giardino."

"Io voglio che papà stia con noi. Puoi comprare il concime in un negozio e avresti lo stesso un'aiuola fiorita." "Non poteva restare come quando guardavate le ombre degli animali sul soffitto?"

"Le cose tra di noi cambiarono dopo la morte della nonna. Tuo padre fu cresciuto da una zia zitella che gli mise paura del buio, del lupo cattivo, degli specchi, delle persone che si baciano."

"Le persone che si baciano?" ripetè Alex credendo di aver sentito male.

"Erano condannate a bruciare tra le fiamme dell'inferno come i bambini che di notte uscivano dalla loro stanza." "La zia aveva una tresca con il giardiniere e non voleva che il nipote li scoprisse insieme."

"Com'era papà da piccolo?"

"Arrogante, antipatico, insopportabile." "Un grazioso angelo del paradiso?" provò a correggersi Thomas in risposta alla faccia diffidente della figlia.

"Questo magari no, però non era antipatico."

"Era una peste viziata, grassoccio e saccente." "E per farsi volere bene mi ha anche sparato."

"Papà ti ha sparato?"

(segue)

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