Capitolo 7.11 : L'aquila che vola

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Il campione non era proprio in giornata e perse subito una mano forbice contro sasso che nonostante le vivaci rimostranze, non riuscì a far annullare.

"Com'è andata la cena di ieri sera?" gli domandò George.

"Non era una cena ma un'asta benefica e io ero uno dei premi." "Sono stato conteso tra una vecchietta con i capelli azzurri in sala e un'altra al telefono. Ha vinto la seconda così dovrò uscire a cena con Patty Perry, una signora di cui so solo che ama i pranzi in famiglia, i nipotini ed era devotissima al marito Tutankhamon." "E ha più soldi che buongusto. Oltre a me ha comprato un orrendo set di porcellane e un castoro impagliato."

George sbottò in una risata che tentò di far passare per un colpo di tosse.

"Non ridere, Giuda. Se mi volessi bene avresti rilanciato l'offerta per salvarmi. Che se ne farà di un castoro impagliato?"

"Perché ti sei proposto?"

"Mi hanno trascinato sul palco con l'inganno." "E' così che vi divertite voi ricconi?"

"La compravendita dei proletari è uno dei nostri passatempi preferiti."

"Oggi indossavi una cravatta bellissima, con questa fantasia molto moderna e questo colore incredibilmente giovanile. Verde palude marcia?"

"Cachemire e verde oliva sono un binomio intramontabile." "Meno di un'ora fa hai giurato su quella santa donna della zia Anjelica che fosse la striscia di stoffa più brutta del mondo e hai addirittura aggiunto che se avessi mentito le sarebbe venuta una malattia legata ad un'attività che so per certo lei non abbia mai eseguito."

"La sifilide è curabile." "Andresti a quella cena al posto mio? La mummia si è aggiudicata anche un week end nella suite presidenziale del Four Seasons e non vorrei che unisse i due premi."

"Perry è un cognome di tutto rispetto. Chi lo sa, magari ha come mira un'onorevole relazione matrimoniale. Tu, lei e il castoro", aggiunse George provando a schivare un calzino appallottolato che volò verso di lui.

"Giochiamo?"

Dopo due mani nulle, Thomas ebbe la sua chance per fare una domanda.

"Mi racconti la storia della cravatta che ho tagliato in ospedale?"

"Non aveva una storia."

"Avevamo stabilito una punizione per chi mente a questo gioco?"

"E' la stessa per chi scuoce la pasta." "Era stata intorno al mio collo in ogni occasione in cui avevo festeggiato qualcosa da quando avevo diciotto anni a due mesi fa. Era la mia cravatta portafortuna."

"Vuoi un bacio per fare pace?"

"No, Thomas." "Ricordo male o la settimana scorsa vi avevo fatto una domanda su Evan? Sto ancora aspettando la risposta."

"Alex sostiene che non dovresti pensarci mai, io invece che dovresti pensarci più spesso." "Tu come fai?"

"Penitenza."

Thomas si sporse in avanti e baciò l'avversario insolvente su una guancia. "L'argomento in discussione meritava una punizione crudele", si giustificò. "Com'è stato?"

"Terribile oltre ogni immaginazione", rispose George a disagio, chiedendo una rivincita che non ci fu perchè la forbice ebbe la peggio sul sasso.

(segue)

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