Capitolo 4.6: L'inferno di Alex

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Senza accorgersene, Alex aveva appoggiato la mano contro il torace come se stesse portando il tutore.

"Così mi fa meno male."

Chris si concesse un'altra possibilità.

"Vuoi spiegarmi che cosa è successo?"

"Mi sono rotta le dita." "Non sono stata io a farlo, mi sono svegliata dopo l'incidente ed erano così."

"Quindi non è stato un piccolo incidente, una mano fratturata e uno squarcio sulla fronte sono un incidente grave."

Alex uscì dal vialetto della signora West e si voltò verso la propria abitazione. La loro era l'unica costruzione della zona ad avere il giardino laterale nascosto dietro una palizzata di legno alta più di due metri, all'inizio sgradita alla famiglia Bell con la quale confinava e ritenuta un abominio dalla signora Samson che aveva cercato di lanciarci dentro Jack.

Contemplando la sua casa ad un tratto fu sicura, i suoi gatti erano lì e la stavano aspettando.

"Ho attraversato la strada mentre stava arrivando un'auto", spiegò a Chris con leggerezza, forte della sua nuova sensazione positiva. "Voglio controllare se i gatti sono in camera mia."

"Mi stai prendendo in giro?"

"No, credo davvero che siano dentro. Mi pare di sentirli miagolare."

"Cosa significa che stava arrivando un'auto?"

"Volevi sapere dell'incidente."

"Ma l'autista è riuscito a frenare, sei caduta da sola."

"Certo", gli mentì. "Farò in un secondo."

Alex si accertò che non ci fossero auto in movimento e corse verso casa. Non avendo con sé le chiavi cercò quelle di riserva sotto allo zerbino ma non le trovò. La proverbiale sbadataggine del padre però l'aveva portata alcuni anni prima ad interrarne un altro paio a margine del giardino e quelle erano ancora nello stesso punto in cui le aveva piantate.

Il portone si aprì senza opporre resistenza rivelando l'interno dell'abitazione in perfetto ordine. I mobili erano dove li avevano lasciati, le tende facevano bella mostra sopra le finestre e il cestino delle caramelle pieno attendeva di essere saccheggiato dal padre e dai cugini.

La struttura si sviluppava su due livelli, con il salotto, la cucina e la lavanderia al piano inferiore mentre in quello superiore, al quale si accedeva mediante una scala a rampa che terminava poco lontano dall'ingresso, c'erano le camere da letto.

Alex avanzò verso la cucina che scoprì pulita e silenziosa. Chi aveva asciugato l'acqua doveva aver faticato per rimettere tutto a posto tanto che non sembrava che quel locale fosse stato allagato, il pavimento era più lucido di uno specchio e i mobili di legno profumavano di cera d'api.

"Alex?"

"Sono qui."

La sala da pranzo era dotata di una seconda porta munita di uno sportello basculante che insieme a quello installato in lavanderia, permetteva ai gatti di giocare liberamente tra la casa e il giardino. Di regola aperto, quella mattina il piccolo accesso quadrato a misura di felino era invece bloccato da alcuni chiodi piantati di traverso.

"Tu senti questo odore?"

(segue)

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