Capitolo 5.1 : I giganti dai piedi d'argilla

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Scarlett arrivò mezz'ora dopo. Era una ragazza sulla trentina con un bel sorriso e la parlantina sciolta, che spendeva il tempo libero facendo sport e inseguendo i sogni più disparati. Il timore di Alex che fosse antipatica svanì alla prima battuta e l'impatto fu tanto favorevole che le occhiate luccicanti che indirizzava al padre non la infastidirono più del dovuto.

Per Thomas il discorso era diverso e la figlia capì al volo che Scarlett gli piaceva ma meno di quanto volesse farle credere. Il sorriso si spegneva senza raggiungere gli occhi e se lei era la raffigurazione dell'innamoramento, lui era la personificazione della resa.

In previsione della festa alla quale avrebbe partecipato quella sera, Alex impiegò buona parte del pomeriggio a prepararsi. Alle sei era pronta per uscire. In mattinata le erano stati consegnati un abito da cocktail blu notte, una clutch in metallo e un paio di scarpe nere in satin drappeggiato con il tacco punteggiato di strass. Il vestito era un modello con la gonna aderente a tulipano, la manica a tre quarti e il corpetto con inserti di pizzo, al quale abbinò dei guanti dello stesso identico colore. Con un ritardo trascurabile di otto minuti, raccolse la clutch e uscì in corridoio dove trovò il padre appoggiato al muro, impegnato a digitare un messaggio sul cellulare.

Alex si considerava una ragazza fortunata, non tutti i figli potevano vantarsi di avere due genitori gentili, equilibrati e anche molto carini. Se la bellezza di quello con la barba rossa era tanto evidente da risultare sfacciata, il fascino dell'altro non aveva rivali ed era in occasioni speciali come quella che emergeva. Pochi altri uomini avrebbero portato con altrettanta classe un semplice completo nero e delle scarpe lucide.

Ai piedi del padre sedeva Sophia che smessi i bigodini del giorno prima, per la serata sfoggiava un look casual con una mantellina leopardata coordinata con il nastro che legava il ciuffo di peli sopra agli occhi.

Quando la cagnolina abbaiò, il padrone non esitò un attimo a prestare attenzione alla sua campionessa che gli porse prima la zampa anteriore sinistra e poi quella destra.

"Dovrei iniziare ad abbaiare anch'io", concluse Alex guardando il genitore mettere via il cellulare per poter applaudire l'esibizione del cane. "Partecipa ancora ai concorsi?"

"L'ultimo lo ha vinto il mese scorso." George si inginocchiò per ricompensare Sophia con un'abbondante dose di coccole. "E' l'orgoglio del suo papà."

Una nuvola di profumo vanigliato precedette la padrona di casa di pochi istanti. La zia Martha era fasciata in un abito monospalla di seta scarlatta lungo fino a terra, con una cintura di strass in vita e uno spacco vertiginoso che metteva in mostra una porzione generosa della coscia sinistra. Gli scampoli di pelle lasciati in vista dal vestito erano stati ricoperti da gioielli sui quali erano incastonate pietre che riflettevano la luce con strabiliante fulgore.

Se Alex fu incantata dall'avvenenza di quella donna tanto bella quanto crudele, il padre non sembrò neppure essere sfiorato dallo splendore della moglie.

"Stai uscendo?" le domandò pratico.

"Abbiamo una cena a cui presenziare." "Vedo che saremo in tre." Martha esaminò la nipote con disgusto. "Almeno non è grassa."

"Hai ricevuto un invito ufficiale? E' una festa privata, non ti lasceranno entrare senza."

"Siamo sposati, la mia partecipazione è sottointesa alla tua."

"Non più." George allungò alla moglie il proprio invito. "Ho deciso di farmi accompagnare da un'altra persona."

"Non essere ridicolo", disse Martha senza più alcun accenno di spavalderia, rifiutandosi di leggere il nome di chi l'aveva defenestrata. "Sarà presente tutta la tua famiglia."

"L'occasione ideale per sbrigare le presentazioni ufficiali."

"Tu stai delirando." La moglie fece scattare la clutch con un colpo secco. "Ti aspetto in auto", gridò di spalle camminando verso il portone.

(segue)

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