Il cellulare vibrò sopra il tavolo e Charlie realizzò che non avrebbe avuto una risposta, il fratello infatti sparì in corridoio lontano dagli schiamazzi dei nipoti che si stavano contendendo una palla di plastilina.
"Tu verrai a Lake Forest?" chiese alla nipote dirimendo la controversia tra i figli alla maniera di Salomone.
"E' papà che decide."
"Quest'anno non potremo allontanarci per via di Noah ma Lake Forest è molto bella, c'è la piscina interna e un parco con tanti animali."
"Io sono stata nella casa con la piscina", ricordò Alex. "Andavo a vedere i conigli nel recinto e i pesci nella fontana. Facevo finta che fosse il castello delle favole, tranne che per la stanza con gli animali impagliati. Non credo che le principesse ne avessero una."
"Quelli sono i nostri trofei di caccia."
"Li avete uccisi voi?"
"Era una tradizione di famiglia." "Un week end al mese liberavamo degli animali nel parco intorno alla villa e a fine giornata mangiavamo il nostro bottino di caccia. Se non ci impegnavamo erano solo patate bollite ed erbe selvatiche, una volta abbiamo diviso un coniglio in venti."
"Uccidete anche i conigli?"
"Sono animali da allevamento, non soffrono." "La preda più ambita era la volpe argentata, chi riusciva ad ucciderla vedeva il suo nome inciso negli annali."
"Il mio papà ha mai ucciso un coniglio?"
"Lui prediligeva le prede più grosse come i cervi o i leopardi. Da giovane George aveva una fissazione per la caccia al leopardo, abbiamo partecipato a dieci safari in quattro anni." "Organizziamo una battuta di caccia a Lake Forest?" domandò Charlie al fratello di ritorno in cucina.
"Ho promesso a Thomas che non avrei più preso in mano un fucile."
"Thomas comprenderà che è una tradizione a cui teniamo molto."
George ci mise un po' a rispondere. "Le uniche parole che ho sentito sono Thomas e tradizione", disse appoggiando il cellulare sul tavolo, "e non capisco come tu sia riuscita a farle entrare nella stessa frase."
"Sarà una delle ultime occasioni per sfruttare la casa, Philip vuole venderla perché è in disuso da anni." "E' stata il regalo di papà per la mamma quando sei nato tu." Ricordando la madre, Charlie si commosse. "Non se l'è goduta abbastanza."
"Stai per metterti a piangere?"
"No."
"Non mi serve l'autorizzazione di Thomas, non organizzerei comunque niente che coinvolgesse anche i tuoi fratelli." "E visto che sei qui, di' loro che smettano di darmi fastidio."
"Non fare così." "Il mese scorso Victor è stato male e quando Philip ti ha chiamato per dirtelo hai riattaccato subito."
"Ho garantito a tuo padre la mia presenza al suo funerale ed è più di quanto meriterebbe."
Charlie si asciugò le lacrime. "Come ti sentiresti se da grande tua figlia parlasse così di te?"
"Se dovessi comportarmi come ha fatto lui saprò di essermelo meritato." "Charlotte, io detesto i piagnistei."
Sprovvista di un interruttore per modificare il proprio umore, Charlie si spostò in salotto lasciando Alex da sola con il padre.
"Cosa ha detto papà della fisioterapia?"
George si sedette davanti al portatile. "Quale fisioterapia?"
"Per la mia mano." "Te ne avevo parlato oggi a pranzo."
"Glielo dirò stasera."
"Mercoledì è domani, non dimenticartelo."
"Bene", le rispose il padre in automatico. Era così preso da quello che stava leggendo sullo schermo del computer che persino il cellulare suonò inascoltato.
"Te lo ricorderai, vero?"
"Che cosa?"
"La fisioterapia per la mia mano."
"Prova a fidarti di me."
Alex andò in camera con la certezza che se lo sarebbe dimenticato.
(fine capitolo 3)
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Red Giant
General FictionDue uomini incompatibili che non si sopportano. Una figlia ancora bambina da crescere. Thomas, single impenitente allergico alla parola marito, e George, sposato e devoto al concetto stesso di matrimonio, sono i genitori della sedicenne Alexandra. V...