Capitolo 4.4: L'inferno di Alex

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"Non ho battuto la testa sul muro, te lo giuro." "Sono caduta." Alex si impegnò per farlo sembrare un evento di poco conto. "Ho avuto un piccolo incidente."

"Stai sorridendo perché è una bugia?"

"Non volevo che ti preoccupassi."

"Hai una mano fuori uso e ho appena scoperto che hai avuto un incidente." "Prima ero preoccupato, adesso sono terrorizzato quindi togliti quel sorriso dalla faccia. Come hai fatto a cadere?"

"Sono inciampata."

"Dove?"

"Sull'asfalto."

Chris allenava quotidianamente la propria pazienza ad affrontare situazioni simili a quella usando i fratelli come banco di prova. Un attimo di mancata sorveglianza istigava i bambini a strapparsi i capelli a vicenda per un pennarello, mentre Peter non perdeva occasione per mostrargli il nuovo skate che si aspettava di ricevere come risarcimento per la rottura del suo. La furia non lo aveva tentato neanche in seguito alla comparsa di un graffio sulla portiera della sua auto dopo aver ignorato un mega capriccio di Lydia.

Quelle poche parole estorte con la forza dalla bocca di Alex vanificarono in un secondo l'impegno di settimane, non aveva calcolato che sarebbe stato il silenzio a farlo esplodere.

"Quando?! Perché?!" le domandò lasciandosi sopraffare dal nervosismo. "Posso avere una risposta che comprenda più di due sillabe?!"

Il ragazzo rimpianse subito di non essersi staccato la lingua a morsi, la creatura già pallida che aveva davanti perse ogni colore e abbassò la testa.

"Scusami", gli sussurrò lei piano. "Non volevo farti arrabbiare."

"Non sono arrabbiato." Temendo di poter aggravare il danno ma agognando un contatto qualsiasi, Chris infilò le mani sotto a quelle di Alex rimanendo immobile in attesa del via libera per ricambiare il gesto. Quando lei gliele strinse piano, per lui fu come riemergere da un'apnea. "Non imparo mai."

"Tu non c'entri." "La mamma diceva sempre che avevo la capacità di far dannare un santo."

"Lei non era una santa e tu avevi il diritto di comportarti come una bambina." "Io ho sbagliato e succederà ancora ma sai che non ti picchierei mai. Non punisco neanche i miei fratelli e loro avrebbero proprio bisogno di una strigliata." "La settimana scorsa non ho permesso a Lydia di andare al cinema e lei per ripicca ha versato i suoi smalti dentro al mio armadio." "Tua madre l'avrebbe sgridata?"

"Anche con la stecca di legno."

"Io invece ho portato le magliette in lavanderia e quando sono tornato a casa le ho preparato la cena."

"Sei buono." "E' una delle cose che preferisco di te, ti fa assomigliare al mio papà."

"Io però non sono tuo padre, non è in questi termini che devi pensare a me."

"Mi daresti un bacio?"

Dopo il disastro di prima, Chris si limitò ad un casto bacio sulla guancia che scontentò anche colei che lo ricevette.

"Che cos'era?" gli chiese Alex frustrata.

"Il nostro primo bacio sulla guancia." "Chiama i tuoi genitori e di' loro di tornare. Ti stai rimettendo da una caduta, non puoi stare da sola."

"Te ne vai di già?"

"Devo andare a riprendere la bambina dalla zia Laura."

"Posso venire con te? Tu vai da Grace e io da Kitty."

"Forse è meglio se torni a letto."

"Ma così resterei a casa da sola." Alex sbattè le palpebre e mise il broncio come faceva Grace, maestra di ricatti morali di fronte ai quali Chris capitolava sempre.

"Prima finisci la colazione."

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