La cena si concluse senza altre dichiarazioni di guerra e venti minuti dopo, sopravvissuti ad una mousse di caprino ai frutti di bosco e rosmarino, erano di nuovo a casa.
"Conoscevi le ragazze che ti hanno chiesto una foto?"
"No, amore." Thomas riversò un cartone di latte in un pentolino che posò sul fornello. "Però George deve loro la vita."
"Dici sempre che non dobbiamo avere segreti ma non mi avevi mai parlato della ragazza del caffè." "Pensavo preferissi storie brevi, la fidanzata che ha dormito di più a casa nostra è durata quindici giorni."
"Credevo di essere stato bravo a non farmi scoprire."
"Il portone cigola", gli svelò la figlia. "A me stava simpatica quella che disegnava i cuori sulla lavagna."
"Era una studentessa di architettura che mi aveva giurato di avere ventisette anni, ma non ne aveva neanche ventitré." "Ho avuto anche storie più lunghe di due settimane ma se non sono ragazze speciali non le porto a casa."
"Quelle che sono rimaste a dormire avrebbero almeno potuto fare colazione con noi."
"Per me la colazione è un rito sacro da condividere solo con chi amo", spiegò Thomas appoggiando due tazze sopra il tavolo. "Se avessi saputo che eri in grado di mantenere un segreto te le avrei presentate."
"Perché non l'hai fatto?"
"Avevo paura della reazione di tuo padre." "Adesso è come se fossimo una coppia di genitori divorziati con una figlia, se mi fidanzassi saremmo una coppia, una figlia e un padre extra. Il cervello di George è così stereotipato da non contemplare varianti."
"Che cosa è successo alla ragazza del caffè dopo che vi siete lasciati?"
Thomas versò alcuni cucchiai di cacao nel pentolino. "Ha trovato il principe azzurro e lo ha sposato."
"In questi anni l'hai rivista?" Il padre annuì. "Non intendevo rivista come incrociata per strada."
"Nemmeno io."
"Quindi si è separata dal marito."
"No, Alex. Sono ancora sposati." Per tutto il tempo Thomas aveva osservato l'effetto provocato dalle proprie parole sul viso della figlia, che in pochi secondi era passata da un sorriso curioso ad uno turbato. "Quale parte ti ha sconvolto di più?"
"Che non me l'avessi detto." "Quando vi incontrate fate solo quello?"
"Vuoi sapere se facciamo solo l'amore?" "All'inizio qualche volta parlavamo, poi ha iniziato a sparare giudizi sulle mie fidanzate e mi ha fatto arrabbiare. Ha addirittura preteso di essere la mia unica amante."
"Perché ho la sensazione che sia finita malissimo?"
"Mi secca deluderti ma c'è un lieto fine." "Le ho detto che non avrebbe mai avuto l'esclusiva e che se non le stava bene l'avremmo chiusa lì."
"Questo non è un lieto fine."
"Non mi ha più chiesto niente e siamo diventati due amanti da manuale, i clienti modello di tutti gli alberghi a ore."
"Se accetta di rivederti vuol dire che non ha smesso di provare qualcosa per te."
"E' solo pena." Thomas tolse il pentolino dal fornello e versò il latte nelle tazze. "Mi accontenterei anche di essere usato per soddisfare un bisogno, invece se ne viene fuori con frasi tipo ti amo e allora capisco che sta solo giocando con me."
"Ha detto che ti ama?"
"Non avrei dovuto lasciarla appisolarsi sulla mia spalla."
"Tu cosa le hai risposto?"
"Mi sono messo a ridere. Riderei ancora se me lo ripetesse."
"Come l'ha presa?"
"Male. Scappò via e si fece negare per due anni." Thomas raffreddò il pentolino sotto l'acqua corrente, abbassò il coperchio sopra il piano cottura e lo chiuse a chiave.
"Papi, che cos'è un albergo ad ore?"
"E' un albergo dove paghi per restare poche ore."
"Scommetto un bacio che lei lo trovava squallido."
Thomas premiò la vincitrice. "Una volta mi ha chiesto di uscire per un week end." "Era divertente", aggiunse con un sorriso.
"Per quanti mesi non l'hai vista?"
"Otto."
"Non era una richiesta esagerata."
"La nostra non è una guerra ad armi pari. La mattina io apro l'armadio e mi chiedo che cosa vorrebbe che indossassi, vado al ristorante e ordino i suoi piatti preferiti anche se a me danno la nausea, nei momenti di nostalgia acuta infilo il naso nel barattolo del caffè per sentirla vicino." "Lei riesce a starmi lontana per anni senza problemi, non può avanzare alcuna richiesta." Thomas verificò la temperatura del latte e consegnò la tazza alla figlia che la raccolse con la mano sinistra. "Non ce la fai con la mano destra?"
"Le dita sono rigide."
"Oggi pomeriggio ho parlato con un fisioterapista che mi ha chiesto di dargli un'occhiata."
Tutti gli allarmi di Alex si attivarono. "Vorrà che tolga i guanti?"
"Forse."
"Non posso rischiare."
"Ho già prenotato un appuntamento per mercoledì." "Potrai ricominciare a disegnare, a truccarti, a pettinarti da sola, ad allacciarti le scarpe."
"Mi va bene anche così."
"No, Alex. La mano deve tornare come prima."
(fine capitolo 2)
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Red Giant
Ficción GeneralDue uomini incompatibili che non si sopportano. Una figlia ancora bambina da crescere. Thomas, single impenitente allergico alla parola marito, e George, sposato e devoto al concetto stesso di matrimonio, sono i genitori della sedicenne Alexandra. V...