Il disgelo

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Holy Name Church, 730 N Wabash Ave., Near North Side, Chicago.

19.22 p.m.

George non sedeva in una chiesa vuota da due anni. Una persona pignola gli avrebbe contestato la presenza di una donna di fianco alla bara e di un pianista alle prese con l'esecuzione di uno dei Notturni di Chopin, ma lui non li considerò un impedimento tale da non consentirgli di ritagliarsi un frammento di solitudine.

Complice la riservatezza garantitagli dalla colonna dietro la quale si era sistemato, chiuse gli occhi e stanco di combattere per l'ennesima volta una battaglia dall'esito rovinoso, lasciò che i pensieri migrassero verso la solita direzione.

Si assopì senza accorgersene sognando di essere appena uscito dall'ufficio. Mentre attraversava il Wells Street Bridge tra le vie della città si levò improvviso il latrato di una sirena. Abbassò la testa e si guardò i piedi già sommersi dall'acqua senza farsi prendere dal panico, gli avevano insegnato a decifrare quei suoni e se il primo avvertimento costituiva un allarme generico, era il numero dei toni del secondo segnale che indicavano la gravità dell'evento incombente. Ne contò uno, due, tre, quattro.. la marea grigia rigettata dal lago cominciò ad arrampicarsi sui palazzi e George si disperò perché a casa avrebbero cenato senza di lui.

Si svegliò di soprassalto con un gemito che l'eco della chiesa amplificò a dismisura. L'imbarazzo vero però lo provò rendendosi conto che negli ultimi venti minuti aveva dormito riverso sulla spalla di colui che gli sedeva accanto.

"Perché non mi hai svegliato?"

"Le rarità vanno preservate."

"Come mi hai trovato?"

"Ho fiutato il tuo profumo nell'aria". Thomas sorrise sornione a George. Aveva le guance sbarbate e si era liberato degli abiti pesanti color pece a favore di una t shirt azzurra e di un paio di bermuda di jeans. "Troppo patetico?"

"Abbastanza".

"La bara è la sua?"

"C'è la vedova in prima fila."

"La settimana scorsa è morta la sorella di mia nonna. Lei ha scelto di essere cremata e poi spartita tra le nipoti." "Mia madre la odiava e i suoi tre cucchiai di cenere li ha mescolati alla lettiera del pollaio".

"Quindi in questi anni ho sbagliato a credere che tu fossi il più strano della tua famiglia."

"Temo proprio di sì". Thomas allungò le mani verso il collo di George che si ritrasse impaurito. Le dita non toccarono mai la pelle, slacciarono invece il bottone del colletto della camicia e sciolsero il nodo della cravatta. "Chopin è una tortura."

"Io voglio che al mio funerale riecheggi l'eco degli ottoni di Wagner".

"Mi stai chiedendo di licenziare il clown che suona la trombetta?"

"Se la mia richiesta non ti arreca eccessivo disturbo". "Alex sta bene?"

"Quando sono uscito si stava dondolando sull'altalena." "Questa mattina non siamo venuti da te per il dentino, tre giorni fa è accaduta un'altra cosa che avrei voluto ti raccontasse. Ti ha accennato niente?"

"A che proposito?"

"Venerdì stavo caricando la lavatrice quando mi sono accorto che sulle mutandine della bambina c'era una macchiolina di sangue". "Le ho chiesto se stesse male e mi ha risposto che si era svegliata la mattina e le aveva trovate sporche. L'ho portata subito dal pediatra che mi ha detto di non preoccuparmi perché d'ora in avanti succederà ogni mese."

"Non è possibile, Alex ha solo nove anni."

"Ne sta per compiere dieci e uno sviluppo precoce potrebbe fare parte del suo bagaglio genetico."

"La bambina si è spaventata?"

"Avevamo già affrontato l'argomento quindi non si è agitata." "La disattenzione del topolino dei denti invece l'ha sconvolta."

"Ho trascorso mezza giornata a domandarmi perché stamattina avessi freddo, questa risposta era decisamente fuori dalla rosa di candidati."

"Il cucciolo non c'entra con l'era glaciale, lei non mi crea problemi."

"Non so come reagire a questa notizia. Adesso siamo diversi?"

"Io no, ma tu oggi sei più vecchio di un anno". "Hai ricevuto tanti regali?"

(segue)

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