Prologo 0.9: Il tarlo della signora Shepherd

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"Il pediatra parlò di stress post traumatico." "Io dico che da un albero di mele non nascono pere."

"Tua cognata è incensurata. Com'è riuscita ad evitare una condanna?"

"I suoi avvocati corruppero i medici per testimoniare che la bambina fosse una folle autolesionista senza speranza. La giuria credette loro e il giudice assolse la madre devastata dal dolore." Martha si accese un'altra sigaretta. "Ho visto mia cognata bastonare sua figlia con un ombrello fino a farla svenire e quando era a terra l'ha rimessa in piedi a forza di calci sulla schiena. E' un miracolo che sia ancora viva."

"Perché non sei intervenuta?"

"Non volevo che mi venisse affidata un'altra volta, avrebbe potuto plagiare Evan." Martha chiuse gli occhi e una lacrima scivolò fuori bagnandole una guancia. "Il mio angelo era destinato a grandi imprese."

La madre lasciò che la figlia si soffiasse il naso, controllasse il trucco e rimpiazzasse la sigaretta vecchia con una nuova. "Tesoro, il matrimonio richiede impegno. Prima sei stata poco rassicurante con tuo marito, si sarebbe accontentato di una frase di circostanza, starà bene, si risolverà tutto, per qualsiasi cosa conta su di me. E' irrilevante che tu lo creda davvero."

"Non riesco a fingere quando si parla di sua nipote."

"Dovrai imparare a farlo." "Di recente io e tuo padre abbiamo sottoscritto degli investimenti che si sono rivelati meno vantaggiosi di quanto avessimo previsto. In questi anni ci siamo disabituati alla mediocrità e ci si spezzerebbe il cuore se non potessimo prenotare le vacanze in montagna come i nostri amici."

"Dove sono finiti i soldi che vi ho dato?"

"Li abbiamo spesi." "George non deve chiedere il divorzio."

"Ormai è tardi."

"Un uomo tornerebbe sulle proprie decisioni se vedesse la madre di suo figlio insidiata da un rivale giurato e il giornalista sembra una preda malleabile."

"Mio marito non sa cosa sia la gelosia." "Non voglio rischiare, se rompessi la tregua tra di loro George riporterebbe questo obbrobrio a casa nostra e io non la voglio tra i piedi."

"Sarebbe un sacrificio irrisorio se paragonato alla certezza di un futuro rispettabile."

"No."

La chiusura netta della figlia obbligò la donna a frugare tra le idee.

"C'è stata una fase del vostro matrimonio in cui eravate felici e tuo marito ti trattava come una moglie legittima", disse pesando con attenzione le parole. "Sono passati tanti anni ma non sarebbe tardi per generare un altro erede."

"Credi che non ci abbia provato? Mesi di tentativi inutili e non ho certo sposato l'amante più passionale del mondo." "Non posso versarvi altri soldi, George mi chiederebbe delle spiegazioni."

"Hai anche un conto corrente personale."

"Quel denaro è mio!"

"Non credere che sarebbe un problema solo per noi", ribattè la madre con rinnovata energia, senza fare caso al piccolo movimento delle dita della nipote. "Ho riletto il vostro contratto prematrimoniale, il divorzio ti ridurrebbe sul lastrico. La tua beatitudine è inspiegabile."

"Conosco mio marito, è difficile vivere con lui. Prima o poi la sua puttana si stancherà e lo rimanderà da me."

"Il tempo è un lusso che non possiamo concederci. Il mese scorso quell'incosciente di tuo padre ha perso tutti i nostri risparmi alle corse dei cavalli." "Potresti raccontare a tuo cognato Philip che vi servono soldi per saldare il conto dell'ospedale."

"Adesso si parlano, scoprirebbe che sto mentendo."

Quella novità sorprese la donna. "George parla con suo fratello?"

"Ti ho detto che non lo riconosco più." "E' la sua amante che li ha spinti a riappacificarsi perché sa che Philip farebbe da garante alla loro storia se lo aiutasse a riunire la famiglia."

"Quindi è solo quella sgualdrina la responsabile delle vostre difficoltà, se lei non ci fosse tuo marito straccerebbe le pratiche del divorzio."

"E' innamorato", chiarì Martha spegnendo la sigaretta sul davanzale.

"Porta ancora la fede, non è tutto perduto. Dobbiamo separarli subito."

La ragazzina sul letto spostò la mano e questa volta se ne accorse anche la signora. La soluzione ad ogni suo problema le attraversò la mente sotto forma di un gesto estremo.

(segue)

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