"Victor mi ha raccontato che sei stata tu ad organizzare la serata." "Chi è questa gente?"
"Colleghi e amici che vogliono festeggiare con noi. Tuo padre mi ha spiegato che state concludendo un affare con dei clienti che sono in città per la prima volta e abbiamo deciso di far coincidere i due eventi."
"Questa magnificenza è nel suo stile ma gli avevo detto che volevamo una festicciola intima." "Tra l'altro questa esultanza è prematura, tuo marito non ha ancora firmato il contratto."
Martha fissò il consorte con un ghigno tirato. "Cosa stai aspettando?"
"Che il mio consulente si decida a leggerlo", le rispose lui.
"Cosa c'è da leggere? Saranno solo formalità."
"E' quello che gli ripeto da settimane", si unì Philip esasperato.
George pose fine alla questione a modo suo. "Ho bisogno di fumare."
Mentre il padre scendeva al piano terra, nella sala infatti vigeva un rigido divieto di fumo, la figlia si allontanò indisturbata dagli zii per tornare ad ammirare la città dall'alto.
"Da bambina i denti non ti stavano in bocca", le disse una ragazzina con i capelli a caschetto che le si affiancò davanti alle vetrate.
Honour era la figlia minore della zia Patricia e sebbene tra le cugine ci fossero soltanto dieci mesi di differenza anagrafica, il cognome dei genitori era l'unico legame che le univa. Alex l'aveva frequentata durante il periodo in cui aveva vissuto con la madre diventandone il bersaglio privilegiato per dispetti e angherie.
"Anche tu sei meno strabica." Alex provò un maligno divertimento notando l'informe sacco color vinaccia che Honour, tanto spavalda con gli estranei quanto remissiva con chi le aveva donato la vita, doveva essere stata costretta ad infilarsi su ordine della madre, la sola a cui non importava di valorizzare le poche curve della figlia.
"Si racconta che tu sia stata stirata da un'auto." La cugina pronunciò quella frase con lo stesso pathos che avrebbe usato per dire che aveva una calza smagliata.
"Non saprei che cos'altro aggiungere." "Che cosa ci fai qui?"
"Un giorno lavorerò con questi ottuagenari, almeno con quelli che non ammuffiranno fino ad allora. Tu che cosa farai da grande?"
"La dog-sitter."
"Io invece diventerò ricchissima, il dieci percento della holding appartiene già a mia madre e a breve rileveremo anche la quota della zia Elisabeth." "So che potrei campare di rendita ma visto che sono molto intelligente ho deciso che farò il mio ingresso nella società gestendo il settore del lusso, così potrò comprarmi tutte le cose che vorrò. E io voglio tutto, borse firmate, gioielli, auto e un chihuahua che chiamerò Trés Chic." "Ho sentito che abiti con lo zio George. Com'è la sua casa? Ci sono oggetti di valore?"
"Non lo so."
"Dov'è quel bel ragazzo con cui vivevi?"
"Io vivo con papà."
"E' di lui che ti stavo parlando." "Bè, se ce l'avessi io un uomo sexy che gira per casa non lo chiamerei papà."
"Io preferisco così."
"Adesso che sei in città dovremmo vederci più spesso, la tua innocenza commuoverebbe i miei amici. Non hanno mai visto una ragazza vergine."
Se Alex era in grado di tenere testa alla cugina, non credeva di poter contrastare la zia Patricia e la zia Martha coalizzate insieme.
Le due donne si avvicinarono alle figlie.
(segue)
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Red Giant
General FictionDue uomini incompatibili che non si sopportano. Una figlia ancora bambina da crescere. Thomas, single impenitente allergico alla parola marito, e George, sposato e devoto al concetto stesso di matrimonio, sono i genitori della sedicenne Alexandra. V...