Capitolo 5 : I giganti dai piedi d'argilla

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Il mistero della donna riccia che Alex aveva visto nel letto del padre trovò una soluzione già il giorno dopo. Gli indizi più importanti erano stati la colazione preparata per due, fatto questo che aveva scartato la principale sospettata, e la lavagna priva di disegni che aveva escluso dal gioco anche l'architetto.

La curiosità non sopravvisse all'ora di pranzo.

"La nostra cucina profuma di zucchero."

"E' merito delle focaccine dolci", spiegò Thomas alla figlia richiudendo il forno. "I carciofi e il pomodoro per la pasta sono già pronti, mancano solo i funghi e la polenta." "Voglio far assaggiare alla nostra ospite dei piatti italiani."

"Abbiamo un ospite?"

"Una ragazza." "Si chiama Scarlett."

"L'hai mandata via per farla tornare?" Il padre smise di affettare i funghi. "Ieri sera sono venuta a darti il bacio della buonanotte."

"Pensavo che così sarebbe stato più facile." "Ripasserà tra mezz'ora."

"Però non è la ragazza del caffè perchè non è rimasta per colazione." "E non è nemmeno la regina di cuori, non ci sono disegni sulla lavagna e lei lasciava sempre le scarpe fuori dalla tua camera."

"Non è nessuna delle due ma da domani farà lo stesso colazione con noi."

"Da quanto vi conoscete?"

"Due anni. E' un'estetista ma la sera lavora come barista in un locale."

George entrò in casa dalla porta del corridoio e Thomas si spense.

"Ciao, papà."

"Buongiorno, tesoro mio", la ricambiò lui mettendo sopra il tavolo un vassoio di cartone sul quale erano incastrati due bicchieri di caffè. "Il tuo papà italiano stamattina ha fatto il bagno nel latte? Perché è così pallido?"

"Gli ci vorranno un paio di giorni per recuperare le forze."

"Thomas?" "Puoi rispondermi?"

"C'era un motivo se da piccolo mi rifiutavo di imparare la tua lingua."

"Sono felice di sapere che sei tu e non un fantasma che ti somiglia." George prese uno dei due bicchieri di caffè che tracannò tutto d'un fiato. "Ieri pomeriggio il padre del tuo amico mi ha vietato di vederti. La prossima volta farò intervenire la polizia."

"Ti ricordi la storia del burrone? Adesso siete in tre e posso salvarne due."

"Valgo meno di due perfetti sconosciuti per te?"

"Sì."

"Non ho avuto la possibilità di spiegarmi. Non c'era nessuno di sopra, stavo lavorando e mi sono addormentato."

"Non ti devi giustificare con me, io non sono tua moglie. Mi interessa solo che non ti dimentichi di Alex." Thomas appoggiò il coltello sul tagliere per non cadere in tentazione. "Sapevo che eravate in casa quindi ho pensato che fosse successo qualcosa che vi impedisse di rispondere al telefono."

"Da oggi lavorerò nello studio adiacente alla camera della bambina." "L'equivoco è risolto?"

"Certo."

"Bene." "Allora posso andare a prendervi la sorpresa."

George sparì da dove era arrivato per tornare pochi secondi dopo reggendo un trasportino rosa. Dopo aver alzato la griglia di metallo che lo chiudeva, ne venne fuori un gatto color cenere che si mosse con circospezione. Era molto magro e gli mancavano quasi per intero le orecchie.

Alla vista della sua Kitty, Alex arretrò fino a toccare il frigorifero con la schiena.

"Ho portato via il felino sbagliato?" chiese George notando la strana reazione della figlia. "E' sempre stata con una signora che credeva fosse una randagia."

"Deve aver perso il collarino." "Ciao, bellissima." Thomas raccolse la gatta dal pavimento per darle un bacio e poi la consegnò alla figlia. "Tutto ok, amore?"

"Mi batte forte il cuore." Alex era sollevata che Kitty fosse viva ma senza capirne la ragione, le era anche venuta voglia di scappare. "Adesso ne mancano solo tre."

George sfilò il secondo bicchiere di caffè dal vassoio e si avvicinò a Thomas che si stava lavando le mani.

"Avevo prenotato il solito ristorante per l'una e mezza". "Hai cambiato idea?"

"Ne abbiamo parlato?"

"Ti ho inviato una mail, ho interpretato il silenzio come assenso."

"Il silenzio sono io che non ho letto la mail." Thomas gli tolse il bicchiere dalle mani e lo svuotò nel lavandino. "Devi smetterla di bere caffè."

"Restando in tema di madri, una delle associazioni di cui fa parte Louise ha organizzato un galà di beneficenza per domenica sera. L'invito è doppio ma suo marito Milton ha un altro impegno e io ho da fare."

"Scordatelo."

"Ho già accettato a tuo nome, non voglio che vada da sola." "Se fissassi un appuntamento con un medico ti presenteresti?"

"Solo se verrai con me." "Le mani ti tremano talmente tanto che potresti grattarmi la schiena restando fermo."

"Quando mi verrà da ridere ti scriverò una mail." "Il tuo amico e suo padre sono medici. Ti faresti dare un'occhiata da loro?"

"Il mio dito medio ti saluta con affetto."

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