Red Giant

Prologo 0.7 : Il tarlo della signora Shepherd

Un uomo entrò nella stanza facendo cadere un mazzo di chiavi. William, il secondo marito della cognata Charlotte, snobbò tutti i presenti e si avvicinò a Thomas. Non senza incontrare resistenza, lo fece alzare dalla poltrona e con la collaborazione della ragazza riccia, lo guidò verso l'uscita.

Martha si ritrovò così da sola con il marito. Presa com'era dai propri turbamenti, non gli aveva ancora prestato la giusta attenzione. Non portava la cravatta e la camicia era abbastanza stropicciata da poter essere quella del giorno precedente. Era raro vedere il suo sofisticato estimatore dei completi sartoriali su misura trascurarsi nell'abbigliamento, a memoria non ricordava un'altra occasione nella quale fosse capitato.

Il cognato ricomparve sullo stipite della porta. "George, ti stiamo aspettando." "Smettila di fissare il letto e vieni ad aiutarmi con Thomas."

"Tu sei un pediatra. Il decorso ospedaliero della bambina ti sembra normale?"

"Dobbiamo darle il tempo di riprendersi dallo shock." "Ma se si sveglierà e voi sarete ricoverati al piano di sotto avrà davvero un motivo per agitarsi."

"Hai ragione". "Tornerò tra un'ora."

"Tornerai domani", lo corresse William affidando George alla suocera che lo accompagnò fuori. "Martha, martedì tuo marito aveva un appuntamento dal cardiologo. Sai se si è presentato?"

"Non che io sappia. Che cos'ha? Sta male?"

"Lunedì è collassato due volte e anche ieri ha salito una rampa di scale e si è dovuto fermare per riprendere fiato. Con il suo retaggio familiare è prudente non sottostimare alcuna spia." "Se dovesse svegliarsi non dirle niente", aggiunse indicando la nipote. "L'ospedale ha degli psicologi che sanno come affrontare questi traumi."

"George mi aveva promesso che non mi avrebbe mai coinvolto in questioni che riguardano quella cosa". "Io non resterò qui, tra due ore ho un appuntamento improrogabile."

"Quella cosa si chiama Alex." "Ho una moglie a casa che sta annegando nelle lacrime, due figli da recuperare chissà dove e un terzo di ventisette settimane ricoverato in terapia intensiva neonatale. Quando avrò finito con loro verrò a darti il cambio."

Il cognato non si trattenne oltre, baciò la nipote sui capelli ed uscì.

(segue)