Capitolo 6.11 : Red giant

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Thomas rincasò due ore dopo con la giacca appoggiata sulla spalla e le scarpe in mano. La prima finì su una sedia e le seconde in un angolo della cucina.

"Se le lasci lì Sokka te le mangerà."

"E' quello che mi auguro."

"Ti sei divertito?"

"C'è stata una signora che ha buttato via un patrimonio per cenare con me." Thomas vide una tazza sul tavolo dentro la quale galleggiava una radice di zenzero intero. "Hai la nausea?"

"Un po'." "L'infuso non è venuto bene, il cassetto dei coltelli era chiuso a chiave e lo zenzero non si sbuccia come le arance."

"Papà?"

"Nel suo studio." "Vuoi sentire i crampi?" Alex prese la mano del padre per posarsela sullo stomaco. "Dobbiamo aspettare."

"Perché i guanti sono umidi?"

"Ho lavato le zampe di Kitty che si è sporcata con il colore di Max." "I crampi devono essere finiti."

Thomas prese i dischetti di cotone dalla cassetta dei medicinali e si sedette accanto alla figlia.

"Togli i guanti."

"Se arrivasse qualcuno?"

"Hai avuto compagnia nelle ultime due ore?"

Alex sfilò i guanti ma girò la testa dall'altra parte per non essere costretta a guardare la pelle martoriata dalle cicatrici. Il padre le asciugò prima il palmo sinistro alternando il fiato al cotone e solo quando fu sicuro che fosse asciutto, passò alla mano destra.

"Come mai è rossa?"

"E' sempre così."

"Alex, guarda qui." Thomas indicò l'alone rosso sul palmo. "Che cos'è questa macchia rossa?"

"Te l'ho detto, Kitty si è sporcata le zampe con la tempera." "Tu cosa credevi?"

"Che i guanti bagnati ti avessero irritato le mani."

"Bugia." Il naso del genitore ebbe un piccolo fremito che tradì la colpevolezza non ammessa a voce. "Prima stavo pensando alla zampa di Buffalo", continuò Alex mettendo al corrente il padre della riflessione che le aveva occupato la mente per tutta la sera. "Se il taglio avesse fatto infezione?"

"Buffalo si è ferito ad una zampa?"

"Non te lo ricordi?"

"No." "Che cosa gli è successo?"

Alex si concentrò ma lo sforzo per trovare una risposta si scontrò con un muro che costrinse il cervello a portarla in un'altra direzione.

"Non ho capito se ti sei divertito alla cena."

"Sono vecchio per la vita mondana." "Raccontami di Buffalo. Si è tagliato?"

"Come fai a non ricordarlo? Non ce la faceva a posare la zampa."

"Perdeva sangue?"

"Tanto." Kitty scivolò in cucina andando a rintanarsi sotto al tavolo. "Per te prenderla in braccio è come prima?"

"Per te è diverso?"

"Mi fa sentire agitata, è da ieri pomeriggio che non la accarezzo." "Perchè succede?"

"Non lo so, tesoro." "A volte quando ci manca tanto una persona che è lontana, continuiamo a soffrire anche dopo che è tornata."

"Dev'essere questo il problema." "Hai finito con il cotone?"

"Quasi."

"Devi proprio guardarle?"

Thomas abbassò la testa per baciarle le mani. "Queste sono le manine della mia bambina", le rispose con un sorriso spontaneo che alla figlia ricordò i tempi spensierati in cui era felice.

Alex non riuscì a fare lo stesso, sapeva che quello che stava per dire lo avrebbe amareggiato ma non rimase zitta.

(segue)

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