Il disgelo

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Sul sagrato della chiesa l’aria era tiepida e la luce del sole stava virando dal giallo ad una decisa sfumatura arancione.

“Ti piacciono gli orsetti, George?”

“A tredici anni ne ho ucciso uno in un parco protetto”. “Che cosa hai detto a Marina?”

“Questa mattina siamo stati in pasticceria per ritirare la tua torta di compleanno. Alex ti ha ordinato un orsetto di pan di spagna ricoperto di crema al cioccolato.”

“Quando venerdì sera ti ho lasciato quel messaggio nella segreteria telefonica non ero bloccato a San Francisco, ero appena atterrato all’aeroporto di Chicago con un volo privato.” “Voglio sapere che cosa hai detto alla vedova.”

“Che non ero amico di suo marito e che non avrei finto una stima che non c’era ma so quanto sia devastante perdere l’amore della propria vita, e in questo le ero vicino.” “Lui merita il peggio che l’aldilà abbia da offrire ad un orco ma lei è stata l’unica di voi snob che abbia mai imparato una parola di italiano per aiutarmi. Sarebbe potuto capitare a tutti di innamorarsi dell’uomo sbagliato, no?”

“A me non è successo.”

“Neanche a me però noi siamo due ragazzi super fortunati.” “A cosa stai pensando?”

“Ai cani della prateria che si salutano con un bacio.” “La bambina li troverebbe carini.”

“Se una di queste sere tornerò a casa e vedrò due marmotte che limonano sul divano, ti verrò a cercare armato.” “Il cucciolo di terranova che quattro anni fa avevi spergiurato sarebbe rimasto piccolo, oggi pesa sessantotto chili”. All’incrocio tra N State Street e Chicago Avenue, Thomas svoltò a destra e proseguì dritto fino alla sua auto che aveva parcheggiato in corrispondenza dell’ingresso di un mini market. “Vado a comprarti uno spazzolino da denti. Lo vuoi rosso o giallo?”

“Ti sei scordato di farmi il regalo di compleanno?”

“Ti sto per regalare lo spazzolino più colorato della galassia”. “Stanotte dormi da me”.

“Belzebù ha trascinato anche te su quel marciapiede? Solo un trauma cerebrale avrebbe potuto farti pronunciare una frase simile.”

“Domani mattina inizio il turno alle cinque. A te serve riposo e a me un babysitter che sappia fare le trecce a spiga.” Thomas fece comparire dal nulla un pacchettino sottile non più grande di un biglietto da visita, che infilò nel taschino della giacca di George. “Non mi sono dimenticato del tuo regalo.”

“Quante falangi mi resteranno dopo che l’avrò aperto?”

“Vuoi un indizio?” “E’ un oggetto che separa per unire pur lasciando divisi.”

“Stasera sei molto strano.” “C’è davvero un orsetto di pan di spagna nel frigorifero?”

“Alex sostiene che un compleanno speciale necessiti di una torta speciale.” “Per me un compleanno speciale non può prescindere da una cena speciale quindi spero che tu abbia fame perché il menù prevede uno stracotto di manzo marinato nel barolo, accompagnato da carciofi alla romana e polenta bianca.” “Se ci sbrighiamo a tornare magari riusciremo anche a strapazzare di coccole la bambina prima che vada a dormire.”

“Faccio una telefonata e ti raggiungo dentro”.

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