Capitolo 120

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Forse ha ragione Demir. Nulla può comparare la perdita di un genitore o comunque di una persona a cui si tiene molto. Ma è anche vero che non posso continuare a rimuginarci sopra,il mio pianto e i miei lamenti,il mio star male,non li riporteranno da me. Non mi pento di nulla. Sono stati sempre dei genitori esemplari, determinati e soprattutto premurosi. Il rapporto che avevo con loro era inseparabile,e anche se lontani ormai continuerà ad essere sempre così. La mancanza di una persona,ho deciso,non si quantifica. Il dolore non si può quantificare, ci accompagna per sempre e a volte è facile da sopportare,altre volte ti riduce a pezzi. Resteranno per sempre vivi nel mio cuore,non spariranno mai dalla mia mente. E sono anche gli sono riconoscente,perché è grazie a loro se ho incontrato Demir. È una fortuna averlo con me. In questi giorni non mi ha lasciata un secondo sola,temeva per me e per il mio stato d'animo, mi rimboccava le coperte ogni sera mentre lui si accovacciava sul pavimento,mi preparava la cena ogni sera deloziandomi con le sue innumerevoli doti,ma cosa più importante mi ha amata,protetta e sostenuta. Ed è la cosa più bella che possa accadere ad una donna.

<<Sono curiosa di sapere dove andiamo>> esulto battendo le mani non distogliendo lo sguardo dagli alberi fuori dal finestrino

<<Paige,non essere impaziente. Questo viaggio è per farti rilassare amore,ma non far impazzire me>> risponde sorridendo di lato

<<Ma sai...>>

<<Che sei curiosa>> sbuffa <<Lo so>> gira la testa a guardarmi e tamburella le dita sul volante <<Ci siamo quasi>>

Roteo gli occhi abbassando la testa tra le braccia e improvvisamente mi addormento.

Dopo poco tempo sento un tonfo acuto e sobbalzo a sedere spaventata.

<<Demir>> urlo coprendomi il viso con le mani

<<Che ti prende?>> mi guarda spaventato dalle mie urla

Apro una fessura tra le dita guardando intorno. Per un attimo ho temuto che avessimo fatto un'incidente e sarebbe stato insopportabile. Ma per mia fortuna mi accorgo che siamo solo fermi in una zona di campagna.

<<Demir>> sospiro a fondo riprendendo a respirare normalmente

<<Paige si è solo fermata l'auto. Scendo a controllare>> dice facendosi spazio tra le erbacce

Lo imito fino ad affiancarmi a lui. Con il cappotto cerco di coprirmi ancora di più, da molto freddo. Lo osservo intento nel muovere cavi e altro da dentro al cofano anteriore. Sorrido nel guardarlo e mi stringo a lui

<<Demir>> mormoro bloccandogli la faccia tra le mani

<<Si?>> Domanda a fatica con le guance strette tra le mie mani

<<Questo è il tuo concetto di rilassamento? Non mi hai promesso un viaggio carino e romantico?>>

<<Certo>>

<<Bene...>> sorrido <<Allora fai ripartire l'auto>>

<<Ci sto provando,non lo vedi?>>

<<Vuoi che ti aiuti?>> Domando di lato

<<Certo. Torna in auto e resta lì. Con il corpo da bambolina che ti ritrovi beccherai un raffreddore alla prima sfuriata di vento>> continua evidentemente sarcastico

<<Uffa>> sbuffo offesa entrando in auto <<Tu hai il corpo da bambolina>> borbotto

<<Come?>> dice fingendosi stupido

<<Niente. Pensa a far partire l'auto>>

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