Capitolo 64

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<<Da quanto tempo sei venuto a vivere qui?>> Domando mangiucchiando una carota dal piatto

<<Qualche giorno fa>>

<<Perché l'hai comprata?>>

Resta in silenzio come se non volesse parlarne e l'idea che stia per dirmi qualcosa di orribile mi oltrepassa la mente. Sospiro piano continuando a mordere la carota per spezzare il silenzio. Alza gli occhi verso di me strofinandosi le mani,gli sorrido alzando le spalle. Si arrende ed inzia a parlare.

<<Non ha senso tenerti nascosto nulla di me>> dice

<<Si>> rispondo <<Tu sai tutto di me>>

<<Anche tu di me>>

<<Si,ma sento che c'è qualcosa che non mi permette di affermare di conoscerti a pieno>> mormoro

<<Ci fu un periodo in cui mia madre e mio padre stavano affrontando un momento di crisi. Mio padre spesse volte picchiava mia madre perchè tornava a casa ubriaco e io non potevo fare nulla per evitarlo. Ho cercato molte volte di aiutare mia madre,ma era tutto inutile. Erano sul punto di separarsi ma mia madre non voleva farlo per me,non aveva il coraggio di farlo,scusa. Decisi subito di trovarmi un lavoro che mi si addicesse così da aiutare mia madre a cambiare casa. Non volevo che le venisse fatto ancora male ed io non volevo essere un pacco postale;una settimana da mio padre e quella dopo da mia madre,capisci? Così dopo aver risparmiato un po' di denaro trovai questa casa e mi innamorai subito di lei>> inzia guardandosi intorno

Il padre di Demir picchiava sua madre? Non ci posso credere. Non ci voglio credere. Sembra un uomo così buono e affabile.

<<Se è successo molto tempo fa,perché ci vieni a vivere solo ora?>> Domando curiosa scrutando il suo profilo alla luce delle candele

<<I miei si riapacificarono dopo poco. Mio padre si scusò e la pregò di perdonarlo. E fu così che ritornarono insieme e mio padre da quel momento fino ad oggi tratta mia madre come una regina. Vollero che abbandonassi il lavoro per dedicarmi completamente agli studi. Questa casa restò disabitata ma non fecero obiezioni sul lasciarmela perchè sapevo che un giorno ci sarei tornato. Fu da allora che giurai di portarci dentro solo la donna che avrei amato e che amerò per sempre promettendo di difenderla e proteggerla sempre>> deglutisce silenziosamente abbassando lo sguardo sui petali
<<Una casa è un passo importante. Non puoi portarci dentro chiunque. Paige...io sento un istinto protettivo verso chiunque, ma verso di te lo avverto come non mai. Quella che mi fai è una magia>> mormora infine

Un nodo al mio stomaco si attorciglia sempre più non riuscendo a farmi respirare nemmeno. È una sensazione proibita conoscere il passato di Demir Aydin. Le sue parole sono così dolci e pensare che io sia la sua donna, pensare che sia stata l'unica che ha portato qui dentro,mi fa rabbrividire.

<<Sei stato molto coraggioso>> dico accarezzandogli i suoi folti capelli neri che oggi sono più scombinati che mai

Sorride come risposta,poi si distende sulle mie gambe mentre io continuo a far passare la mia mano tra I suoi capelli giocherellando con i ciuffi neri
<<Ho parlato con i miei. Sono felici che inzi ad abitare qui. Ho 18 anni e non ci sono problemi per loro, infondo questa casa è a solo 2 isolati di distanza da quella dei miei genitori...e dalla tua>> sorride convincendomi

<<E Matt? Come siete diventati amici?>> Domando pensando ancora al suo passato

Dalla sua bocca esce una mezza risata come se il ricordo fosse divertente
<<Matt...lui mi ha salvato letteralmente. Durante...durante quel periodo ero solo. Mi arrampicavo sulle rocce per non guardare nessuno,avevo paura di tutte le persone e così, proprio come te,mi costruivo un muro. Poi però questo muro non mi ha portato a niente e l'ho capito solo quando ho incontrato Matt. Lui mi ha subito accolto,capito e mi ha fatto entrare nel suo gruppo di amici. Non che mi importasse di stare con loro. L'importante per me era che ci fosse Matt. La sua infanzia è molto simile alla mia,ci siamo capiti subito e siamo diventati ben presto come fratelli. Ora che ci penso Matt e Mary sono gli unici che conoscono questa casa e il mio intero passato. A loro devo molto>>

<<Feste,ragazze diverse ogni sera...>>

<<Quello era il vecchio Demir>> mi interrompe <<Non esiste più ormai. Paige,non mi serve un'altra donna. Tu hai tutto ciò che mi serve per farmi stare bene,mi hai fatto diventare migliore,grazie a te sono tutto ciò che ho sempre sognato. Una sera,tra i corridoi di scuola mi trovasti con due ragazze e urlasti "Come ci si sente a non essere mai stato innamorato?">>

Socchiudo gli occhi al ricordo e piano annuisco divertita

<<Ricordi la mia risposta?>> Continua alzando la mano e bloccando i miei movimenti tra i suoi capelli. Incrocia le nostre dita giocando con gli anelli

<<No>> rispondo <<Borbottasti qualcosa e poi scomparisti tra i corridoi. Eri insopportabile>>

<<Ti risposi...>> mormora passando il pollice sulla mia mano <<Che non mi sono mai innamorato,è vero. Ma quando i miei occhi si sono incontrati con i tuoi,quel giorno sulla maniglia di quel benedetto taxi,ho capito che non avrei amato altri occhi all'infuori dei tuoi. Non avrei mai amato il sapore di altre labbra se non le tue,i tuoi capelli,il tuo collo,le tue mani...>>

La sua mano finisce sulla mia guancia e un sorriso compare sulle sue labbra. Annusico ripetutamente sorridendo per metà

<<Noi siamo Paige e Demir,giusto?>>

<<Giusto>> ripete sorridendomi

<<Noi non siamo come le altre coppie>> continuo scuotendo la testa

<<Noi ci amiamo e supereremo qualsiasi ostacolo>> continua lui

<<No,infatti>> Chiudo gli occhi <<Prometti?>>

<<Te lo prometto>> si sporge in avanti e io seguo i suoi movimenti facendo scontrare le nostre labbra

<<Prometto>> ripeto a mia volta. Proprio quando le mie labbra si avvicinano alle sue,il cellulare inizia a squillare. È una chiamata di mamma,è tardi e soni certa che sarà preoccupata. Ho dimenticato di avvisarla del ritardo.

<<Ti accompagno a casa>> conclude accorgendosi della chiamata

***

<<Grazie per la bella serata>> dico poggiando la testa sul sedile <<È stato importante per me essere entrata nel tuo passato e nella tua vita,che al contrario della mia,è stata piena di avventure>> ridacchio stringendomi nelle spalle

<<Grazie a te>> Sorride soddisfatto sapendo che quando parla così è sicuro che mi scappa un abbraccio

<<Per cosa?>> mi fermo mentre apro la portiera

<<Per avermi ascoltata>> poggia la sua grande mano sulla mia testa e mi spintona un po'

<<Smettila>> rido divertita <<Sarà meglio che vada>> dico piano aprendo la portiera

<<Ehi Paige,ci vediamo a casa>> strizza un occhio sorridendo complice

Alzo lo sguardo verso la sua vecchia casa. Mi mancherà la luce accesa della sua camera oppure l'auto parcheggiata nel viale. È qui dopotutto che ci siamo incontrati.

<<Buonanotte>> mormoro uscendo dall'auto

<<Buonanotte>> risponde per poi partire una volta che varco la soglia del cancello di casa mia.

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