Capitolo 23

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Demir

Quando sento il rumore dei passi alzo la testa. Davanti a me c'è Paige con un'espressione dispiaciuta in volto mentre si mordicchia il labbro inferiore.

<<Cosa ti è successo?>> Domanda quasi sussurrando sedendosi lentamente sullo sgabello in legno difronte a me

<<Nulla di importante>> rispondo freddo

<<Non direi che non è importante>> continua non distogliendo lo sguardo dalla mia ferita sul labbro e sullo zigomo. Abbassa gli occhi sulle mie mani che richiudo e riapro a intervalli cercando di far diminuire il dolore <<Uno zigomo viola,un labbro spaccato e una mano fasciata. Questo è niente per te?>>

<<Paige,non c'è nulla di cui preoccuparsi>> deglutisco guardandola <<Sto benissimo>>

<<Va bene>> sospira prendendomi la mano e iniziando a slegare la fascia bianca sulle nocche delle dita. Quando si accorge del rossore che le ricopre si raddrizza subito e alza lo sguardo verso di me. In silenzio si gira e prende tra le mani una spugna gialla dentro ad una bacinella con acqua fredda. Osservo ogni suo movimento,sembra essere una melodia,così dolce e delicata. Inzia a tamponare la spugna sulle nocche delle dita alleviando pian piano il rossore. Ora che ci penso non è la prima volta che Paige curi le mie ferite. Solo lei è in grado di farlo.

<<Ti senti meglio?>> Chiede dopo poco tempo

<<Certo>> rispondo mantendo un'aria impassibile

<<Perché lo hai fatto?>> Poggio la mano sulle gambe <<Demir,perché lo hai fatto?>> ripete

<<Ero andato da lui solo per parlare,la situazione è degenerata e siamo finiti con la polizia>> rispondo

Alza gli occhi al cielo serrando le sue labbra rosse <<Quindi sei andato da lui per me? È per me se ti ritrovi in queste condizioni?>>

Abbasso lo sguardo restando in silenzio poi poso la mia mano sulla sua e lascio che segua i suoi movimenti

<<Sarebbe bello se le ferite si potessero riparare in questo modo>> faccio una mezza risata riferendomi alle fasce sulla mano destra <<Paige...>> alzo la voce guardandola dritta negli occhi <<Io...io credo che non dobbiamo più vederci>>

Spalanca gli occhi e noto come le si riempiono di lacrime. Il cuore mi si spezza secondo dopo secondo ma è la scelta migliore da fare e per dimostrarle che non è uno scherzo la guardo deciso negli occhi

<<Demir...>> sussurra scuotendo la testa <<Non è il momento di scherzare>>

<<È meglio così Paige>> alzo la voce <<Credimi,è meglio così>> ripeto fasciandomi velocemente la mano e raggiungendo il centro della stanza

<<Demir...>> sussurra venendomi dietro <<Perché? Perché vuoi finire tutto?>> la sua voce soffocata dal pianto

<<Cosa dovrebbe finire se non è mai nemmeno cominciato niente?>> urlo guardandola. Le lacrime le rigano le guance e mi accorgo di come le sue pupille sono rosse di pianto,quasi volesse dirmi "Tu mi stai riducendo così".

<<Okay,non è incominciato nulla ma noi non siamo amici? So che ti ho detto di lasciarmi in pace,non ho nemmeno provato ad esserti amica ma...>>

<<Tu mi vedi come amico>> mi interrompe per poi continuare
<<Va bene,l'ho capito. Io no. Io provo qualcosa in più per te e mi dispiace se ti farà soffrire questo,se avevi giurato di non affezionarti a nessuno. Sei scappata via una volta,non temerò la seconda>> continuo deciso <<Paige,và via. Dimentica il nostro primo incontro,dimentica tutto. Noi non ci siamo mai conosciuti. Siamo due perfetti estranei. Sarà come volevi tu,esattamente come volevi tu>>

<<Ma...>> continua con la voce tremante <<Sono sicura che tu stia scherzando. Va bene,ti conosco da non moltissimo ma mi è bastato per capire che tu ci tieni a me. È così o no?>> alza la voce <<È così?>>

Sento bussare alla porta e quando si apre fa capolino sulla soglia l'infermiera

<<Signor Aydin? Le sue cartelle sono pronte,lei e i suoi amici potete lasciare l'ospedale appena compilate i moduli>> poi sposta lo sguardo su Paige <<Ma se vuole ha ancora un altro po' di tempo>>

<<No>> la interrompo <<La signorina se ne stava andando>> deglutisco silenziosamente

La sfioravo con lo sguardo perché di più non si poteva. Le urlavo con gli occhi di non andare ma era difficile interpretarli. Sarebbe bastato fermarsi qualche secondo e guardare i miei occhi per capire che ero pazzo di lei,follemente innamorato di lei. I miei occhi sono innamorati di lei,le mie labbra sono desiderose di baciarla,le mie braccia desiderose di stringerla a me.
Non c'era stato nulla tra di noi. Nessun bacio,nessuna fuga romantica,niente di niente. Ma a modo mio ero sazio. Mi bastava la sua presenza a saziarmi. Ero sazio di lei.

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