Capitolo 5

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<<Scusami ma lo avevo chiamato io>> dico piano cercando di aprire la portiera

<<Scusa ma io sono molto in ritardo>> blatera lui fissandomi negli occhi con aria superiore.

Ma guarda tu questo. Ma da dove sbuca fuori? Lo ha fatto apposta a venire su questo taxi.

<<Perfavore,è il mio primo giorno di scuola non posso fare tardi>> continuo cercando di aprire la portiera nuovamente

<<Anche io sono in ritardo per la scuola>> continua insistentemente aprendo la portiera. Accidenti come è forte.

<<Ti ho detto di no>> alzo la voce spingendolo dalla spalla

Abbasso lo sguardo sull'asfalto contemporaneamente a lui. I nostri cellulari sono sulla strada. Mi tocco il braccio strofinandolo piano a causa del dolore. Ma con cosa è fatto? Acciaio?

Proprio nel momento in cui cerco di contestare,il taxi riparte raggiungendo una donna anziana sull'altro lato della strada.

<<No>> urlo alzando il braccio nella speranza che torni indietro

<<Brava ragazzina,guarda che hai combianto>> sbuffa lui abbassandosi per prendere il cellulare,lo pulisce e se lo reinfila in tasca

<<Sarei stata io? Che faccia tosta. Ti ripeto che lo hai fatto apposta. Mi avevi vista aspettare il taxi e lo volevi tu solo perché non ti sei preso la briga di chiamare un'altro>> dico infuriata afferrando il cellulare dell'asfalto

<<Ovvio,mi sembra normale. Sei proprio testarda>> alza gli occhi al cielo sorpassandomi

<<Testarda io?>> mi scappa una mezza risatina ma sembra che a lui non importi proprio nulla

Ecco perfetto. Come immaginavo. Il mio primo giorno di scuola e sono già in ritardo. Insomma possibile che io sia così sfortunata? Ho parlato troppo presto, la giornata è iniziata malissimo.

***

Rimango ferma qualche minuto davanti al portone dell'istituto. È decisamente molto grande,con innumerevoli piani ma in realtà si presenta molto bene. Niente intonaco scrostato o sporcizia sull'erba del cortile. Tiro un lungo sospiro non preoccupandomi dei ragazzi che entrano nel viale come se nulla fosse. Be' non sono loro quelli che si ritrovano in un'altra scuola all'improvviso.
Finalmente decisa cammino in avanti raggiungendo la sala principale. I corridoi brulicano di studenti e studentesse che chiacchierano allegramente prima di andare in classe,vicino alle file innumerevoli di armadietti oppure vicino alle macchinette per il caffè,di collaboratori che passano e ripassano stracci bagnati sul pavimento,subendo le risatine di qualche stupido.

<<Signorina Anderson?>> sento alle mie spalle

Chi conosce il mio cognome in questa scuola? Mi giro lentamente e alle mie spalle trovo una donnina formosa e molto bassa che mi afferra dalla cartella trascinandomi con sé in un ufficio.

<<Scusi,dove mi porta?>> ripeto più volte

<<Nell'ufficio del preside>>

<<Perché?>> Domando spaventata <<Cosa ho fatto?>>

<<È la ragazza nuova o no?>> si ferma a guardarmi

La guardo arricciando il naso <<Come fa a saperlo?>>

<<Oh bambina cara. Conosco ogni viso a memoria e il tuo è il più nuovo che ho visto>> sorride <<Io sono Mimì, sono l'addetta alla segreteria. Il preside l'aspetta nel suo ufficio>>

<<Il preside?>>

<<Si,il preside. Deve farle firmare gli ultimi moduli di accertazione prima di rilasciarla definitivamente in questa scuola>>

<<Oh va bene,la ringrazio mille Mimì>> la saluto con una stretta di mano e un sorriso e raggiungo a gran passi la presidenza dove la figura del preside,il Mr. Wilson,è offuscata da una tendina posta sulla superficie vetrata della porta in legno vecchio.
Ammetto che mi intimorisce un po' essere qui.

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