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La motosega ringhiava rabbiosa tremando e rombando affamata tra le mani forti di Claes che la trattenevano e guidavano come fosse un cavallo imbizzarrito da domare. Non era la prima volta che il ragazzo faceva legna con suo fratello, ma la differenza stava nel fatto che lo stavano facendo per qualcun altro, addirittura per persone esterne alla famiglia che nemmeno lo avevano chiesto. Era un duro lavoro, ci sarebbero voluti minimo tre o quattro giorni per rifornire i Lindgren della quantità sufficiente di legname, ma entrambi erano più che felici di farlo, perché era per Jules che stavano lavorando, anche se lui non lo sapeva.

* taglio pezzi molto grossi direttamente dall'albero passandoli poi a mio fratello * Ernst, tutto bene ? Vuoi fare a cambio ? * mi apro la camicia sfilandola dalla salopette di jeans e restando a torso nudo *

No, tranquillo ! * faccio lo stesso guardandomi intorno * - Spero che nessuno noti la cicatrice ... - * taglio i tronchi che mi passa Claes su un ceppo bello grosso *

L'accetta che il biondo teneva fra le mani faceva vibrare l'aria intorno a lui producendo sibili acuti per quanto era affilata, affondava nelle venature dei ciocchi come zanne nella carne, attraversandone nodi ed imperfezioni con una precisione letale. I gemelli Bergman rendevano ogni strumento da lavoro un agile prolungamento dei loro arti, avevano imparato a conoscerne ognuno ed a sfruttarne le doti ed i difetti, tutto merito della loro guida, loro Far, loro padre.

* raggiungo Ernst e comincio a riempire il mio porta legna di ciocchi per fare l'ennesimo giro * - Se riesco a metterne una ventina in altri dieci giri per oggi dovremmo aver concluso - * lo prendo sulle spalle e cammino verso la baita *

Aspetta Claes * prendo sulle spalle altrettanti ciocchi e poi lo supero di corsa * Chi ne raccoglie di più resta qui quando Jules torna !

Non è valido ! * rido e cerco di raggiungerlo *

Ernst e Claes Bergman amavano la loro vita, fatta di aria fresca, duro lavoro e la compagnia l'uno dell'altro, non avevano mai sentito prima il bisogno, il desiderio, di avere qualcuno accanto, forse perché i loro coetanei del luogo non avevano dato altro che scherno ai due biondi, lo sapevano di essere stati ormai bollati come "strani", ma con quel cittadino, era tutta un'altra storia.

* appoggio i miei ciocchi sulla destra e poi risalgo velocemente tornando verso il punto di partenza per prenderne altri * Sei il solito capretto zoppo Claes !

* appoggio i miei sulla sinistra e lo raggiungo * o forse lo sei tu ! * lo supero, ma, quando arrivo alla catasta da trasportare mi blocco *

* non mi accorgo che Claes si è bloccato e così gli finisco contro ed entrambi finiamo sull'erba * Ma che ti è preso ?!? Perché ti sei fermato così all'improvviso !?? * mi strofino la faccia dolorante zittendomi subito quando vedo la persona in piedi davanti a noi *

Era apparsa dal nulla come uno spettro brandendo minacciosa il matterello grande, lo usava quando la carne era dura, ce lo sbatteva contro con tanta forza da renderla così morbida che perfino un bimbo senza denti avrebbe potuto assaporarla, ma quando loro madre lo estraeva per altre occasioni, ma soprattutto al di fuori della cucina, c'era davvero da preoccuparsi.

M-madre, come mai da queste parti ? * sorrido deglutendo nervosamente mentre mi alzo a sedere * - Dannazione, siamo fregati -

* mi siedo accanto a Claes guardando a terra * - Ci farà vedere le stelle di tutto il firmamento con quello -

Quando pensavate di dirmi dei vostri sentimenti per il cittadino che adesso ci vive accanto ? * dico guardandoli entrambi seria incrociando le braccia al petto * Pensavate davvero che vostro padre sarebbe riuscito a nascondermelo a lungo ? Poi cos'è questa storia della relazione a tre e di tenergliela nascosta ? E come mai avete chiesto il permesso prima alla madre del ragazzo e non a me !?! * do un colpo sulla testa ad entrambi *

La donna non era neanche sicura di quale parte delle azioni dei suoi figli l'avesse fatta adirare di più. Fin da piccoli avevano avuto la brutta abitudine di tenerle nascoste diverse birbantaggini, ma lei era sempre riuscita a scoprirle perché, anche se i suoi due gemellini possedevano fra loro un'intesa a dir poco perfetta, avevano un solo, cruciale, punto debole e quello era Frans. Da quando avevano imparato a parlare, i suoi amato bambini non potevano fare a meno di raccontare tutto al loro genitore e lui era assai più facile da piegare di loro, il marito infatti non le nascondeva mai nulla e, quando ci provava, bastava una bella torta per sciogliergli la lingua, era il loro unico tallone d'Achille.

* mi tengo la testa tremando come una foglia * S-scusa madre ! N-non volevamo !

P-perdonaci * mi tengo la testa e la abbasso un paio di volte in segno di pentimento * Scusa ! Scusa ! Scusa !

Bene * dico seriamente * Concluderemo a casa questo discorso, per il momento avete preso un impegno e lo porterete a termine, inoltre ... * appoggio il matterello nella mia borsa e li afferro entrambi per un orecchio tirandoglielo * ... non mi tenete mai più nascosta una cosa simile e vedete di invitare questo ragazzo a cena ! Voglio conoscerlo meglio ! * li lascio andare * Tutto chiaro ?

* ci teniamo coperto l'orecchio che ha tirato * Sì mamma ! * rispondiamo all'unisono *

2 X 1 - " You have taught me to live well "Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora