90

730 67 24
                                    

L'alba si stiracchiava pigramente all'orizzonte, allungando i propri raggi come un assonnato amante, accarezzando il profilo sinuoso dei monti e facendone arrossire le cime pallide. Osservandole con sguardo luminoso, mentre la sua pelle delicata ne assorbiva gentilmente il promo calore, Jules lasciava ondeggiare le gambe sul bordo del carretto che, placido in mezzo al mare d'erba, lo stava accompagnando in paese. Il giovane avrebbe sicuramente fatto prima a piedi, ma sua madre era stata categorica, nemmeno una briciola di terriccio avrebbe sporcato il suo candido vestito da sposa, riadattato perfettamente al figurino del suo adorato bimbo. Nessuna lamentela dell'imbarazzato moro era stata accettata e, alla fine, si era ritrovato avvolto nell'abito principesco, con l'unica compagnia del suo coniglietto, Mascarpone, durante quel viaggio apparentemente interminabile.

*scorgendo il profilo del municipio sento il cuore riempirsi di gioia* - Eccoci ! Loro sono lì ! - *appena ci passiamo accanto mi preparo a scendere, ma il mezzo prosegue* Ma ... *mi volto verso Adam* Dovevamo fermarci lì, dove mi stai portando ? - Oh no ! Non starà mica cercando di portarmi via di nuovo, vero ? - *sono pronto a saltare giù in corsa, ma il carretto si ferma*

*mi volto e lo guardo sorridendo indicando il portone della chiesetta del paesino* Ti sbagli, adesso siamo arrivati *scendo dal posto di conducente e lo aiuto*

Messi i piedi a terra stringendo il batuffoloso bouquet vivente, Jules vide le porte spalancarsi davanti a sé e, nonostante un attimo di smarrimento, sorrise, rendendosi conto della presenza dei gemelli sul fondo della navata, affiancati da loro padre. Il sindaco era posto al centro, sua madre e Margaret occupavano i primi posti insieme al nonno di Ernst e Claes, Adam era accanto alla propria ragazza, in seconda fila. Nonostante fossero davvero pochi come invitati ad un matrimonio, riuniti tutti insieme in quella modesta chiesetta di montagna, erano tutto ciò di cui Jules sentiva di avere bisogno, o quasi tutto. Un involontario sguardo al proprio fianco vuoto, fece sparire per un istante il sorriso dal viso dello sposo e gli illuminò gli occhi di pianto. Quando la sera prima il signor Bergman aveva rifiutato la sua richiesta di guidarlo all'altare comunale, per poter stare accanto ai propri figli, il ragazzo aveva pensato di potercela fare benissimo anche senza accompagnatore, rifiutando perfino la propria madre, certo di essere forte abbastanza, ma in quel momento non lo era per niente. 

*resto pietrificato e tremante davanti agli sguardi di tutti, ma, non appena vedo mia madre in procinto di alzarsi per raggiungermi, sorrido subito per rassicurarla e percorro lentamente i pochi passi che mi separano dai miei amati, nel frattempo la porta si chiude alle mie spalle con un colpo secco* - Sempre ad illudermi ... - *lacrime di felicità e tristezza mi accarezzano le guance* - Non importa, questo è il mio giorno, il nostro giorno ! Non riuscirà a rovinarmelo di nuovo -

Appoggiato il proprio animaletto fra le braccia della donna che gli aveva donato la vita, e la possibilità di incontrare coloro che gli sarebbero stati accanto per sempre, Jules congiunse le proprie mani con quelle di Ernst e Claes e lasciò che questi ultimi lo guidassero negli ultimi passi fra le loro braccia. Stringendosi in un dolce contatto, il terzetto si preparò a seguire le indicazioni del sindaco, ed a diventare marito l'uno dell'altro, inseparabili da qualsiasi forza presente in cielo ed in terra, eternamente. Cominciando la propria formula, il giudice di pace dovette però fermarsi immediatamente a causa dello spalancarsi improvviso dei portoni d'ingresso. Stringendo nella mano destra alcuni fogli, un sudato ed ansimante Leonar Lindgren, si fece avanti raggiungendo la metà della navata, lanciando fugaci sguardi a tutti i presenti fino al proprio fratellastro.

Non osare ! *il mio urlo rimbomba in tutta la stanza* Non sposare quei tre ragazzi ! *guardo mio figlio* Jules ! Credevi davvero che non avrei fatto niente dopo essermi accorto che eri scappato ? Ero sicuro che saresti tornato qui !

*mi volto piangendo a dirotto* E con questo ?!? Sì, sono scappato e non voglio più avere niente a che fare con te ! Voglio che tu sparisca come quand'ero piccolo e che la smetti di farmi male ! *singhiozzo* Io non sarò come mi vuoi ! Non nasconderò i miei sentimenti, starò con coloro che amo, nel luogo che amo ! *abbasso lo sguardo* Ho trovato il vero amore su queste montagne ! Se tu non puoi accettarlo significa che non mi vuoi bene ! *alzo la testa e gli urlo contro* Che non me ne hai mai voluto ! *riprendendo fiato apro le palpebre annebbiate e lo guardo porgermi una mano* Eh ... ?

Io ti voglio bene Jules ... *libero il pianto che, per troppi anni, mi sono tenuto dentro il cuore* Sono così fiero di te ... *sorrido dolcemente* E mi dispiace per quello che ho detto in città, ero ferito e non volevo soffrissi come me ... ma ho finito per farti provare un dolore ancora più logorante *gli accarezzo il viso* Voi mi avete insegnato come tornare a vivere ... Potrai mai perdonarmi, permettendomi di ... accompagnarti all'altare ? 

Senza attendere un secondo di più, il moro si lanciò fra le braccia del proprio genitori in un lungo abbraccio. Presto i due furono commossi dalle medesima gioia, travolgendo in essa tutti i presenti, compresi i gemelli Bergman che, lanciando uno sguardo ai fogli abbanonati dal signor Lindgren vi rividero la propria scrittura. Il piano aveva funzionato. La cerimonia riprese, anzi, ricominciò dall'inizio, l'ascia di guerra venne sotterrata e l'odio fra quelle due grandi famiglie, durato quasi tre decenni, venne sconfitto dal vero amore.

FINE TERZA PARTE

2 X 1 - " You have taught me to live well "Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora