15

1.3K 127 16
                                    

La giornata non poteva essere iniziata meglio e, allo stesso tempo, continuata peggio di quel modo. Una quasi totale mancanza di clienti nel negozio aveva lasciato costantemente un profondo silenzio in tutto l'ambiente, ma, nonostante questo, la signora Lindgren non si pentiva minimamente della propria scelta, certo, le dispiaceva che suo figlio avesse dovuto passare tutto il giorno dietro il bancone ad aspettare quelle poche persone passate, ma aveva dovuto farlo, tenerlo lontano da casa era la priorità ed aveva eseguito al meglio il suo compito. Il moro però, aveva apprezzato la tranquillità vissuta, gli aveva lasciato il tempo per pensare ad un certo biondino, anche se, sfortunatamente, quella calma e serenità non sarebbero durate a lungo.

Scusami * chiedo imbarazzata al ragazzo al bancone sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio *

* mi riprendo dal torpore e la guardo * Sì, hai bisogno di qualcosa ? * dico gentilmente guardando la ragazza mentre vedo i suoi amici raggiungerla entrando *

Non ti avevo mai visto da queste parti * sorrido * - Cavolo, non sarà muscoloso, ma è carino - E credo che, in un posto microscopico e dimenticato da dio come questo, ti avrei sicuramente notato prima * allungo la mano verso di lui * Sono Agatha, la figlia del macellaio, e tu ?

I nuovi clienti avranno avuto all'incirca la sua età ed era evidente da come chiacchieravano tra loro che erano amici da diverso tempo, tutti del paese, anche se non si poteva negare che i loro abiti fossero moderni e del tutto fuori posto in quel villaggio di montagna, Jules li guardava con interesse, gli sembravano secoli da quando aveva visto dei ragazzi con degli inutili risvolti ai pantaloni.

Ehm ... * stringo la sua mano * - Ma che vuole questa ? Non mi va di chiacchierare ... Accidenti ! Perché ho lasciato il mangiacassette alla baita !?! - * mi schiarisco la voce a disagio * - Magari se le dico quello che vuole poi mi lascia stare - In effetti è così, il mio nome è Jules, mi sono trasferito qui da poco più di una settimana con mia madre, ma sono sempre stato alla baita, per quello non ci siamo visti prima

Sai amico * mi intrufolo nel discorso * solo un pazzo lascerebbe la città per venire qui a noialandia, se potessi raderei al suolo questo postaccio per farci un fighissimo impianto sciistico * rido * Sì, mio padre è il sindaco e sono sicuro di avercela nel sangue la stoffa del politico

- Con tutti quegli orecchini, collane e bracciali aguzzi e borchiati, hai più la stoffa del cactus ed "amico" dillo al tuo telefono, visto come lo stringi deve essere l'unico che hai - * il sorriso abbandona il mio viso e li guardo annoiato * Allora siete qui per comprare o preferite continuare a farmi il resoconto delle vostre vite ?

Il moro non seppe esattamente come accadde, ma, improvvisamente, divenne il centro delle attenzioni di tutti i presenti, come un'attrazione di incredibile interesse alla quale non si può proprio fare a meno di assistere. Ma più il gruppetto si faceva vicino, più Jules rimpiangeva di essere andato al negozio quel giorno ed aver abbandonato la tranquillità dell'alta montagna, interrotta, di quando in quando, da qualche campanaccio di mucca e dall'incontro con un piacevole montanaro lucido di sudore e fatica.

* rido spostando a lato Lucas * Ehi, che bel caratterino hai * gli stringo la mano * Io sono Alex, sono la figlia minore del panettiere mentre questo bel ragazzo * afferro mio fratello trascinandolo nella conversazione * è mio fratello Derek, possiamo sapere com'è la grotta in cui vivi adesso ? * dico ironica *

* la fisso assottigliando lo sguardo, per nulla divertito * Vivo alla baita Akerlund - E, tanto per chiarire, sono stato io il primo a definirla una grotta di lupi, siete in ritardo bimbiminkia, ma come cavolo fanno questi ad essere nati nelle vicinanze di Ernst ed essere così stupidi e pigri ? -

Wow ! * dico sconvolto spostando Alex * Aspetta, vivi davvero alla Akerlund ? Cioè quella accanto alla  Sandstrom dei Bergman ? * balbetto incredulo *

Sì * dico ovvio sollevando le spalle * Perché vi stupite ? Che c'è di male se vivo vicino al signor Bergman ? Sono persone cortesi e gentili, ci diamo una mano a vicenda come da bravi vicini, qual è il problema ?

Ci chiedi davvero qual è il problema ? * chiedo fissandolo attonita * Vuoi dire che non hai mai visto i suoi figli ?

Io ho conosciuto Ernst, ma non sapevo avesse altri fratelli o sorelle * dico incerto * Ma ci conosciamo da poco e quindi mi sembra logico che non mi abbia raccontato tutto

Non può essere, come fai ad aver visto Ernst, ma non suo fratello gemello Claes ? * appoggio le mani sul bancone * Sono due gocce d'acqua e non si allontanano mai troppo l'uno dall'altro quando sono entrambi sui monti

Gemelli ? * spalanco lo sguardo *

Improvvisamente la consapevolezza lo colpì in tutta la sua durezza, il ragazzo ricordò ogni piccolo dettaglio, ogni caratteristica del biondo che aveva reso il suo soggiorno lì il periodo più bello della sua vita, ripensò al ciuffo di capelli talvolta spostato sulla destra ed altre sulla sinistra, la camicia completamente chiusa in certe occasioni e sbottonata in altre, ma perfino il carattere ed il modo in cui era stato trattato dall'altro, e si sentì morire dentro. La vita si era presa gioco di lui e lo aveva ferito nuovamente nel modo più doloroso possibile, nell'unico punto che la sua corazza d'indifferenza non poteva coprire e quello, era il cuore.

2 X 1 - " You have taught me to live well "Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora