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Era stata sicuramente la giornata più faticosa da lì a quando ancora avevano il loro vecchio vicino. Per un certo periodo di tempo alla Akerlund aveva soggiornato un anziano signore, scheletrico, e parecchio irritabile, al quale loro padre aveva promesso il loro aiuto per fare legna lasciandogli a malapena una mattinata di tempo per fare tutto il lavoro, inutile dire che si ruppero la schiena per ottenere in cambio solo qualche grugnito ed una porta sbattuta in faccia. Le cose però erano notevolmente cambiate, la ricompensa questa volta era stata più che adeguata, prima tutte quelle lecornie per rifocillarsi e dopo, magari, avrebbero ottenuto anche un sorriso, o magari un ringraziamento verbale da parte di Jules, cosa che valeva ogni doloroso minuto di lavoro. Mentre i due fratelli guardavano la catasta di legna e la riserva ormai piena si sentivano pieni di orgoglio e sognavano, immaginavano una piccola baita, proprio come quella, ma tutta loro, calda ed accogliente dopo una giornata di duro lavoro, con il profumo di dolci delizie che usciva dalla finestra e Jules ad attenderli con uno splendido sorriso sul volto.

Non vedo l'ora di dirgli tutto * guardo Claes * così non dovremo più nasconderci e potremo stare insieme* sospiro * Basterà aspettare che si abitui completamente ad entrambi e poi realizzeremo i nostri sogni

Per me è lo stesso * mi volto verso il bosco respirando a pieni polmoni * sarà davvero ... * sgrano gli occhi puntandoli verso la strada * ma quello ...

Una figura indistinta era appena comparsa sul ciglio del sentiero ed ora li fissava, il fiato pesante ed irregolare come sottofondo, il viso chiaro crepato da una ragnatela di lacrime ed i capelli schiacciai dal sudore, il ragazzo dei loro pensieri stava ora davanti a loro, talmente stravolto e dismesso da apparire più morto che vivo.

Jules ... * senza pensarci gli corro incontro e lo raggiungo appena in tempo per sorreggerlo * cos'hai ? Non stai bene ?

* aiuto mio fratello a far mettere Jules seduto sull'erba * che cosa ci fai qui ? Dovevi essere al villaggio con tua madre ...

Il moro si era mosso senza pensare, spinto dalla confusione e dal forte bisogno di risposte, sperava, voleva convincersi con tutto sé stesso che le parole di quei ragazzi al villaggio fossero state solo bugie, malelingue raccontate per prendersi gioco di lui. Non aveva aspettato nemmeno un istante, era uscito dal negozio e, trascinato da un'energia che mai gli era appartenuta in modo così travolgente prima d'ora, aveva corso a perdifiato fino alla baita, senza mai fermarsi e, una volta lì, aveva visto le sue peggiori paure prendere forma viva.

- Allora è vero - * singhiozzo ansimando senza più fiato né energie * - Sono due ... sono gemelli ... - * tremo * - Mi hanno mentito, si sono divertiti a scambiarmi fra loro come se fossi un passatempo - * cerco di rimettermi in piedi, ma le gambe mi tremano troppo * - Sono come Adam, tutti sono come lui -

* lo aiuto a stare in piedi dal lato destro * vieni Jules, andiamo dentro * dico triste guardandolo *

L-lasciaci almeno spiegare * lo tengo dal lato sinistro e lo facciamo sedere a tavola * tieni, mangia qualcosa * gli do una fetta di torta che abbiamo avanzato *

* tengo lo sguardo basso * - Sono stato così stupido, di nuovo ... - * fisso un punto indefinito davanti a me *

I fratelli Bergman si stavano seriamente preoccupando, era esattamente come rivedere il ragazzo di città senz'anima dei primi tempi, si sentirono spegnere a quella vista, dovevano aiutarlo a tornare il giovane sorridente ed aperto che la montagna e la loro compagnia avevano liberato da paure e sofferenza. Claes e Ernst si guardarono un momento ad annuirono, Jules era già arrivato alla baita sconvolto perciò, qualsiasi cosa fosse accaduta, aveva avuto luogo al villaggio ed insieme ne avrebbero capito la causa, se c'era qualcuno che poteva saperne qualcosa era la madre, dovevano trovarla e chiederle aiuto, il prima possibile.

Vado io, resta tu con lui * dico serio andando alla porta *

Non dire sciocchezze Claes, lo sai bene qual è l'unico modo per arrivare al villaggio nel minor tempo possibile * mi volto verso Jules e gli accarezzo i capelli * Tranquillo, noi torniamo subito con tua madre, ma tu puoi prometterci che resterai nella baita e non ti allontanerai ?

* mi alzo in piedi cupo e salgo nella mansarda prendendo le cuffie, stendendomi sul letto verso il muro e mettendo la musica a tutto volume * - Bring out the guns/We love the danger/One, two, three just pull the trigger/One bullet left inside a chamber/Let us play some Russian Roulette, Roulette, Roulette, Roulette... -

* appoggio una mano sulla spalla di Ernst * Andiamo * esco con lui tenendo lo sguardo verso la finestra e raggiungiamo l'inizio del sentiero *

Entrambi i biondini lo sapevano perfettamente, se ne erano resi conto da quando erano bambini, normalmente avevano la tendenza ad evitare gli scontri e le gare fra loro perché li spingevano sempre a sfiorare i propri limiti fisici fino allo stremo, non riuscivano a contenersi, papà gli diceva sempre che era una caratteristica di famiglia, ma loro non ne andavano particolarmente fieri. In quel caso però, quella loro competitività, poteva rivelarsi incredibilmente più utile di quanto non lo fosse mai stata prima di allora. I gemelli si misero in posizione e si guardarono per un istante, una volta, sfidandosi su quel percorso, erano riusciti ad arrivare al villaggio in un quarto del tempo che ci avrebbero messo di norma, ma sapevano bene entrambi che, in quel caso, avrebbero battuto qualsiasi record, per Jules.

Ti aspetto in paese * dico determinato guardando davanti a me *

Ti piacerebbe * rispondo serio *

Partirono insieme, mentre un paio di occhi tristi e spenti li fissavano allontanarsi da dietro il vetro di una finestra prima di affondare nel morbido tessuto di un cuscino imbottito, liberandosi in un pianto disperato.

2 X 1 - " You have taught me to live well "Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora