78

584 67 20
                                    

La città era grigia, un vecchio corroso da profonde rughe, occupato ad osservare malinconico la propria infanzia ormai lontana ed irraggiungibile, dietro delle lenti spesse ed appannate dai gas di scarico. Come Leonard aveva previsto, Frans era andato malissimo al test, anzi, a dirla tutta non si era nemmeno presentato, inutile chiedersi il motivo. Il pensiero di aver dovuto lasciare solo l'altro innervosiva il moro, e nonostante tutto l'impegno messo nell'aiutare l'amico fosse stato inutile, il ragazzo riuscì a trovarvi un lato positivo. Le giornate passate a studiare in più avevano permesso al giovane Lindgren di aggiudicarsi la borsa di studio ed allontanarsi da quel microcosmo fra i monti per scoprire come girava davvero il mondo.

*trascino la valigia fuori dal treno arrugginito e, per la prima volta in vita mia, appoggio i piedi su dell'asfalto invece che contro un ciottolato scadente o dello sterco* - Quindi è così che ti da il benvenuto una società più evoluta ? -

Le persone si muovevano disordinate avanti ed indietro di fretta, quasi andassero a fuoco, piccole ed insignificanti anime spinte solo dai propri desideri o da quelli di qualun altro. Guardandosi intorno, Leonard strinse nella mano il manubrio del trolley, diffidente verso quegli sguardi sconosciuti, diversi e noncuranti nei suoi confronti. Nel villaggio tutti conoscevano tutti vivendo nella semplicità, quei pochi che cercavano di eccellere, come sua madre, erano comunque destinati alle piccolezze, in quel nuovo posto invece, tutto sembrava poter accadere. Uscito dalla stazione, l'ex montanaro vide varie persone che sostenevano dei cartelli, alcune in uniforme e composte ed altre più infime, fino a quando non ne scorse una che sorreggeva un insulso foglio di carta sul quale era scritto "Montagnaro".

- A quanto pare l'analfabetismo c'è anche in città - *mi avvicino al ragazzino che tiene il segnale, avrà un anno o poco più meno di me* Ehi, guarda che si scrive Montanaro ... - ... Imbecille -

Oh, quindi voi campagnoli sapete leggere *accartoccio il foglio gettandolo a terra e mi accendo una sigaretta* Okay, chiariamo una cosa ragazzo delle capre, quello stupido concorso è stato indetto da mio padre anni fa, se ne era pure scordato quando il vicesindaco del tuo paesino di bigotti ha scritto alla sua segretaria che ti spediva qui *faccio un lungo tiro e la cenere comincia a scivolare* Quindi non credere che per noi sia un onore averti qui, anzi, al primo voto basso ti rispediamo a spalare sterco, chiaro ?

Cristallino *prendo nelle mai la sua sigaretta e faccio un tiro tossendo subito dopo per poi schiacciarla nella mano e gettarla al suolo a neppure metà* La prossima volta che mi mischi a quegli idioti te la spengo nell'occhio *stringo i pugni* Ed adesso portami all'appartamento !

Sconvolto ed intimorito dalla sua grinta, la guida lo accompagnò fino ai parcheggi dei taxi e ne trovò uno libero con il quale, in circa venti minuti, furono lontani, abbandonando il degrado e la puzza di urina. Leonard osservò il susseguirsi di palazzi sempre più alti mentre anche gli ultimi alberi venivano sostituiti da lampioni e vetrine sempre più luminose. La costruzione davanti alla quale si fermò la vettura era d'argento chiaro, coperta di finestre a partire dal terzo piano, si stagliava verso il cielo come una spada di specchi, mise il moro in soggezione, ma non lo diede a vedere e proseguì alle spalle del marmocchio silenziosamente.

*vedo entrare il ragazzino in una scatola con le porte che si aprono e chiudono autonomamente e mi blocco* Cosa sarebbe questa ? Non dovevi portarmi da tuo padre ?

*rido* Non sei mai salito su un ascensore prima d'ora ? *incrocio le braccia al petto* Sei proprio uno zotico ! Se hai paura puoi pure usare le scale, in fondo sono solo venti piani, per domani mattina dovresti farcela ! 

Seccato da quell'arrogante e spocchioso bambino viziato, il giovane Lindgren si fece forza e salì dando una spinta all'altro che, premuto un pulsante, rimase a fissarlo per tutto il tempo, divertendosi se, a causa di qualche suono strano o lieve scossone, lo notava sussultare o sbiancare. Non ci volle molto perché arrivassero, anche se all'ex montanaro parve un'eternità, non si era mai reso conto di quanto i luoghi chiusi lo mettessero a disagio. Usciti dall'ascensore i due attraversarono un lungo corridoio, superarono la scrivania della segretaria ed aprirono la porta dell'ufficio principale. Davanti a loro, con le spalle contro degli immensi finestroni, seduto dietro ad una lucente scrivania in onice nero, stava un uomo che, sorprendentemente, entrambi i giovani conoscevano bene.

*appoggio la stilografica e scosto i fogli di lato tenendoli rigorosamente impilati* Ben arrivati ... *quando vedo l'ospite resto sorpreso* L-Leonard ? I-io ... non sapevo fossi stato tu a vincere la borsa di studio *deglutisco e cerco di sorridere* B-buon sangue non mente

Avrei dovuto immaginare che, dietro a tutto questo, c'era il tuo zampino *lo osservo serio* Quindi è questo il motivo per il quale non ti sei più fatto vivo in questi anni *indico il ragazzo accanto a me* Ti sei fatto una nuova vita qui alle spalle della mamma, vero papà ? *sorrido vedendo il marmocchio sbiancare e mio padre incupirsi* Facciamo così, io non dirò niente a nessuno, così potrai mantenere intatta la tua "impeccabile" reputazione, ma tu, in cambio, mi istruirai affinché io possa, il prima possibile, succederti ! Un semplice contratto, come quelli che ti piacciono tanto, che ne dici ? *allungo una mano verso di lui* Abbiamo un accordo ?  

   

2 X 1 - " You have taught me to live well "Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora